Promossi
9 a Radio Italia live. Anche quest’anno il concertone di Piazza Duomo a Milano si conferma un evento, in grado di riunire oltre 100.000 persone. Nella notte meneghina la più acclamata è Laura Pausini che offre una grande performance di musica e spettacolo (con ben 3 cambi d’abito in tempo reale!). Meno in forma, rispetto allo scorso anno, Luca e Paolo che potevano risparmiarci la stessa gag di dodici mesi fa che li vedeva impegnati nell’encomio dell’artista di turno.
8 a Ricky Martin, ospite di The Voice 2. Era da un po’ che il cantante portoricano non si vedeva in Italia e vista l’età, ormai avanzata per una popstar che ha puntato tutto sul sex appeal, quasi ci si aspettava una performace in tono minore. E, invece, Ricky sul palco di Via Mecenate ha ribadito il suo status di popstar mondiale. Sarebbe il giudice/coach internazionale perfetto per un talent show nostrano.
7 a Mirco Petrilli. Happy ending per la tredicesima edizione del Grande Fratello che incorona meritatamente, con un televoto plebiscitario, il contadino laziale. Speriamo che non si monti la testa.
6 ad Amici 13. Il programma condotto da Maria De Filippi è risultato confezionato in maniera quasi impeccabile (promossi lo studio, la fotografia, le coreografie) e gli ascolti – seppur in netto calo – rimangono significativi per Canale 5. Tuttavia, a differenza di quello che accadeva un tempo, è mancata l’”anima del talent show”: ragazzi quasi in disparte e non messi nelle condizioni di farsi conoscere appieno, giuria senza credibilità, meccanismo non irresistibile (complice l’assenza del televoto). Paradossalmente, poi, mentre tutti i programmi si vestono di social, anche i più improbabili, il talent show (almeno in prime time) che sul web avrebbe una forza immane non cerca l’interazione con il proprio pubblico. A pesare, infine, le promesse disattese sul fronte ospiti, un vero e proprio smacco per Fascino.
Bocciati
5 alla casa del Grande Fratello, aperta al pubblico pagante. Quella che sembrava una bella iniziativa per l’affezionato pubblico del GF, nasconde in realtà una mera operazione commerciale. Fa sorridere che costi visitare più la casa del Gf che un museo.
4 a La Vita in Diretta. Paola Perego si è congedata dal programma dicendo: “non contanto gli addii ma conta quello che si è fatto”. Ecco, come buttarsi la zappa sui piedi visto che quello che si è fatto non ha portato nessun risultato. La decisione dei vertici Rai di rivoluzionare il pomeriggio ha rivelato tutta la sua insensatezza e poco importa il ‘peso de Il Segreto’ in assenza del quale, probabilmente, non avremmo assistito ad una debacle di tale portata. In tutto ciò a farne le spese non sono mica i dirigenti che hanno scelto il cambio della linea editoriale ma i conduttori, chiamati a sostituire una perfetta Mara Venier.
3 a Federica Panicucci. Con entusiasmo la signora del buongiorno di Canale 5 ha dato appuntamento alla prossima stagione di Mattino Cinque. Eppure – visto il mezzo flop di quest’edizione che, pur risultando gradevole sotto molti aspetti, ha ottenuto ascolti ben al di sotto della media di rete – il contenitore mattutino di Canale 5 sarebbe da ripensare. Anche in questa stagione il grande salto per Federica si è fatto attendere, complice la sparizione dai palinsesti di Tutti Dicono I love You.
2 a Emma Marrone al Radio Italia Live. La cantante salentina ha un repertorio valido ed è uno dei pochi personaggi femminili della scena musicale mediaticamente appetibile a 360 gradi, ma l’ostentazione della sua umiltà e delle sue radici ha un tantino stancato. Si rasenta l’assurdo (e forse pure l’irrispettoso verso il pubblico milanese) quando sul palco del megaconcerto, la donna, che indossava “tre mutande di platino”, “non ce la fa” a cantare “o mia bela madunina”, preferendo intonare una pressochè sconosciuta canzone pugliese che smontava di fatto la gag di Luca e Paolo.
1 all’ Aiart. L’associazione degli spettatori cattolici, dopo aver definito il GF un male della televisione commerciale, si rallegra per il drastico calo d’ascolti della “serie por*o” Il Trono di Spade, peraltro ritenuto ammortizzato dall’inadeguatezza del sistema di rivelazione dell’auditel.
1. giacomo bartoluccio ha scritto:
4 giugno 2014 alle 12:16