23
ottobre

Ulisse: Alberto Angela perde «il piacere della scoperta». La cultura, come l’intrattenimento, si ripete

Alberto Angela

Paganini non ripete. Alberto Angela invece sì. Reduce da un positivo ciclo di appuntamenti andati in onda su Rai1 il sabato sera, il popolare divulgatore ha affrontato la sfida di Ulisse sulla rete ammiraglia giocandosi – in maniera astuta – le carte più vantaggiose a sua disposizione. Ossia: le proprie indiscusse abilità narrative (sorrette da un’accurata gestione dell’immagine) e la scelta di argomenti di facile richiamo, magari già trattati in passato ma dalla rendita assicurata. 

L’emblema di questa strategia è stata la decisione di dedicare l’ultima puntata di Ulisse alla Principessa Sissi, un personaggio che incuriosisce sempre, anche sull’onda dei celebri film a lei dedicati e al mito che la avvolge. Lo stratagemma culturale ha avuto effetto: il programma ha chiuso infatti in crescita, toccando il 22.5% di share. Nulla da dire sulla pregevole fattura della trasmissione, che ha saputo trovare linguaggi contemporanei ed efficaci; a lasciare perplessi è piuttosto la necessità di riproporre i medesimi argomenti anche a distanza di anni.

La storia della Principessa Sissi, scelta come chiave di lettura per raccontare l’Impero Austro-Ungarico, non è infatti un inedito: nel 2003 lo stesso Piero Angela ci aveva fatto uno speciale di SuperQuark al quale aveva preso parte anche il giovane Alberto. Anche in quel caso, gli ascolti andarono molto bene. A distanza di alcuni anni, il conduttore di Ulisse è tornato su un sentiero già tracciato ed alimentato dall’intramontabile mito dell’imperatrice d’Austria, il cui peso nella storia è probabilmente inferiore alla sua fama.

Allo stesso modo, fatta eccezione per la puntata sul rastrellamento degli ebrei nel ghetto di Roma, anche gli altri appuntamenti del recente ciclo di Ulisse non hanno brillato per l’originalità delle tematiche, che il programma aveva (più o meno direttamente) affrontato nel recente passato. Il tutto, a riprova che anche la cultura – quando diventa un prodotto televisivo che cerca di intercettare il pubblico – ha bisogno di ripetersi, di ricorrere a schemi ed argomenti il cui gradimento è stato già testato. Proprio come fa l’intrattenimento.

In questo frangente anche l’apprezzato Alberto Angela ha preferito andare sul sicuro. E’ proprio vero: «Il piacere della scoperta» e dell’esplorazione, al giorno d’oggi, appartengono ai divulgatori ma non ai conduttori tv.

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7 Commenti dei lettori »

1. Marco78 ha scritto:

23 ottobre 2018 alle 14:22

Ottima analisi. Bisogna dire, a discolpa del buon Alberto, che per fare il botto al sabato su Rai Uno ci volevano temi “forti” e di sicura presa.
Ammirevole il coraggio messo nel proporre il tema delle persecuzioni nazi-fasciste, per il resto tutte le altre prime serate di Alberto Angela su Rai Uno dal 2015 ad oggi (fatta eccezione per “Meraviglie”) sono state riproposizioni di temi già affrontati su Rai Tre ma proposti con tecnologie e budget più elevati (San Pietro, Venezia, Firenze, Pompei, Michelangelo…..tutte cose già viste in Ulisse). Da questo punto di vista ammiro molto di più il padre Piero che, tra la fine degli anni ottanta e negli anni novanta, fece ascolti pazzeschi ma con temi e prodotti veramente innovativi (i vari viaggi nel corpo umano, nel cosmo o le serate di fine ‘80 in diretta dai palazzetti dello sport).
Sono ormai dieci anni che, secondo me, Alberto Angela non da il massimo……ma la fama cresce e gli ascolti pure, per cui forse mi sbaglio io.



2. Paolo ha scritto:

23 ottobre 2018 alle 16:03

Ma ragazzi ci stiamo lamentando di ripetizione dopo una puntata del 2003 (15 anni fa) e tutti gli anni ci propinano GF, Striscia, Eredità, Paperissima… ma scherziamo?



3. Marco78 ha scritto:

23 ottobre 2018 alle 16:59

Per la verità la puntata di Ulisse (Rai Tre) sulla Cappella Sistina era del 2014 e quella su Cleopatra di un paio d’anni fa……..Comunque è normale che i temi “forti” si ripetano e non c’è nulla di male, l’importante è alternare gli argomenti e ogni tanto fare qualche guizzo…..da alcuni anni “Ulisse” mostrava segni di stanchezza in termine di interesse dei contenuti: sicuramente il cambio di rete, i maggiori budget e il buon riscontro di pubblico saranno di stimolo per fare sempre meglio.



4. Mayu ha scritto:

24 ottobre 2018 alle 13:26

Mi chiedevo: ma quante puntate di Ulisse sono state trasmesse negli anni? E quanti argomenti ha trattato?

Bene, secondo Wikipedia sono state trasmesse 186 puntate dal 2000 a oggi, con alcuni temi che sono stati ripresi più volte (vedere storia di Roma). Quindi è facile che dopo 18 anni alcuni argomenti venissero ripresi e, credo, aggiornati (come ad esempio la storia della nuova datazione dell’eruzione del Vesuvio del 79 d.C.).

Ora mi chiedo, però: perché criticare Ulisse o Alberto Angela, quando invece la tv è piena di trasmissioni al limite della minima decenza?



5. Marco78 ha scritto:

25 ottobre 2018 alle 08:49

Il fatto che la tv sia piena di programmi al limite della decenza non può certo essere un elemento tale per cui anche i programmi migliori e di cultura siano autorizzati a raggiungere la sola sufficienza….detto questo Alberto Angela realizza ottimi documentari ed è bene che continui così. A volte si ha la sensazione, però, che preferisca l’”usato sicuro” anziché la sperimentazione.
Io lo seguo da quanto ha esordito in tv nei primi anni ‘90 e posso dire che da un decennio si è un po’ adagiato. Le grandi esplorazioni in giro per il mondo che lo hanno reso celebre prima con “Superquark” e poi in solitaria sono ormai un lontano ricordo……ok che sono passati tanti anni (e lui non ne ha più 35), però mi sembra che non abbia molta voglia di “sperimentare”. Per dire “Stanotte a…..” nasceva con l’idea di visitare in ogni puntata un museo diverso, bellissima idea e bellissima la prima puntata al Museo Egizio di Torino. Però: 15% di share…..pochino. Allora si cambia registro e si vanno a visitare le città di notte. Il risultato è ugualmente bello e ottimamente realizzato, ma il valore aggiunto di un approccio innovativo si è perso. Sicuramente è anche la Rai che ha preteso un cambio di approccio per avere più share, ma mi chiedo fino a che punto il buon Alberto si sia sbattuto per difendere il suo progetto; talvolta mi viene da pensare che lui si sia detto: “sai che c’è, ti sparo un bel San Pietro e una Venezia, che ho i testi già pronti, e mi sbatto pure di meno”.



6. Mayu ha scritto:

25 ottobre 2018 alle 10:26

@Marco78 sicuramente ci sarà del vero in quello che dici tu. Però bisogna tener conto anche della quantità di temi trattati negli anni, il che comporta una più probabile ripetitività degli argomenti già trattati. Non meno importante, c’è un secondo scopo, al di là degli ascolti “facili”, con Venezia, Firenze o Pompei: la promozione turistica. Penso che le località interessate sponsorizzino anche le varie trasmissioni che le riguardano.



7. Marco78 ha scritto:

25 ottobre 2018 alle 12:31

@Mayu condivido il tuo punto di vista, ed apprezzo molto il lavoro di Alberto Angela (e del suo staff, non dimentichiamo gli autori e tecnici che con lui lavorano). Mi auguro che gli ottimi risultati ottenuti da Ulisse in questa nuova e difficile collocazione possano essere l’occasione anche per ampliare un po’ gli orizzonti più recenti del programma; non sarebbe male un maggiore approfondimento sulla storia del mondo greco, delle americhe precolombiane o della preistoria (dai cui studi proviene lo stesso Alberto).
Senza andare troppo lontano, per esempio negli anni passati gli “Speciali Superquark” hanno saputo alternare con sapienza i “soliti” temi forti (i vari Michelangelo, Pompei, Sissi, Nerone, ecc.) a personaggi meno conosciuti e che nessuno mai aveva portato in prima serata, anche se a discapito dei super ascolti (mi vengono in mente per esempio Meucci, Cromwell, Mata Hari, Verdi, ecc…).
Ciò detto è assolutamente indiscutibile che se si mettono insieme tutte le puntate di “Ulisse” dedicate al mondo romano, sicuramente ne esce un video-trattato di storia che non ha eguali, frutto di un lavoro assolutamente pregevole e di alto profilo.
L’importante è non cadere nel “divismo”………e su questo non ci metterei la mano sul fuoco :)



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