La nuova sfida lo elettrizza, gli dà la carica. Nicola Porro non nasconde l’entusiasmo quando ci parla di Quarta Repubblica, il nuovo talk show che condurrà da stasera in prime time (21.25) su Rete4. “Non vedo l’ora di iniziare” ci confida lui, anticipando che nell’appuntamento ormai prossimo al debutto ci saranno la politica e l’economia ma anche una cifra satirica con riferimenti all’attualità e ai sovranismi. Le differenze con Matrix – assicura Porro – ci saranno. Lo stesso giornalista, che per l’appunto manterrà anche la seconda serata informativa su Canale5, ce le ha spiegate in questa intervista.
Nicola, con Quarta Repubblica porterai la politica e l’economia in prima serata su Rete4: sfida impegnativa…
Sì, l’avevo già fatto in Rai ma ora sono tornato a Rete4 in prima serata ed è una cosa che mi emoziona, come ovvio, perché la prima serata è tutto un altro pubblico. L’editore mi ha detto di fare una cosa ben fatta, seria, autorevole, quindi sono proprio contento di questa opportunità. Come mi disse un vecchio direttore, tu hai un pezzo di carta bianca tra le mani e ti pagano per almeno due o tre mesi per disegnare le cose più belle del mondo. Non so se saranno le cose più belle del mondo, ma sono libero di disegnare quello che voglio, quindi non vedo l’ora di iniziare.
Quali saranno le differenze con Matrix?
Matrix ha un suo dna, è una trasmissione che ha una sua storia, è nata con Enrico Mentana e quando sono entrato in quel contenitore, esso stesso in realtà mi ha contenuto. Qui invece sto veramente scrivendo da zero. Ci sarà più politica e anche qualche gioco che noi facciamo nell’essere irridenti nei confronti della politica con Paolo Hendel, che tornerà con un personaggio straordinario, un sovranista fatto proprio per noi.
A proposito di sovranismo: esiste un’informazione sovranista e una anti-populista?
Tutte stronzate. Quando dicono che non ci devono essere le piazze in televisione, io che non ho mai avuto le piazze penso una cosa molto semplice: non ci devono essere le piazze in televisione ma bisogna che i giornalisti stiano più nelle piazze, nei bar, nelle metropolitane, in giro, che vadano nei posti normali ed escano da questi studi dove rischiano di essere 24 ore al giorno. Tu mi stai riprendendo con un telefonino e otto o nove anni fa una cosa di questo tipo non era nemmeno possibile. Questa cosa in alcune enclave secondo me non l’hanno ancora ben capita.
I toni irriverenti della Zuppa di Porro (la tua rubrica quotidiana sui social) li terrai solo per il web?
Non ce la faccio: io farei solo la Zuppa di Porro dalla mattina alla sera! (sorride, ndDM). Nel mio ufficio, Mirko Pajè, il capo creativo, mi ha fatto uno stupendo graffito con la mia Zuppa di Porro, perché devo avercela sempre dentro. Qui non posso dire parolacce, non posso mandare a quel paese gli ascoltatori che non la pensano come me: quella è una roba da web e io la adoro. Zuppa di Porro tutte le mattine sul mio sito.