In Spagna la durata del prime time televisivo è diventata una questione di salute pubblica. La programmazione si protrae fino a notte fonda, con conseguenze negative sul benessere dei telespettatori: a lanciare l’allarme è stato il Ministero della Sanità iberico, che ha chiesto alle emittenti nazionali di modificare il palinsesto, anticipando l’inizio della prima serata. Il prime time, infatti, inizia abitualmente attorno alle 22.30, orario in cui gli spagnoli si accomodano davanti al piccolo schermo.
Lo stile di vita iberico, infatti, ha le lancette spostate in avanti rispetto alle nostre consuetudini. Basti pensare che in Spagna la maggior parte dei tg inizia alle 21 e che l’orario di massimo ascolto del prime time si attesti attorno alle 23.15. Così, i programmi in onda nella fascia oraria più prestigiosa si prolungano talvolta ben oltre le 2 della notte (ad esempio giovedì scorso il Grande Fratello Vip, iniziato alle 22:53 dopo un’ora di anteprima, si è concluso all’1:51 per poi dare la linea alla diretta dalla Casa). La Commissione nazionale per la razionalizzazione delle ore di lavoro ha però chiesto di invertire la rotta, denunciando come – per colpa della tv – gli spagnoli dormirebbero 53 minuti in meno rispetto agli altri cittadini europei, con conseguenze sulla salute, sulla produttività lavorativa e sulle percentuali di assenteismo.
La Commissione ha quindi chiesto alle emittenti di cambiare le abitudini televisive: finora, ad accogliere l’invito è stata solo l’emittente pubblica Rtve, che dal 2 marzo scorso si è impegnata ad iniziare le trasmissioni serali entro le 22.15 e a concluderle entro la mezzanotte. In tempi non sospetti, il gruppo televisivo aveva ricevuto critiche per la messa in onda di MasterChef Junior (seguito anche dai più piccoli) dalle 22.30 alle 00:30 in giorni feriali. Ora la situazione sembra destinata a cambiare.
“Rtve è particolarmente sensibile alla sua responsabilità di promuovere azioni per sviluppare un uso sano del televisore. Questo sano utilizzo si basa sulla razionalizzazione degli orari per migliorare la conciliazione tra lavoro e vita familiare“
ha dichiarato il Presidente di Rtve José Antonio Sánchez. Per il momento, le principali emittenti commerciali (quelle dei gruppi Mediaset España e Atresmedia) non hanno modificato la programmazione, che – all’insegna degli ascolti – prosegue fino a tarda ora.
E, mentre il pubblico spagnolo sembra dividersi tra abitudinari e ’salutisti’ catodici, la Federazione spagnola famiglie numerose si fa sostenitrice di un cambiamento nei palinsesti in nome del benessere, aggiungendo però che una razionalizzazione completa si raggiungerà solo se in Spagna si adegueranno non solo gli orari televisivi, ma anche quelli degli uffici e delle pubbliche attività.
1. a ha scritto:
17 marzo 2015 alle 20:50