L’avvincente e incalzante tema del viaggio: da Aristotele a Vogler, da Ulisse a Emanuele Filiberto. E’ questo uno dei punti vincenti di Pechino Express, la nuova avventura targata Rai 2 che si prospetta come nuova frontiera del fragile regno dei reality. L’inizio è un po’ lento ed è segnato dalla febbrile preparazione delle valigie da parte delle dieci coppie protagoniste: dai tacchi sfavillanti di Costanza Caracciolo alla padella tascabile di Simone Rugiati, dalla stracolma Panda bianca del duo comico di Camera Cafè ai deliziosi cappellini di Costantino Della Gherardesca, in puro stile A spasso con Daisy. Solo dopo l’anteprima, Emanuele Filiberto si prepara a presentare la sua ultima creatura, organizzata secondo un obiettivo semplice ed efficace: un viaggio per l’India, il Nepal e la Cina segnato da condizioni avverse e da una forte temperanza.
I colori sfavillanti, le riprese in stile documentaristico e una colonna sonora desunta dai film più conosciuti e popolari rendono il ritmo del reality allegro e veloce, cristallino e divertente. La simpatia di Della Gherardesca, immortalato in una tinozza angusta e stretta nel pietoso tentativo di detergersi il corpo regalandoci “la più grande trashata prima del week-end” (qui la foto), è fondamentale per uno sviluppo narrativo che ha bisogno di un briciolo di pepe e autoironia per proseguire al meglio il suo corso. I capricci e la voce squillante di Simona Izzo, rimproverata e ammonita da un insofferente Francesco Venditti, sono, poi, quel tocco di glamour misto a comoda agiatezza a cui molti di noi sono abituati. Interessante è poi la versione imbranata e piagnona delle Veline, poco ferrate sull’inglese e perennemente bisognose di affetto e protezione.
Il viaggio è coinvolgente, il tempo determinante e le tappe ferrate e suggestive. Note vagamente stonate? Una presenza poco incisiva di Emanuele Filiberto (qui la nostra intervista) che sembra simile a un oracolo pronto a manifestarsi solo sporadicamente ai concorrenti della bollente India tramite walkie-talkie; le riprese troppo frequenti e strappalacrime alla popolazione autoctona provata dalla miseria; e una presenza minimale di alcune coppie, fra cui quella de “I promessi sposi” Carla Carlesi e Riccardo Corsi, illuminati da un minimo di interesse solo al momento dell’incidente in cui è incorso quest’ultimo.