19
maggio

GIORGIO BORGHETTI A DM: IN ITALIA CHI SCRIVE FICTION FA SOLO COPIA E INCOLLA E CHI RECITA FA SEMPRE SE STESSO. CENTOVETRINE VITTIMA DI UNA BARBARIE

Giorgio Borghetti

Ha iniziato la carriera di doppiatore da bambino, prestando la sua voce a personaggi indimenticabili, come Elliot, il piccolo protagonista di E.T. l’extra-terrastre, e Benji, il portiere del cartone animato Holly e Benji. Negli anni ’90 ha tenuto compagnia a tutti gli adolescenti che guardavano Beverly Hills 90210, doppiando David, il personaggio interpretato da Brian Austin Green. E sono moltissimi altri i personaggi delle serie americane – e gli attori di Hollywood (tra cui Bradley Cooper e Patrick Dempsey) – che siamo abituati a sentire con la sua voce. Stiamo parlando di Giorgio Borghetti, l’attore -  noto anche per aver recitato in moltissime fiction italiane (tra cui Incantesimo, Carabinieri, Centovetrine) e aver recentemente partecipato a Notti sul Ghiaccio – attualmente impegnato nel doppiaggio di Enrique, uno dei protagonisti di I Live with Models. Proprio la sit-com, in onda il martedì in prima serata su Comedy Central (qui maggiori info sulla trama), dà il la alla nostra chiacchierata.

Giorgio, chi è Enrique?

E’ un adolescente dentro al corpo di un uomo, un ragazzo un po’ ingenuo nel corpo di un figo e, proprio per questo, riesce a essere simpatico, affascinante e divertente allo stesso tempo. Doppiarlo è stato divertentissimo, soprattutto quando il direttore della sala di doppiaggio mi diceva: “cerca di essere meno intelligente” (ride, ndDM).

Qual è il punto di forza di questa serie?

I dialoghi, sicuramente. E poi le trovate che sono riusciti a mettere in scena. E’ una cosa mai vista prima. I protagonisti sono un cicciotello che fa il modello solo perché ha mani bellissime (Tommy, il personaggio interpretato da David Hoffman, ndDM), è l’istrione del gruppo e riesce a lasciare il pubblico sempre a bocca aperta, due ragazze stupende (le attrici Brianne Howie e Rebecca Reid, nei panni delle coinquiline di Tommy, Scarlet e Anna, ndDM) e, appunto, Enrique (interpretato da Eric Aragon). Tutto è fatto con intelligenza e buon gusto. Chapeau.

Cosa pensi degli attori che interpretano i quattro protagonisti?

Sono perfettamente assortiti. Sono tutti bravi. Riescono a essere sopra le righe ma nella misura, e questa è una grandissima qualità, difficile da realizzare. Non c’è nulla di trash e volgare.

La serie prende in giro il mondo della moda… Tu cosa pensi di questo mondo e che rapporto hai con la moda?

Se parliamo di glamour e charme ben venga. Se, invece, la leggerezza, tipica di questo mondo, scade nella frivolezza, non è più una cosa buona. Poi, ognuno segue il suo gusto. Io non ho un mio modo di vestire, mi vesto in base a come mi sento. Certo è che difficilmente mi troverete con una camicia… perché è difficile da stirare!

In America le sit-com funzionano molto. Perché, secondo te, invece in Italia se ne producono sempre meno? E cosa manca alla fiction italiana per competere con le serie americane?

In Italia, chi scrive fa solo copia e incolla e chi recita fa sempre se stesso, senza mettersi mai in discussione. Manca il coraggio. Così diventiamo banali. E’ un peccato che da noi non si riesca a fare cose un filo più di gusto e si vada avanti, invece, con i seriali… tutti già visti. Sono abbastanza polemico su questo argomento, lo so, ma sono stanco di vedere sempre le stesse cose, a cominciare dai polizieschi in quantità industriale. Non avremmo potuto fare noi qualcosa sulla moda? La moda è nata in Italia…

Nella tua carriera, qual è stato il personaggio più divertente da doppiare, quello più difficile e quello a cui sei più legato?

Il più difficile è stato Corky, il ragazzo down protagonista della serie “Una famiglie come tante”. Doppiare un ragazzo con la sindrome di down è quasi impossibile. Mi commuovevo mentre lo facevo… non è semplice starne fuori. Il più divertente… Enrique di I Live With Models; è stato molto divertente anche Max, della serie “Happy Endings”. Se devo pensare, invece, a quello a cui sono più legato direi Neil Perry, il ragazzo che doppiavo ne L’attimo fuggente (interpretato da Robert Sean Leonard, ndDM). Quel film ha fatto la storia.

Qual è invece il personaggio che avresti voluto o che vorresti doppiare?

Leonardo di Caprio in Romeo + Giulietta. Senza nulla togliere a Francesco (Pezzulli, la voce italiana di Di Caprio, ndDM) che è bravissimo, ma perché Di Caprio è un attore straordinario e doppiarlo sarebbe molto stimolante.

Stessa domanda, passando al ruolo di attore, visto che spessissimo sei anche davanti alla macchina da presa. Qual è il ruolo che avresti voluto interpretare?

Quello che devo ancora fare.

Che differenza c’è nella preparazione tra attore e doppiatore?

La differenza è sostanziale: quando lavori come attore, il copione ti viene dato molto tempo prima di andare in scena. Nel doppiaggio mai, è tutto all’impronta. Ci vuole un’immediatezza pazzesca.

Una parola sulla tua esperienza a Notti sul ghiaccio. La rifaresti?

Sì, la rifarei senza dubbio. E’ stata un’esperienza che lego a un concetto di rinascita umana e professionale, divertente e stimolante, faticosissima e… pericolosissima!!! Da allora, i pattini li ho sempre con me.

Una curiosità: con Selvaggia Lucarelli, che in trasmissione non ha risparmiato i suoi apprezzamenti su di te, vi sentite ancora?

Non ci sentiamo perché il mio numero non l’ha avuto. La seguo su Twitter, ma le cose d’amore che scrivo non sono per lei (ride, ndDM).

Inevitabile una domanda sulla chiusura di Centovetrine, di cui tu sei stato uno dei protagonisti.

Una barbarie. Non si chiude un lavoro che va avanti da tanti anni e che ha il suo zoccolo duro di pubblico. Non lo si può spostare a destra e a sinistra. Se lo fai, prendi in giro il pubblico, e se lo prendi in giro, il pubblico non ti segue più. Si sono comportati molto male, mi spiace proprio. E non solo a me. Basta vedere l’insurrezione che c’è stata, a difesa della soap, anche sui blog e i social network.

Infine, che progetti hai per il futuro?

L’anno prossimo sarò impegnato con una tournée a teatro, di cui non posso ancora dire il titolo. Posso parlare invece di un altro progetto teatrale che sto portando avanti: “Decalogo – Parte I, Comandamenti da I a V”, ispirato all’opera cinematografica del regista polacco Krzysztof Kieslowski. C’è anche un progetto al cinema, di cui pure non posso ancora anticipare nulla. E poi, tanto doppiaggio.

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1 Commento dei lettori »

1. kalinda ha scritto:

19 maggio 2015 alle 22:03

quanto è bono sto’ omo.



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