Report rinnova il suo patto di fiducia con il pubblico anche per la prossima stagione. “Continueremo a raccontare le storture del Paese, non sapremmo fare altrimenti” ci assicura Sigfrido Ranucci, che da ottobre tornerà in prime time su Rai3 alla guida dello storico programma d’inchiesta ideato da Milena Gabanelli. E anche quest’anno ci sarà da battagliare, sia sul campo sia in palinsesto, come il giornalista e conduttore romano ci ha chiaramente fatto capire in questa chiacchierata.
Sigfrido, Report riparte…
Ripartiamo ad ottobre, purtroppo di lunedì. Io speravo di tornare la domenica visto che Fazio ha traslocato su Rai1. Non è stato possibile, continueremo a vendere cara la pelle contro le grandi fiction raccontando la pancia del Paese e quello che non funziona nel Paese.
Ti sei abituato al ruolo di successore di Milena Gabanelli?
No, Milena è insostituibile. Io sono più umilmente Sigrido Ranucci, cerco di coordinare una squadra straordinaria che in questi anni ha raccontato le storture del Paese e continueremo a farlo perché non sapremmo fare altrimenti.
Nelle più recenti puntate sembrava quasi che aveste ulteriormente alzato il tiro delle vostre inchieste. E’ così?
Abbiamo continuato a fare quello che abbiamo sempre fatto. Può essere stata solo una coincidenza, una concentrazione di fatti legati a quello che scopri. Non sempre, infatti, si riesce a scoprire ciò che merita d’essere scoperto. Quello che è certo è che, quando troviamo qualcosa da raccontare, la verifichiamo e la raccontiamo al pubblico che è il nostro unico editore.
All’inizio della tua conduzione c’erano state un po’ di polemiche, una tra tutte quella sui vaccini…
Le polemiche erano cominciate anche prima. Perché le prime due puntate sono andate benissimo quando abbiamo parlato di cuochi e di Coca cola, poi abbiamo fatto un’inchiesta sull’Eni e sull’Unità e lì sono cominciate le polemiche.
Forse avete dato fastidio a qualcuno che non doveva essere scomodato?
Bisognerebbe chiederlo a chi ha protestato. Noi abbiamo continuato a fare il nostro lavoro e lo faremo ancora. Perché sono orgoglioso di dirlo: siamo stati sempre e continueremo ad essere in una Rai libera che ci ha consentito sempre di fare il nostro lavoro.
Quindi non è vero che in Rai ci siano più restrizioni per motivi politici?
Io non ho mai subito censure. Quando ho avuto la possibilità di avere delle informazioni verificate le ho sempre date.