Come se nulla fosse. O quasi. Dopo la bocciatura del piano editoriale sull’informazione Rai e le conseguenti dimissioni di Carlo Verdelli, che ne era il responsabile, il DG di Viale Mazzini Antonio Campo Dall’Orto prosegue l’approfondimento sul progetto in questione. E resta al suo posto. Nei giorni scorsi, il top manager ha esposto al CdA le linee guida attorno alle quali stanno procedendo i lavori. In una nota, la Rai parla di progetto “fortemente innovativo”, anche se – a giudicare dalle indiscrezioni – sarebbero state proprio le eccessive trasformazioni a stroncare la prima versione del documento.
Dopo lo stop da parte del CdA, infatti, lo stesso Verdelli aveva infatti parlato di piano “bocciato e accantonato, perché ritenuto pericoloso e irrealizzabile“. Stando ai rumors, tra le linee guida più contestate ci sarebbe stato il trasferimento del Tg2 a Milano e la formazione di macroregioni, ma anche l’integrazione tra Rainews e Tgr (clicca qui per approfondire i dettagli della prima bozza).
Nelle 83 pagine del documento siglato da Verdelli – di cui Il Foglio riporta i punti chiave – si sottolineava inoltre la mancanza di differenze tra le tre edizioni principali dei tg (mattino, mezzogiorno, sera), che pure segnano “tre tipi di pubblico e anche tre esigenze informative differenti“. Di conseguenza, per l’inizio del 2017 si prospettava il lancio di nuovi format e di nuove scenografie, con luci e soluzioni adatte a rendere marcata la tripartizione temporale. Da evitare, poi, le ’sovrapposizioni’ tra le testate.
Nel piano si chiedeva pure di limitare al massimo le immagini di repertorio, di evitare le frasi fatte, di accorciare la lunghezza delle sigle e sperimentare tentativi di doppia conduzione o conduzione con ospite. Poi, più spazio alla rete e allo sport. Il tutto, in attesa della sinergia con la grande area web in via di creazione, di cui dovrebbe occuparsi Milena Gabanelli.
E, adesso, Campo Dall’Orto riparte da qui. Dal lancio della nuova piattaforma web e social, un progetto che “corrisponde in toto a Rai Play dal punto di vista dell’innovazione“. Rai Play che – aggiungiamo – già esisteva. Il DG ha parlato poi di evoluzione e differenziazione dell’offerta generalista, di aumento degli spazi di approfondimento e della nascita di un nuovo canale di informazione e cultura destinato alla proiezione del nostro Paese nel mondo.
Dopo la prima bocciatura emessa dal Cda, la credibilità dell’operazione risulta in parte indebolita e ci si chiede se, alla fine, l’innovazione promessa da Campo Dall’Orto non si trasformerà in innovazione solo sperata, magari a seguito di un restyling allettante e macchinoso, ma di facciata. Staremo a vedere. Le prossime tappe prevedono una prima illustrazione alla Commissione di Vigilanza (che potrebbe avvenire già il 17 gennaio) e il confronto con i direttori di testata e le rappresentanze sindacali.