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DI PIETRO CONTRO CROZZA: “CONTRIBUISCI AL KILLERAGGIO MEDIATICO”. TONINO GRIDA AL COMPLOTTO TV

di Marco Leardi

04/11/2012 - 11:14

DI PIETRO CONTRO CROZZA: “CONTRIBUISCI AL KILLERAGGIO MEDIATICO”. TONINO GRIDA AL COMPLOTTO TV

Antonio Di Pietro

Sapete che c’è? Che adesso Antonio Di Pietro non ride più. Da quando Report ha dedicato una puntata all’uso dei fondi pubblici da parte del suo partito, il leader dell’Idv si è fatto tutto serio. Pare quasi impietrito, e guai a chi osa ironizzare. Ne sa qualcosa Maurizio Crozza, che venerdì scorso aveva sparato due battutine sui suoi presunti affari immobiliari, traendo spunto da alcune notizie riportate da Milena Gabanelli e dal Corriere. “Doveva cambiare il Paese, invece ha cambiato un sacco di case” ha detto il comico nello show Crozza nel Paese delle Meraviglie, su La7. Oh, non l’avesse mai fatto: Tonino lo ha bacchettato sul suo blog.

“Se persino una persona come te, che a quelle logiche faziose non ha mai obbedito, contribuisce a divulgare, in perfetta buona fede, le bugie che sono state dette in questi giorni, è segno che la campagna di disinformazione e calunnia ha raggiunto davvero livelli molto allarmanti

ha accusato l’ex pm parlando di “grandissime e sfacciate bugie” raccontate agli italiani e amplificate da “giornali e televisioni compiacenti“. Ma Report non era la quintessenza del giornalismo d’inchiesta? E Crozza non era un simpaticone che faceva scompisciare tutti con la sua ironia? Toccato sul vivo, Di Pietro ha reagito d’impulso, rispolverando pure lo spettro della macchina del fango

Tonino, in particolare, ha sentenziato che oggi in Italia ci sono giornalisti, conduttori e uomini di spettacolo prestati a “operazioni di killeraggio per conto del padrino politico di turno“. E sulla presunta reiterazione delle bugie sul suo conto ha denunciato:

E’ la legge su cui si basano tutte le campagne di calunnia e killeraggio politico e nessuno ci andava a nozze quanto Berlusconi. Pare che abbia fatto scuola (…) Io non ho a disposizione televisioni e conduttori, anche perché l’Italia dei Valori è l’unico partito che abbia rinunciato a posti nel cda Rai, nelle reti Rai e nei Tg, mentre tutti gli altri lottizzavano a man bassa

Di Pietro, dunque, ha spiegato di poter usare solo la rete, sulla quale egli ha iniziato a pubblicare le documentazioni che smantellerebbero punto per punto le accuse mosse contro di lui “in quell’agguato travestito da inchiesta“. Il leader Idv ha infine parlato di “calunnie” per toglierlo di mezzo politicamente, di “campagne scandalistiche” mirate ad ottenere la sua resa. Un refrain che ci sembra di aver già sentito da qualche parte…

Di Pietro ha iniziato così una battaglia personale contro una nuova e insospettabile macchina del fango. Quella che – a suo parere – vedrebbe tra gli artefici anche Milena Gabanelli e Maurizio Crozza.

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14 commenti su "DI PIETRO CONTRO CROZZA: “CONTRIBUISCI AL KILLERAGGIO MEDIATICO”. TONINO GRIDA AL COMPLOTTO TV"

  1. È esattamente uno «strumento per regnare», dimostrazione ne è proprio il fatto che i sondaggi sul gradimento dei partiti sono spesso direttamente proporzionali allo spazio che i partiti e i loro leader hanno in tv. Il Pdl in questo periodo funge da eccezione che conferma la regola, tante sono le problematiche che scuotono il partito di Berlusconi. Ma prevedo che presto la situazione tornerà alla «normalità». L'assetto televisivo è sempre quello e quando a governare sono gli altri ha sempre il gioco molto facile.

  2. Valerio, su queste cose la pensiamo più o meno allo stesso modo. Mi preoccupa, nello specifico, il modo in cui la televisione riflette questo clima e queste tendenze, continuando imperterrita a influenzare negativamente soprattutto chi fruisce di questo medium come fonte di informazione primaria. Un vero e inossidabile instrumentum regni.

  3. @ Giuseppe: ma la satira non può essere sottoposta agli stessi criteri dell'inchiesta giornalistica. Ora Di Pietro non può querelare tutti quelli che lo criticano, è un personaggio pubblico e se non vuole essere associato a Berlusconi per la facilità con la quale chiede i danni per ogni cosa venga detta sul suo conto (specie se detta dai satiri che in un paese libertario devono avere un margine di libertà molto ampio) non deve citare Crozza ma al massimo la giornalista che ha firmato il pezzo di Report, se davvero è convinto di essere stato diffamato. Io Report l'ho seguita domenica scorsa ed era abbastanza asciutta nei suoi rilievi, se anche avesse interpretato male dei documenti comunque si è basata su della documentazione e quindi, al di fuori dell'infelice tempismo dovuto alla rottura tra Pd e Idv ha comunque - spero per loro - fatto un servizio in buonafede. Se si parlasse di diffamazione mettendo l'inchiesta di Report alla pari di certe patacche (tipo il caso Boffo de Il Giornale) si porrebbe tutto sullo stesso piano: un'eventuale differenza di interpretazione delle carte (semmai fosse possibile interpretarle in modi differenti) e la menzogna costruita a prescindere per farcire un'altra notizia.

  4. 2. Giuseppe ha scritto: 4 novembre 2012 alle 11:25 «Personalmente non sosterrei mai un politico che ha favorito l’ascesa al Parlamento di personaggi come Scilipoti ed altri e che ha votato contro l’istituzione di una commissione d’inchiesta parlamentare sui fatti del G8 di Genova. Tuttavia proverei amarezza nel sapere che le accuse televisive rivolte a Di Pietro, “eroe” di Mani Pulite, hanno un fondamento». Concordo pienamente con te Giuseppe. Ci sono già motivazioni politiche che vanno ben oltre questa inchiesta giornalistica per non votarlo. A Scilipoti devi aggiungere Maruccio, De Gregorio, Razzi... È chiaro da anni che il principale limite di Idv sia lo stesso Di Pietro «presidente» del partito. La gestione egemone di Di Pietro si è rivelata fallimentare. I partiti personalistici sono pieni di limiti, hai visto come nel Pdl hanno dovuto aspettare un cenno di Berlusconi - tentennante e silente da mesi - per decidersi a fare le Primarie? E Vendola, che perse il Congresso di Rifondazione e invece di fare l'opposizione interna rappresentando la minoranza del partito, è uscito per farsi un partito dove a comandare fosse lui? E di Renzi, che vuole inoculare nel Pd la cultura della Tatcher (a cui Blair ha tratto aspirazione) riproponendo quell'idea di partito «liquido» tipicamente berlusconiano? E Maroni, nuovo leader indiscusso dopo la gestione totalitaria di Umberto Bossi nella Lega? La politica italiana è malata di personalismi, di autoritarismo (pensiamo a Grillo che pretende dai rappresentanti dei suoi elettori di rifiutare il confronto con gli altri nei talk), di autoreferenzialismo. Come meravigliarsi dei grandi dati di astensione? Mettendo una soglia di sbarramento alta nella legge elettorale i partiti che hanno malgestito l'Italia inducono a rivotare per loro, e così tutto rimarrà immutato. E chi non sale sul carro delle alleanze e non si conforma, rimane fuori senza rappresentanza e voce. Insomma, ognuno dovrebbe fare un bel po' di autocritica e non rimandare sempre il check-up di democraticità e di vicinanza coi problemi veri delle persone.