Occorre arginare lo strapotere degli agenti delle star a Viale Mazzini. Ne è convinta la Commissione di Vigilanza Rai, che è al lavoro su un atto di indirizzo che spinga il servizio pubblico a regolamentarsi contro gli eventuali conflitti di interesse dei manager delle star. A comunicare l’impegno della bicamerale in tal senso è stato il presidente Roberto Fico, il quale ha denunciato la necessità di disciplinare “un fenomeno che va avanti da tempo”.
“La Commissione di Vigilanza è al lavoro su un atto di indirizzo affinché la Rai adotti un regolamento per superare i conflitti di interesse degli agenti delle star. Si tratta di una importantissima questione che riguarda la gestione e la trasparenza dell’azienda radiotelevisiva pubblica. La Commissione affronta il tema da anni ed era già intervenuta, come ricorderete, con il parere sul contratto di servizio, contratto mai firmato da Rai e Ministero dello Sviluppo Economico. Andiamo dunque avanti con lo strumento dell’atto di indirizzo perché si regoli finalmente un fenomeno che va avanti da tempo e si evitino i conflitti di interesse in capo agli agenti dello spettacolo, in modo che si possa innovare maggiormente sul piano dei palinsesti e si pongano le condizioni per l’emersione di nuovi talenti. Il servizio pubblico ha una grande responsabilità su questo punto“.
Con queste parole, comunicate tramite il suo profilo Facebook, il presidente della Vigilanza ha ribadito l’intenzione di spingere l’azienda di Viale Mazzini a mettere dei paletti allo ’spadroneggiare’ dei più influenti manager delle star. Un proponimento, questo, che appare condivisibile. E forse non è un caso che la nota dell’onorevole pentastellato sia arrivata nei giorni in cui il servizio pubblico ha presentato i propri palinsesti per la prossima stagione autunnale, non senza le polemiche per il rinnovo di contratto milionario a Fabio Fazio (criticato dallo stesso Fico, che lo ha definito “comunista col portafoglio a destra“).
Da una parte, nessuno intende negare agli agenti dello spettacolo di fare il loro lavoro, dall’altra non è però accettabile che sempre più spesso i palinsesti vengano “decisi” non dai direttori di rete ma dalle mosse di manager che gestiscono i loro assistiti con veri e propri pacchetti ‘prendere o lasciare’.
La speranza che possa cambiare qualcosa si unisce ad un altro auspicio da tempo formulato in Rai e mai concretizzato: quello di dare più spazio alle case di produzione indipendenti. Noi avremmo qualcosa da dire. E da dare.
1. Nina ha scritto:
5 luglio 2017 alle 18:52