Usigrai



25
novembre

TgR, il dissenso all’AD Fuortes è in simulcast. «Decisione inaccettabile. Avvieremo mobilitazioni»

TgR

Il dissenso alla scelta dell’AD Rai Carlo Fuortes è stato espresso in diretta. Quest’oggi, a conclusione dell’edizione delle ore 14, i conduttori di vari Tg Regione hanno letto un comunicato in cui si definiva “inaccettabile” la decisione di chiudere l’edizione notturna dei notiziari regionali e si puntava il dito proprio contro il top manager. Allo stesso tempo, veniva annunciato l’avvio di forme di mobilitazione

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24
novembre

TgR della notte chiude da gennaio per «crollo di ascolti». Usigrai protesta

TgR

Il taglio, di cui si vociferava da tempo, è ormai pronto ad essere effettuato. In Rai si va verso la chiusura dell’edizione notturna dei Tg Regionali. Come confermato dall’AD Carlo Fuortes, l’appuntamento informativo – in onda poco dopo la mezzanotte – sarà cancellato già a partire da gennaio. La sola ipotesi di una chiusura, che già circolava, aveva innescato le proteste del sindacato Usigrai.

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2
luglio

Rai Sport in guerra con la Rai: negata la lettura del comunicato sindacale a Dribbling Europei. Via libera nel pre partita di Svizzera-Spagna con la replica dei vertici aziendali: «La Rai esprime stupore»

Sabrina Gandolfi

Sabrina Gandolfi

E’ guerra aperta tra Rai Sport e la Rai dopo la perdita della Coppa Italia, che nel prossimo triennio 2021/2024 sarà trasmessa da Mediaset. Dopo la protesta della testata, che ha accusato apertamente l’azienda di averla lasciata alla deriva, scoppia il caso Dribbling Europei: la Rai avrebbe infatti negato alla redazione sportiva di leggere un comunicato aziendale in diretta durante la trasmissione, in onda alle 13.30 su Rai 2. E’ quanto accusa Usigrai:

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10
marzo

Porta a Porta sospeso, la Rai replica a Bruno Vespa: «Decisione prudenziale». Usigrai: «Non si affanni a cercare presunti complotti»

Vespa e Zingaretti - Porta a Porta

Vespa e Zingaretti - Porta a Porta

Dopo le dure parole di Bruno Vespa sulla sospensione di Porta a Porta, non tarda ad arrivare la replica della Rai.


15
dicembre

POLITICS, LO SFOGO DI SEMPRINI IRRITA I VERTICI RAI. E IL SINDACATO ATTACCA: “SPIE IN REDAZIONE? FACCIA I NOMI”

Gianluca Semprini.

Lo sfogo di Gianluca Semprini non è passato sotto silenzio. E non poteva essere diversamente. Nell’ultima puntata di Politics, infatti, il conduttore si è congedato dal pubblico con un discorsetto in cui si è tolto qualche sassolino dalla scarpa e si è rivolto alla direzione di Rai3 senza peli sulla lingua. L’intemerata del giornalista è stata udita forte e chiara anche ai piani alti di Viale Mazzini, dove pare abbia suscitato reazioni a dir poco irritate.





3
marzo

PIANO NEWS, LA ‘CONTRORIFORMA’ DELL’USIGRAI: UNA SOLA NEWSROOM, INFORMAZIONE DELLE RETI RICONDOTTA ALLE TESTATE

Rai

Mentre il DG Rai Gubitosi riceve il via libera al proprio piano di riassetto dell’informazione, i giornalisti di Saxa Rubra preparano la controriforma. In un’assemblea promossa dal sindacato Usigrai svoltasi ieri a Roma, è stata presentata una proposta di riorganizzazione delle news alternativa a quella recentemente approvata dal CdA di Viale Mazzini. Alla conferenza plenaria dei giornalisti hanno partecipato, tra gli altri, il Presidente della Fnsi Santo Della Volpe, il segretario generale Raffaele Lorusso e il segretario nazionale Usigrai Vittorio Di Trapani.

Riforma news di Gubitosi: la controproposta di Usigrai

In particolare, i giornalisti riuniti in assemblea hanno proposto una riforma che preveda la creazione di una sola newsroom, sul modello Bbc, guidata da un solo direttore delle news. Inoltre hanno chiesto che l’informazione effettuata dalla reti sia ricondotta alle testate e che, quindi, anche i programmi di infotainment ed i talk show rientrino nella nuova struttura giornalistica. Tale riassetto – dicono – consentirebbe un’ulteriore riduzione degli sprechi e l’impiego di risorse interne all’azienda.

La proposta prevede anche la nomina di un responsabile editoriale che preservi l’identità dei marchi storici e il rafforzamento della presenza della Rai sul territorio con la copertura delle province. In linea teorica, tuttavia, quest’ultimo punto potrebbe rivelarsi il più difficile da attuare: secondo indiscrezioni, infatti, la riforma del servizio pubblico annunciata dal Governo prevederebbe un ridimensionamento delle sedi regionali. Durante l’assemblea sono stati auspicati una legge sul conflitto di interessi e un limite alla raccolta pubblicitaria.


14
marzo

LA GUERRA DEI FIOCCHI: USIGRAI NE CHIEDE UNO PER ROSSELLA URRU E PER LE MORTI BIANCHE

Fiocco Giallo per I Marò

Il sindacato Usigrai non ci sta: anche sui gesti simbolici occorre più riflessione e meno ‘discriminazioni’. Se raccoglie consenso unanime l’idea di condurre i Tg delle reti di Stato con un fiocco giallo, in segno di solidarietà ai Marò, vittime di un caso di diplomazia internazionale quantomeno singolare, ci si chiede perché si facciano dei distinguo. La richiesta più che altro si concentra sull’interrogativo: perché nessun simbolo per Rossella Urru?

Non tanto una polemica antimilitarista ma piuttosto un invito ad essere sempre dalla parte di tutti gli italiani tragicamente in ostaggio all’estero e più in generale una vicinanza ideale a tutte le lotte e le vittime che coinvolgono l’Italia come Paese e gli italiani come persone. Nel dettaglio ecco la richiesta di chiarimenti da parte del sindacato:

‘Sul fiocco giallo per i marò che indossano i conduttori di alcuni tg, iniziativa a quanto pare della Direzione generale della Rai, avremmo gradito essere interpellati. Poiché siamo tutti dalla parte dei militari italiani, che svolgevano il loro dovere in acque internazionali avremmo suggerito semplicemente di trovare un segno che mettesse insieme il caso che li riguarda con quelli di Rossella Urru e degli altri italiani sequestrati all’estero. Sarebbe stato un modo da Servizio pubblico per tenere insieme tutte le sensibilità‘.

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19
novembre

MINZOLINI SPENDE TROPPO E FA PUBBLICITA’ OCCULTA? MASI APRE UN’INDAGINE INTERNA.

Augusto Minzolini

I detrattori insistono, dicono che Augusto Minzolini sia un giornalista “caro” al Cavaliere. Vecchia storia, dessero un occhio alla sua carta di credito aziendale e cambierebbero idea: il direttorissimo è molto più caro a mamma Rai. Fanno discutere le “spese folli” del direttore del Tg1, che nell’ultimo anno avrebbe un tantino esagerato con i costi di rappresentanza. Pare infatti che il Minzo abbia prelevato 66mila euro – circa 5.500 euro al mese - dal fondo messogli a disposizione dall’azienda;  una cifretta che va ben oltre al tetto di spesa fissato da Viale Mazzini (tra i sei e i settemila euro l’anno). Mercoledì la questione è stata portata sul tavolo del Cda Rai e il Direttore Generale Mauro Masi, messo alle strette, ha deciso di avviare un’indagine interna sui rimborsi spese e trasferte presentati dal direttore del Tg1.

L’inchiesta servirà anche a verificare se il notiziario abbia effettuato pubblicità occulta a favore di un’importante compagnia di crociere. Sotto osservazione il fatto che il Tg1 abbia organizzato un concorso per famiglie (“Reporter d’alto mare”) in occasione del varo della nave Allure of the Seas e ospitato sei volte in otto mesi un dirigente della compagnia. Non è tutto, pare che Minzolini abbia pure usufruito di uno sconto per un soggiorno nel lussuoso albergo ‘Terme di Saturnia’, di cui il notiziario aveva intervistato il responsabile marketing. Ovviamente il direttorissimo si dice pronto a respingere le accuse di pubblicità occulta e a ribadire, come già aveva fatto per la carta di credito vivace, che ”tutte le spese sono motivabili. C’è un controllore per queste spese e mi ha detto che è tutto a posto”.

Intanto Masi ha deciso di non fare sconti al Minzo e di chiarire la vicenda, sollecitato dai consiglieri d’opposizione del Cda. In questi giorni al DG conviene stare in campana,  soprattutto dopo l’ampia sfiducia incassata nel referendum organizzato dall’Usigrai. Il dirigente della tv pubblica ha però pubblicamente sminuito l’esito di quella votazione, attribuendole un significato politico e interpretandolo  come un tentativo di intimorirlo. “Non puo’ che far rafforzare il mio impegno per una RAI autenticamente pluralista e con i conti in ordine e cio’ anche per tutelare il lavoro e i posti di lavoro dei giornalisti dell’Azienda” ha commentato.