Il rischio era quello di proporre una copia zoppicante degli ormai celebri programmi di Alberto Angela, intoccabile reginetto della divulgazione tv. Invece Mediaset ha dosato con astuzia gli ingredienti televisivi propri del genere, ottenendo un esito altrettanto soddisfacente a livello di contenuti. Ieri sera Canale 5 ha risposto alle Meraviglie di Rai1 con il suo Viaggio nella Grande Bellezza, speciale appuntamento a sfondo culturale condotto dall’attore Cesare Bocci.
Pur senza stupire a livello di inventiva (gli stilemi divulgativi, ormai, sono quelli ben noti e codificati), l’ammiraglia Mediaset ha finalmente concesso una boccata d’ossigeno al proprio palinsesto, riuscendo al contempo a non sfigurare nell’inevitabile – e in qualche modo cercato – confronto con gli approfondimenti di Alberto Angela. Aspetto tutt’altro che scontato, quest’ultimo, vista l’esperienza del noto divulgatore, che taluni hanno ormai ammantato di super poteri pedagogici.
Il Viaggio nella Grande Bellezza, invece, è riuscito ad evidenziare come – a parità di valore e di approccio – lo scettro della divulgazione possa essere condiviso e strappato ad un ipotetico monopolio che non ha motivo d’essere (la cultura e l’arte, del resto, sono patrimonio comune, anche in tv). Il tutto, ovviamente, a beneficio del telespettatore.
Il documentario proposto da Canale5, in particolare, si è fatto apprezzare per la qualità delle immagini ma anche per l’efficace conduzione di Cesare Bocci, credibile e ben calato nell’inedito ruolo. L’attore marchigiano, peraltro, ha integrato l’inconsueta prestazione divulgativa con le abilità d’immedesimazione del proprio mestiere: così, è apparso emozionato davanti al Giudizio Universale di Michelangelo, ammirato per l’imponenza della Basilica Vaticana, coinvolto dalle parole degli interlocutori via via interpellati.
Siccome in tv nessuno inventa niente – soprattutto quando funziona – lo speciale Mediaset ha accompagnato le inquadrature più significative e scenografiche con musiche ora tensive, ora epiche, ora solenni o soavi. Proprio come accade nelle Meraviglie di Alberto Angela. A differenza dei recenti programmi del popolare divulgatore, quello di Canale 5 non ha utilizzato ricostruzioni grafiche o riproduzioni in 3D, proprie di un approccio più didascalico e specialistico.
Il Viaggio nella Grande Bellezza, piuttosto, ha cercato un suo equilibrio tra divulgazione (evitati quindi gli eccessi didattici) e componente emotiva. Il risultato, come anticipato, è stato certamente gradevole e l’auspicio è che l’esperimento non resti un unicum. Alla vista del programma, i puristi del genere si saranno scatenati nell’individuazione di somiglianze o ’scopiazzauture’ con la versione Rai del format. Operazione sterile e superflua, visto che lo stesso Alberto Angela in tempi non sospetti si era ritrovato nella necessità di copiare se stesso.