Nanni Moretti sarà saltato sulla poltrona con uno dei suoi ghigni proverbiali: D’Alema si ritira dalla politica. Peccato che sia solo un tranello, l’ennesimo colpaccio che Le Iene mettono a segno smascherando vizi e difetti dell’italica politica. Si fa proprio fatica a contare tutti i deputati del Pd che accolgono con approvazione il passo indietro del compagno baffetto, uno stuolo che con ricami di parole non indifferenti manda un chiaro messaggio al principe della sinistra salottiera.
Ma nell’ottica del politically correct l’inviato in abito nero sguinzagliato da Parenti a Montecitorio porta scompiglio anche all’interno della Lega che già di suo vive un periodo turbolento tra fazioni e fazioncine, correnti e distinguo, rospi da mandar giù e turatine di naso. L’argomento è di quelli che funziona sempre. Nella stessa sera in cui Geppi Cucciari pungola il Trota da La 7 ci pensano i ragazzacci di Mediaset a dimostrare la diffidenza verso il piccolo Bossi in seno al Carroccio stesso.
Non viene risparmiato nemmeno il Pdl che viene irriso proprio nel terreno più delicato: la soggezione dei suoi appartenenti al carisma del leader. Basta che una finta agenzia riporti una fasulla dichiarazione del Premier che dà il via libera alle tasse per la Chiesa per scatenare un’ondata di ripensamenti davvero eloquente. L’eroico Scilipoti, solo per citarne uno, non ci pensa due volte a concordare con Berlusconi, peccato che lo scenario è solo di pura fantasia.