20
novembre

Ricchi e Poveri: Gad Lerner mostra le disuguaglianze e cerca i contrasti. Ma la soluzione non c’è

Ricchi e Poveri, Gad Lerner

Certe disuguaglianze sembrano impossibili da eliminare, almeno nell’immediato. E allora meglio raccontarle, magari evidenziando proprio quei contrasti che si vorrebbero rimuovere per sempre (non senza un legittimo slancio utopico). E’ quello che sta provando a fare Gad Lerner in Ricchi e Poveri, il suo nuovo ciclo di inchieste in onda la domenica su Rai3 e dedicato, appunto, alle disparità sociali.

Se di recente il piccolo schermo si è divertito a raccontare i (giovani) ricchi con i loro eccessi al limite della cafonata, in questo caso Lerner ha fatto l’operazione opposta. Nelle sue inchieste, realizzate in Italia e all’estero, il giornalista ha concesso uno spazio privilegiato ai poveri, alle persone trovatesi a vivere situazioni di indigenza anche totale. E i ricchi, che pure compaiono negli interessanti reportage dell’ex Infedele, vengono spesso osservati con circospezione. Come se avessero qualcosa da farsi perdonare.

Lo si è visto anche nelle sequenze iniziali della seconda puntata (in onda ieri), dedicate alla strana convivenza che avviene a Milano tra un lussuoso hotel a cinque stelle ed una mensa per poveri, adiacenti ma separati da alcune barriere urbanistiche. A colloquio con la proprietaria dell’albergo, Lerner ha provato a far risaltare il contrasto tra i facoltosi clienti della struttura ed i frequentatori dell’istituto caritatevole. In particolare, ha improvvisato un parallelismo furbetto tra l’arabo povero della mensa e quello ricco dell’hotel, sperando forse di giocarci sopra. Tentativo sabotato. “Non è escluso che tanti ospiti della mensa qui vicina abbiano più dignità di viaggiatori col portafoglio pieno” ha chiosato la manager. E il giornalista ci ha riprovato anche con il religioso che gestisce l’accoglienza dei bisognosi, il quale ha però parlato di “giusta e doverosa separazione“, evitando così i toni della contrapposizione.

Decisamente più tagliente, invece, il reportage realizzato al confine tra Messico e Stati Uniti, dove il giornalista ha documentato storie e disuguaglianze che solitamente sfuggono al racconto sintetico dei telegiornali (lì la questione si esaurisce spesso con qualche dichiarazione di Trump sul tanto criticato muro). Allarmante il capitolo sulla sanità in Molise, emblema di un Paese che ancora non ha eliminato certe odiose ingiustizie come quelle di chi deve pagare di tasca propria per accudire un parente disabile.

Come già dimostrato nelle sue precedenti inchieste per Rai3 su Islam ed operai, anche stavolta Lerner ha dato prova di saper costruire un racconto ben assemblato, che – nonostante la tarda ora della messa in onda – riesce a destare interesse e suscitare interrogativi. Domande impegnative, che in realtà non trovano immediata risposta se non attraverso soluzioni ipotetiche, teoriche ed opinabili, come quelle proposte dall’economista Joseph Stiglitz a conclusione della seconda puntata.

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