Da cantante a pericolo pubblico. Sembra incredibile, ma in Ucraina Albano Carrisi è considerato una minaccia alla sicurezza nazionale. Le mai nascoste simpatie filo-russe dell’artista pugliese hanno con ogni evidenza influito sulla decisione del Ministero della Cultura di Kiev, che – in base alle richieste del Consiglio di Sicurezza e Difesa nazionale dell’Ucraina, dei servizi di sicurezza ucraini e del Consiglio della Tv e Radio nazionali – ha inserito Карріззі Альбано (Albano, appunto) in una black list di 147 persone considerate pericolose per la nazione.
Il cantante italiano si trova nella posizione 48 della black list ucraina, che nel 2018 aveva registrato la segnalazione di un altro artista italiano, l’attore e regista Michele Placido (che figura al numero 103). Come per quest’ultimo, anche l’inserimento di Albano nella lista nera di Kiev è avvenuto per motivi politici, legati ai giudizi positivi espressi dal cantante nei confronti del Presidente Russo Vladimir Putin.
Albano e Romina, infatti, acquisirono popolarità in Unione Sovietica negli anni Ottanta e Novanta. I due si sono esibiti più volte in Russia ed Albano, in particolare, non ha mai nascosto la propria ammirazione per Putin, che ha incontrato almeno tre volte. Nel 2014, dopo un concerto tenuto proprio a Mosca, il cantante stesso aveva criticato le sanzioni alla Russia per il suo ruolo nella crisi ucraina, definendole “inutili e dannose”.
“Putin lo sostengo da tempi non sospetti. È un grande. Ha un senso religioso della vita. Ha il pugno di ferro e non ci vedo nulla di male. Poco prima di Natale sono stato l’unico cantante straniero ad esibirmi ai 100 anni del Kgb alla sua presenza“
aveva raccontato Albano al Corriere nel gennaio 2018. Ebbene, i legami tra il cantante e la Russia, nell’ottica ucraina, sono diventati un problema, una minaccia alla sicurezza nazionale. Così, l’usignolo di Cellino San Marco è finito nella black list di Kiev.
“Non ho mai detto una parola contro l’Ucraina. Mai fatto neanche un apprezzamento. È inaccettabile che proprio io che canto da sempre la pace ora venga trattato come un terrorista. Non ho mai posseduto armi, neanche quelle mentali. Chiamerò subito l’ambasciatore e quindi il ministero della Cultura ucraina. Voglio capire come il mio nome sia finito nella lista. Quando l’ho saputo questa mattina ho pensato a uno scherzo, o a uno scambio di persona“
ha commentato Albano, come riporta l’Agi, precisando di essersi esibito anche per tanti altri capi di Stato e pure per Giovanni Paolo II. “Sono un uomo di pace e non di guerra” ha aggiunto il cantante, che ha anche ricordato di essere stato in Ucraina tre o quattro anni fa.
“All’Ucraina adesso non piacciono più le mie canzoni. Ma la lista nera è troppo“
ha chiosato infine Albano.