La tv a volte propone dei casi inspiegabili. Sono i “misteri” dell’auditel, che premiano a piene mani programmi che, invece, analizzati un pezzo alla volta, lasciano profondamente a desiderare. E’ il caso de Il Capitano Maria, la fiction di Rai 1 che sta registrando ascolti molto alti, a fronte di una trama inverosimile ed una protagonista ormai limitata dai ruoli che interpreta.
Il Capitano Maria: una Vanessa Incontrada ripetitiva
Partiamo proprio da Vanessa Incontrada: chi non ricorda la sua spontaneità ed il suo sorriso travolgente ai tempi di Zelig? Ecco, dimenticateli, perchè l’attrice spagnola viene ormai ingaggiata quasi esclusivamente per ruoli tormentati e pesanti, angoscianti, nei quali mostra sempre la stessa espressione patetica. Il suo nuovo personaggio, Maria, è solo la replica di quelli interpretati per esempio in Un’Altra Vita e Scomparsa: stessi sospiri, stessi scatti, stessa ansia, una condizione in cui la Incontrada non tira fuori il meglio di sé, risultando poco espressiva e meno coinvolgente di quanto potrebbe. Certo, al pubblico questo mood piace, ma a forza di sfruttarlo e ripeterlo finirà per stancare.
Parimenti, la donna posta al centro della narrazione, creata nell’ottica del nuovo corso Rai dedicato alla forza della figura femminile, al contrario è un esempio pessimo. Il Capitano Maria, sulla carte e nelle intenzioni, è una sorta di Wonder Woman che porta su di sé il peso del mondo, che si divide tra lavoro e famiglia, dimostrando di essere una grande eroina, ma nei fatti questa donna non fa altro che dimostrare che non si possono coniugare carriera e famiglia.
E’ sì un ottimo capitano, ma è una madre che lascia molto a desiderare: 1) da quanto si deduce non ha adeguatamente aiutato la figlia dopo la morte del padre, facendola magari seguire da uno specialista, ed ora la ragazza è allo sbando; 2) quando si accorge finalmente che la figlia è sulla cattiva strada, la strappa un’altra volta dal suo contesto e la porta in un’altra città, ma dopo due giorni la figlia è su una strada peggiore e lei, troppo impegnata a lavorare, non se ne accorge neanche; 3) trascura anche il figlio piccolo spingendolo ad andare via con degli sconosciuti. Ebbene, se nella vita vera gli errori si fanno e le mamme, cariche di troppe responsabilità, ne fanno tanti loro malgrado, questo non dovrebbe accadere in una fiction che vorrebbe esaltare la figura femminile, perchè finisce così soltanto per impoverirla e renderla irritante.
Il Capitano Maria: una trama surreale e carica di troppi elementi diversi
A tutto questo bisogna poi aggiungere una trama assurda, che vede convergere in una piccola cittadina del sud un clan mafioso, cellule terroristiche, multinazionali senza scrupoli, il cyberspazio e una abilissima hacker minorenne, che da novella Peter Pan ha creato da sola una comunità di “bimbi sperduti” sottratti alle famiglie. Insomma, mancano solo l’attacco alieno e quello delle cavallette, poi gli sceneggiatori ci hanno messo dentro veramente tutto.
1. Travis ha scritto:
15 maggio 2018 alle 14:52