29
agosto

IO SONO LIBERO: RAI 1 RICORDA LIBERO GRASSI NEL 25° ANNIVERSARIO DELLA SUA MORTE

Alessio Vassallo in Io sono Libero

Sono trascorsi 25 anni dalla mattina in cui è stato ucciso Libero Grassi, un cittadino comune, un imprenditore che ha pagato con la vita la sua opposizione pubblica alla cultura mafiosa. Rai 1 inaugura questa sera alle 21.25 la nuova stagione della fiction con Io sono Libero, una docu-fiction che racconta proprio la storia dell’imprenditore, ed in particolare quei mesi in cui Libero Grassi ha spezzato il silenzio, l’omertà, in cui si è trovato isolato, fino a diventare il facile bersaglio di un clan mafioso.

La docu-fiction, della durata di novanta minuti, è una coproduzione Rai Fiction-Aurora Tv, e vede dietro la macchina da presa Francesco Micciché e Giovanni Filippetto, entrambi anche curatori del soggetto e della sceneggiatura insieme a Salvatore Basile e Nicola Lusuardi. Libero Grassi è interpretato da Adriano Chiaramida. Il cronista Marco, personaggio di fantasia, ha il volto di Alessio Vassallo, mentre Pina, la moglie di Grassi, è interpretata da Alessandra Costanzo.

Io sono Libero – Trama

Io sono Libero ripercorre gli ultimi otto mesi della vita di Libero Grassi, in un arco narrativo che va dal 10 gennaio 1991, giorno della pubblicazione sul Giornale di Sicilia della lettera al “Caro estorsore”, in cui Grassi dichiara pubblicamente di non volere sottostare alle richieste di pagare il “pizzo”, fino al giorno del suo omicidio, avvenuto il 29 agosto dello stesso anno. In questi otto mesi c’è tutta la sua storia di cittadino impegnato, di onesto imprenditore, di padre di famiglia, di catalizzatore di coscienze, di persona diventata all’improvviso personaggio pubblico. Otto mesi di intense battaglie contro il clan Madonia, ma anche contro i preconcetti e le insane abitudini di un’importante parte della borghesia imprenditoriale palermitana che lo isola e lo condanna.

La storia è raccontata attraverso gli occhi di un giovane giornalista, interpretato da Vassallo, che si occupa della cronaca di Palermo. Ha visto tante vittime della mafia, è scettico e diffidente, ma intuisce subito che in quella lettera al “Caro estorsore” c’è la presa di posizione di un uomo coraggioso, il primo imprenditore siciliano che dichiara a quali condizioni l’impresa privata deve sottostare se vuole sopravvivere in Sicilia.

Il cronista segue Grassi da vicino, passo dopo passo. Insieme a lui si ripercorre la battaglia che Grassi ingaggiò contro il clan dei Madonia, le fragilità, le debolezze, le speranze di un uomo che non ebbe paura di dire ‘no’. Il giornalista è un personaggio di pura invenzione, ma rappresenta la voce di chi, soprattutto nei media, cercò di spezzare l’isolamento di Libero Grassi in questa battaglia. Fu infatti Samarcanda, la nota trasmissione condotta da Michele Santoro su Rai3, ad accendere i riflettori su questa vicenda siciliana, e a portarla alle cronache nazionali, invitando Libero Grassi a partecipare in studio l’11 aprile 1991.

E fu sempre la televisione a ricordare il suo sacrificio, con l’evento del 26 settembre, in cui, per l’unica volta nella storia, fu organizzata una serata televisiva condotta prima da Santoro su Rai3 e poi da Costanzo su Canale5, in cui emerse in diretta la realtà di una parte di pubblico che insultava platealmente fino a minacciare chi ricordava Libero Grassi. Oltre alle scene di fiction dialogate e alle scene di ricostruzione, la docufiction prevede numerose testimonianze di coloro che conobbero Grassi (tra i tanti Felice Cavallaro, Tano Grasso, Nando Dalla Chiesa, Leoluca Orlando, Giuseppe Ayala, Umberto Santino, Simonetta Martone, Sandro Ruotolo, e naturalmente i figli Alice e Davide Grassi), e tanto materiale di repertorio: dalle immagini private della famiglia Grassi, ai telegiornali locali e nazionali che lo seguirono nei momenti più importanti.

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