MasterChef è tornato. Con la sua gara intensa, con le sue storie, con i casi umani, i talenti e i commenti sottili dei giudici che talvolta smontano e talvolta illuminano i concorrenti. E’ tornato lo show graffiante, con un montaggio capace di dare ritmo anche alla presentazione di cento e passa piatti, ed è tornato con centoventi chili di grinta in più: quelli dello chef Antonino Cannavacciuolo, il nuovo giudice che, lungi dal sentirsi l’ultimo arrivato, ha fatto da subito sentire la propria voce mettendo a volte bonariamente in riga i veterani Cracco, Barbieri e Bastianich.
MasterChef 5: giudici complici e distesi grazie alla new entry Cannavacciuolo
I quattro giudici chiamati a dire “sì” o “no” agli aspiranti concorrenti, e decidere così se meritavano o meno un’occasione, ad onor del vero hanno richiamato un po’ troppo alla mente X Factor. Ma l’identità del programma è troppo forte per potersi confondere, e la presenza di Cannavacciuolo con i suoi modi spicci e la voglia di fare piuttosto che parlare ha dato a MasterChef 5 un tono ancora più concreto che in passato.
Il volto di Cucine da Incubo non si fa incantare, e infatti avrebbe volentieri eliminato l’aspirante chef filosofo Giovanni che, invece, con le sue chiacchiere ha convinto gli altri tre. Il suo essere duro e puro, impermeabile agli inganni e alla poca sostanza, ha fatto sembrare quasi più buoni gli altri, che raramente nel corso della prima puntata hanno mandato a casa qualcuno senza pietà. Di contro Cannavacciuolo ha un cuore d’oro e, dinanzi alla madre single Erica e alla sua indubbia capacità in cucina, il gigante buono le ha portato di persona la sua bambina per farle coraggio.
MasterChef 5: concorrenti “personaggi”
Ci sono stati diversi concorrenti che hanno conquistato in massa i giudici, come l’ex anoressica Alida salvata dalla passione per i fornelli o la farmacista di provincia Marzia, che tra un viagra ingerito per sbaglio ed altri aneddoti improbabili ha mostrato una grande tecnica dietro l’immagine sui generis. Ma ce ne sono stati altrettanti che li hanno indispettiti all’unisono, come chi ha usato un dado di brodo industriale, chi ha presentato un piatto “paleozonico“, chi ha usato gnocchi e lasagne comprati piuttosto che farseli da sé, chi ha chiacchierato incessantemente per tutti e cinque i minuti che aveva a disposizione usando i giudici quasi come psicanalisti.
I quattro hanno cercato talento culinario ma anche caratteri marcati, in grado di creare spettacolo com’è giusto che sia. E li hanno trovati per ora nella sindacalista Lucia, nell’ingenuo Gianni, che viene dalla “regione fantasma” – il Molise -, nell’artista Gigi, in una karateka, in un musicista e in un cameriere.
Quello che rimane maggiormente impresso dall’esordio di MasterChef 5 è comunque il clima disteso e meno “imbalsamato” del solito, con i giudici pronti a divertirsi e giocare tra loro e con i concorrenti. Bisognerà vedere se questo spirito resisterà anche alla fine delle selezioni e all’avvio della gara vera e propria.
1. Griser ha scritto:
18 dicembre 2015 alle 13:39