Mentre la politica si spacca e si azzuffa sulla nomina del nuovo Presidente Rai, lui, Marcello Foa, resta dov’è. In una nota, il giornalista, la cui designazione ai vertici di Viale Mazzini era stata bocciata dalla Vigilanza, ha comunicato che per ora rimarrà alla guida del CdA in qualità di consigliere anziano. Una decisione che ha già destato reazioni.
“Oggi ho informato i miei colleghi del Consiglio di Amministrazione che sono ancora in attesa di indicazioni dell’Azionista e che nel frattempo continuerò, nel pieno rispetto di leggi e regolamenti, a coordinare i lavori del Cda come consigliere anziano, nell’esclusivo interesse del buon funzionamento della Rai. Voglio sottolineare che in queste prime riunioni il clima all’interno del Consiglio è stato ottimo, di confronto franco e leale con colleghi di grandissimo valore, e che lo spirito che ci unisce è quello di servizio per la più grande azienda culturale del Paese“
si legge in una nota dello stesso Foa resa pubblica dalla Rai. Ma la posizione del giornalista, che resta in attesa di capire che ne sarà della sua nomina, ha già suscitato polemiche. Fnsi e Usigrai, ad esempio, hanno reagito contestando il suo attuale ruolo e mettendolo in guardia sui suoi limiti d’azione:
“Marcello Foa come consigliere anziano può esclusivamente convocare, e con urgenza, il consiglio di amministrazione per dare finalmente alla Rai un presidente di garanzia. Un qualunque altro atto che andasse oltre sarebbe una frode della legge e una usurpazione delle attribuzioni della Commissione di Vigilanza. L’autoproclamazione come ‘coordinatore’ del cda, figura non prevista da alcuna norma, più che una furbata lessicale è uno sfregio al Parlamento“.
Altrettanto polemico il deputato Pd Michele Anzaldi, che ha messo in discussione la legittimità del momentaneo incarico ricoperto da Foa.
“Siamo dunque di fronte ad una palese situazione di illegittimità, pertanto se davvero i consiglieri appena nominati intendono riunirsi per prendere decisioni aziendali diverse dalla nomina di un nuovo presidente, come ad esempio nomine di direttori o decisioni di interim, rischiano di pagare personalmente“
ha tuonato il deputato dem.
1. RoXy ha scritto:
2 agosto 2018 alle 20:51