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IL COLLEGIO: UNO SPECCHIO (POCO REALE) DELLA REALTA’ DI OGGI PIU’ CHE DI ALLORA

di Giovanni Rossi

03/01/2017 - 11:00

IL COLLEGIO: UNO SPECCHIO (POCO REALE) DELLA REALTA’ DI OGGI PIU’ CHE DI ALLORA

Il Collegio

Se una delle principali missioni della tv è quella di intrattenere, non si può certo dire che Il Collegio non abbia fatto la sua parte. Un gruppo di 18 adolescenti (clicca qui per sapere chi sono) in arrivo da ogni parte d’Italia è stato privato di tutti gli agi – tecnologici e non – del giorno d’oggi, e catapultato in un collegio degli anni ’60 (l’Istituto Celana, nella bergamasca) per vivere all’insegna dei dettami di allora. Se nel complesso Magnolia e Rai 2 hanno regalato allo spettatore due ore di svago, strappando a tratti anche qualche risata, il prodotto ha rivelato luci e (molte) ombre, forse fisiologiche per un programma al suo debutto (clicca qui per gli ascolti) ma comunque a tratti evitabili.

Buona, innanzitutto, la scelta del cast: i diciotto alunni compongono una classe ben assortita e che si adatta facilmente ad uno show televisivo. C’è la ragazza tutta trucchi e selfie, la stangona ribelle, il belloccio napoletano e strafottente, il nerd che dice di somigliare ad Harry Potter, il milanese con piglio berlusconiano. La piccola grande pecca, tuttavia, è che la maggior parte dei ragazzi sembrava avere la consapevolezza di doversi adattare alla telecamera con la coscienza – probabilmente maturata dopo ore davanti alla tv e ai social – di cosa il pubblico si aspettasse e di cosa il pubblico gradisse. Il risultato, salvo qualche rara eccezione, è stata un’accozzaglia di gag e strafalcioni davvero poco naturali che, forse sì, sono legittimi in età adolescenziale, ma hanno tolto genuinità al prodotto finito.

Per non parlare poi dei professori e dei due sorveglianti: la loro recitazione, soprattutto in alcuni casi, era fin troppo teatrale e sicuramente inadatta ad un programma che si presenta come un docu-reality e che, proprio nel suo nome, presuppone verità. Non si può quindi pretendere che i collegiali non scoppino a ridere in faccia ad un sorvegliante che li richiama come se stesse declamando una tragedia di Shakespeare, o ad un insegnante di italiano che nemmeno crede al copione che ha probabilmente imparato a memoria.

La scrittura è curata ma eccessiva; il montaggio, invece, sembra rivelare ad un occhio attento qualche problema in fase di produzione. La location invece si è rivelata perfetta: un collegio vero, in tutto e per tutto, che ha funzionato regolarmente fino a qualche anno fa e che è riuscito a dare, in questo contesto, una atmosfera austera e, in questo caso sì, veritiera. Promossa anche la scelta di impiegare Giancarlo Magalli come voce narrante dello show: con fare rassicurante e professionale ha tenuto insieme le fila della puntata, e intervallato la vita dei collegiali con filmati dell’epoca in cui raccontava come si viveva negli istituti di allora.

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4 commenti su "IL COLLEGIO: UNO SPECCHIO (POCO REALE) DELLA REALTA’ DI OGGI PIU’ CHE DI ALLORA"

  1. Mi auguro che questi ragazzi siano bravi attori perché se così non fosse vedo, all'orizzonte, una mandria di maleducati e somari, anche se la colpa non è solo la loro, ma dei loro genitori. In ogni caso non mi meraviglio più di tanto visto chi attualmente ci governa.

  2. Questo programma dimostra quanto siamo indeboliti emotivamente ( compresa me ovviamente). Sarebbe stato un sogno letteralmente se il collegio fosse così negli anni ' '60 ma anche '70. Sono nata in un paese comunista, praticamente eravamo dei piccoli soldatini nel vero senso della parola. Quello che vedo mi fa venire un sorriso sulle labbra perché questo è una versione del collegio degli anni '60 molto, ma molto addolcito: lol Ps. Complimenti per la scelta del personaggio della signora Sorvegliante, veramente in gamba.

  3. io sono nato nel 1955, è stato in collegio dal 1960. e quel che vedo in questo reality sembra tutto una festa in confronto a quel che ho subìto con le suore gli istitutori e i preti.

  4. GiginuCarolla dice:

    si ma mancavano gli schiaffoni, le bacchettate sui dorsi delle mani, i ceci sulle ginocchia... e non ditemi che ne 1961 non c'erano queste cose, anzi era la regola! uno schiaffo a scuola e venti a casa!