14
aprile

Sorelle: l’assassino era il maggiordomo

Sorelle - Giorgio Marchesi

Sorelle - Giorgio Marchesi

Quando si indaga su un giallo, che sia al cinema, in tv o tra le pagine di un libro, arriva spesso il momento in cui si dà la colpa al maggiordomo. E’ il momento in cui si getta la spugna e ci si arrende dinanzi alla soluzione più semplice, più elementare, quella che è sotto gli occhi di tutti: il maggiordomo è sempre presente, è dappertutto, in bella mostra e proprio per questo nessuno lo nota più. Ecco: in Sorelle il colpevole era al centro della scena, lo è stato fin da subito, così tanto che veniva da scartarlo perchè troppo banale.

Sorelle: un finale scontato

L’assassino di Elena altri non era che Roberto (Giorgio Marchesi), suo marito, il primo ad essere stato incolpato, l’unico ad essere indagato fino ai minuti finali. Colui per il quale si è aperto un processo che è stato il cuore della fiction e che alla fine lo ha proclamato innocente, assolto per non aver commesso il fatto… di cui invece si era macchiato!

Un finale scontato, che lascia l’amaro in bocca perchè da un giallo così coinvolgente ci saremmo aspettati altro rispetto all’eterna guerra di nervi del gatto col topo, nella quale le forze in gioco restano sempre le stesse senza veri grandi colpi di scena e con una reiterazione di meccanismi che svilisce.

Questo epilogo annunciato fin dall’inizio, anzi, dal trapassato remoto nel quale Roberto aveva tradito la sua donna con la sorella di lei senza avere neanche il coraggio di confessarglielo per primo, quantomeno è stato confezionato bene. A volerli vedere, gli indizi sulla sua colpevolezza e sulla totale mancanza di giudizio di Chiara c’erano tutti, ma grazie ad un coup de théâtre finale ogni cosa è stata capovolta, svelando il vero movente: il ricatto messo in atto da Elena ai danni dello stesso Roberto, reo di aver costruito la propria carriera di ingegnere su una laurea falsa.

La sensazione, comunque, è che i colpevoli in Sorelle siano stati almeno tre. Il primo, ovviamente, è Roberto. La seconda è Chiara, che essendo innamorata dell’uomo ha voluto credere per forza alla sua innocenza negando l’evidenza e ignorando i consigli di tutti, perfino quelli della sorella… sorella che, dopotutto, portandoglielo via quando ancora erano ragazzine, si è presa quel fardello rimettendoci la vita.

E il terzo è Ivan Cotroneo, l’autore che nei suoi lavori parte alla grande lasciandoci però sempre con la sensazione che avrebbe potuto fare molto, ma molto di più. Di questo passo si finirà col considerarlo sopravvalutato.

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9 Commenti dei lettori »

1. controcorrente ha scritto:

14 aprile 2017 alle 10:41

concordo abbastanza con la recensione.. forse ci son stati pochi risvolti nel mezzo di questa serie.. che tra la 2da e la 5a puntata non ci ha dato granche’ di importante ma solo contorno… credo che la sceneggiatura sia stata l’unica nota dolente di questa fiction.. sia il personaggio di Elena(la sorella morta) sia quello della madre Antonia (Loretta Goggi).. potevano essere scritti in maniera piu’ completa.. rendendole colonne portanti assieme al ruolo di Chiara (Anna Valle) e anche la parte delle indagini .. scritta con molta approssimazione
peccato perche’ la storia in se.. se ci pensate .. (le 2 sorelle.. una che ruba il ragazzo all’altro..la morte di una di loro.. il paranormale che si intreccia al reale) era originale e avvincente !!



2. Michele ha scritto:

14 aprile 2017 alle 11:24

Ho apprezzato l’idea di riportare il mistery su Rai 1 invece della solita fiction investigativa procedurale.
Ma senza una buona scrittura non si va da nessuna parte. Finale degno di una mediocre soap.

Invito gli sceneggiatori a guardarsi Big Little Lies (di HBO). Quello sì che è un finale.



3. Vince! ha scritto:

14 aprile 2017 alle 12:38

Diciamo che la non facile commistione tra giallo e soprannaturale qui è riuscita decisamente meno bene che nella “Porta Rossa”, ma in quel caso c’era la mano di un esperto giallista come Lucarelli. Il tocco di Cotroneo si vedeva nella costruzione e in certe dinamiche dei personaggi, soprattutto i ragazzi.



4. Lella ha scritto:

14 aprile 2017 alle 13:27

Finale molto stiracchiato, noioso e scontato.
Cotroneo cj ha abituato a ben altri livelli e anche ultimamente la RAI ha proposto prodotti molto validi. Da ultimo Doctor Foster.



5. Giuseppe ha scritto:

14 aprile 2017 alle 14:02

L’idea era bella, la ficttion è stata piacevole ma il finale deludente, un finale già visto anche in tanti film cui l’assassino alla fine era proprio l’imputato che da prassi dovrebbe essere il primo da scartare.



6. Mara ha scritto:

14 aprile 2017 alle 15:37

Forse è stato un finale scontato per chi si aspettava fosse solo un giallo. Ivan Cotroneo non scrive gialli nel vero senso della parola. Per esempio, “Una grande famiglia”…nel finale della prima stagione, riapparse dal nulla Alessandro Gassmann e disse “siamo tutti i pericolo!” e poi titoli di coda. Tutti si ritennero delusi dalla banalità, oltre che dal finale aperto.
In realtà, a mio parere, si trattava di un genere di fiction il cui senso era nello scorrere delle puntate e non nel finale: le dinamiche tra i personaggi, le loro reazioni, i loro scheletri nell’armadio.
Per quanto mi riguarda, quando si è scoperto che Roberto era l’assassino, ho pensato prima che il movente fosse stato il vero “mistero” da decifrare e poi che l’amara consapevolezza di Chiara di essere stata tradita, poi averci creduto, poi esser stata tradita, ed averci creduto, ed esser nuovamente tradita, fosse il senso di tutto.



7. Fra X ha scritto:

15 aprile 2017 alle 12:31

Non sò se l’ autore sia lo stesso, ma anche in “Un’ altra vita” si giocava sul rapporto tra la protagonista ed il presunto colpevole con un finale simile se non erro. Marchio autoriale purtroppo o per fortuna. XD


In realtà, a mio parere, si trattava di un genere di fiction il cui senso era nello scorrere delle puntate e non nel finale: le dinamiche tra i personaggi, le loro reazioni, i loro scheletri nell’armadio.”

Quoto! E poi ho trovato più interessante ed affascinante questa miniserie piuttosto che U’AV, minestrone per me indigesto e piuttosto irritante.
Riguardo “La porta rossa”, tutt’ altro tipo di opera, pomposa e poliziesca con il tema musicale che all’ inizio ti affascina, ma che per me a risentirlo alla 10 volta vuoi mettere muto XD.



8. Fra X ha scritto:

15 aprile 2017 alle 12:38

Comunque riguardo ai finali, visti i personaggi in campo che si doveva fare? Io trovo peggio quando ci si inventa colpi di scena assurdi e fini a se stessi che lo spettatore rimane così O_O per tipo 5-10 giorni!



9. Fra X ha scritto:

15 aprile 2017 alle 12:40

Ma Lella è Lello? XD



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