polemiche



19
maggio

VERISSIMO: NELL’ULTIMA PUNTATA NON CI SONO GLI OSPITI ANNUNCIATI. E’ MALCONTENTO SUI SOCIAL

Verissimo - L'intervista a Selu Nieto

Si è conclusa sabato scorso la stagione 2013/2014 di Verissimo, il rotocalco del sabato pomeriggio di Canale 5 condotto da Silvia Toffanin. Una stagione che ha fatto segnare buoni ascolti e che Mediaset ha festeggiato anche per i grandi numeri ottenuti sui social network. Peccato che non sempre i fedelissimi follower si mostrano felici di ciò che vedono in tv e da ieri, per esempio, si sono scatenati contro il programma sia su Facebook che su Twitter.

Verissimo: ultima puntata senza Violetta

Motivo del malcontento sono le promesse non mantenute da Toffanin e soci riguardo l’ultima puntata. I più inviperiti sono i tanti fan di Violetta, che erano in fermento per l’intervista a Clara Alonso, colei che nella teen novela interpreta Angie, e che invece sono rimasti a bocca asciutta: dell’intervista, peraltro annunciata a pochi minuti dall’inizio della trasmissione su Twitter dalla stessa attrice argentina, non c’è stata traccia. La produzione ha cercato di mettere una toppa con un messaggio sulla pagina Facebook, poi bissato da un intervento personale dell’autore Max Novaresi.

“Il segmento dedicato ad Angie e a tutto il mondo di Violetta questa settimana non andrà in onda. Ci scusiamo con tutti voi, ma i tempi di registrazione si sono prolungati e ci hanno costretti a questa scelta. Lo potrete vedere settimana prossima nella puntata straordinaria di #Verissimo. Chiediamo ancora scusa a tutti voi, ma vi assicuriamo che non vi pentirete di quello che abbiamo fatto!”

Verissimo: Il Segreto, solito specchietto per le allodole?




26
marzo

ANTONIO PATUELLI (PRESIDENTE ABI) CONTRO LA FICTION LE DUE LEGGI: “E’ UNA STORIA AVVENUTA IN GERMANIA”

Le Due Leggi

Antonio Patuelli, Presidente dell’Abi (Associazione Bancaria Italiana), si schiera contro la miniserie Le Due Leggi che, dopo il misterioso slittamento di due settimane, ha debuttato ieri sera in prima serata su Rai1. Come riportato da TmNews, Patuelli, che ieri al momento delle dichiarazioni non aveva ancora visto la fiction, ha sottolineato che quanto raccontato, nella serie diretta da Luciano Manuzzi, è accaduto in Germania e non nel nostro paese.

“Io ho letto tutto quello che la Rai ieri ha reso noto e il tema è una trama avvenuta in Germania. Sottolineo una trama avvenuta in Germania, che è stata ambientata sorprendentemente in Italia.”

Il Presidente dell’Abi si domanda inoltre se la tv pubblica tedesca avrebbe ipoteticamente fatto il contrario, ovvero prendere un episodio controverso accaduto in Italia ed ambientarlo in patria.

“Pensiamo se fosse successo l’inverso, se una trama di questo genere fosse avvenuta in Italia. Pensiamo se la Radio Televisione Pubblica tedesca l’avrebbe ambientata in Germania o se l’avrebbe lasciata ambientata nel luogo dove si è verificata. Che si sia verificata in Germania è un fatto che deve far riflettere e noi confidiamo nella razionalità sia della presentazione che ne farà la Rai sia nella razionalità degli italiani”.

La fiction, che vede per protagonista Elena Sofia Ricci nel ruolo di direttrice di banca “pentita” in seguito al suicidio di un cliente cui aveva negato un prestito, ha ottenuto al suo debutto una media di 4.614.000 telespettatori ed uno share del 17.01%. Questa sera andrà in onda, sempre in prima serata, la seconda ed ultima parte (qui le anticipazioni).

Le Due Leggi – Foto

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17
febbraio

FESTIVAL DI SANREMO 2014: TESTI STUPIDISSIMI PER UN FESTIVAL POLITICIZZATO?

Uno Mattina Magazine a Sanremo

La settimana sanremese è appena iniziata e, come nella migliore tradizione festivaliera, iniziano già le polemiche e le recriminazioni ad opera in primis degli opinionisti dei vari programmi televisivi. Esperti di musica, giornalisti, personaggi dello spettacolo e qualche prezzemolina servono a smuovere le acque e ravvivare le atmosfere; dunque tutti nella cittadina ligure pronti a dare battaglia a Fazio e al Festival di Sanremo 2014 in generale.

Sanremo 2014: un festival di sinistra?

Le prime avvisaglie si sono avute già questa mattina all’interno del foyer del teatro Ariston, dove è stato allestito lo studio sanremese di Uno Mattina Magazine. Lorella Landi alle ore 11:25 ha aperto un primo dibattito commentando gli ospiti musicali della kermesse e ipotizzando un arrivo improvviso di Al Bano e Romina, la coppia ritrovata della musica italiana nel mondo.

Immancabile Iva Zanicchi, volto di punta Rai per i commenti sanremesi che, non paga della discussione già affrontata ieri a Domenica In, ha ribadito il suo scetticismo sulla manifestazione, rincarando la dose. Così l’aquila di Ligonchio ha sottolineato che nei tempi d’oro del festival alcuni dei big in gara quest’anno avrebbero forse gareggiato tra i giovani e, forte della sua carriera politica di europarlamentare di destra, ha affermato che ormai Sanremo è politicizzato, ironizzando a modo suo sull’argomento.

“Non c’è niente di male. Anche perché la cultura vera è sempre a sinistra. A destra è sempre molto out e non in”.

Sanremo 2014: testi stupidissimi con frasi cretine per Mario Luzzatto Fegiz





8
febbraio

PUPO VS SANREMO 2014: “FAZIO E PAGANI NON CREDO SIANO IN GRADO DI SCEGLIERE CANZONI DAL RESPIRO INTERNAZIONALE”

Pupo

Da Ti lascio una canzone all’imminente Festival di Sanremo, passando per il suo prossimo show in prima serata su Rai1, Enzo Ghinazzi in arte Pupo, in un’intervista a Il Tirreno, si rivela ancora una volta schietto e diretto. Il cantante dichiara di essere molto contento del buon debutto (circa 5 milioni di spettatori) ottenuto dallo show di Antonella Clerici, dove ricopre il ruolo di giurato, ma di preferire la vecchia formula con una giuria più cattiva (l’anno scorso fu accusato di aver fatto piangere una bambina):

Pupo: “mi piaceva di più la vecchia formula di Ti lascio una canzone”

“Mi aspettavo numeri molto più bassi, la concorrenza è agguerrita; la sfida ora è mantenere questi livelli. Sono tornato a Ti lascio una canzone per la stima che ho di Antonella Clerici e di Ballandi, anche se le repliche non mi piacciono, io vado sempre in cerca di cose nuove. E poi la formula più morbida di quest’anno, con una giuria meno “cattiva” non mi convince; mi piaceva di più la vecchia formula, in cui i concorrenti venivano giudicati normalmente, non per umiliarli, ma per abituarli a qualcosa di meno finto; d’altronde la Tv è molto spesso al limite della finzione.”

Presto su Rai1 con La mia banda suona il pop

Il ruolo di giurato per Pupo non è l’unico impegno di quest’anno con Rai1. Il cantante si prepara, infatti, ad una nuova avventura televisiva, un one man show, il cui titolo, come svelato da DM, è La mia banda suona il pop:

“La Rai ha già dato la disponibilità per fare due-quattro puntate test in primavera e poi, se va, replicheremo a settembre. Lo spettacolo è ispirato a un format straniero che ha avuto grande successo in Europa. Vuole essere una trasmissione musicale dedicata alle band emergenti, per farle suonare dal vivo, cosa che di solito non si fa nei talent.”

Pupo: “Mengoni e Emma cantano cose improponibili a livello interazionale”

E, a proposito di talent show, immancabile la stoccata sul genere tv più in voga degli ultimi anni:


12
gennaio

GLI ANNI SPEZZATI – IL COMMISSARIO: POLEMICHE E ACCUSE DI REVISIONISMO STORICO PER LA MINISERIE CON EMILIO SOLFRIZZI

Gli Anni Spezzati - Il Commissario

Revisionismo storico, appiattimento dei personaggi, sviste nella ricostruzione degli ambienti. Queste sono solo alcune delle critiche piovute su Gli Anni Spezzati – Il Commissario, prima ‘atto’ della trilogia incentrata sugli anni 70, diretta da Graziano Diana, in onda su Rai 1. Come buona parte delle fiction dal taglio biografico, anche la miniserie con protagonista Emilio Solfrizzi nei panni del Commissario Calabresi si è dovuta scontrare con il ricordo di chi quel periodo l’ha vissuto in prima linea, di chi quegli anni li ha studiati e analizzati a fondo, e di chi ha conosciuto di persona Luigi Calabresi. Particolarmente critico, Mauro Decortes, portavoce del circolo anarchico Ponte della Ghisolfa che, come riportato da La Repubblica, ha dichiarato:

“Si difenderanno dicendo che una fiction è un’opera di fantasia, ma allora non dovevano chiamare il commissario col nome di Calabresi e non dovevano ambientarla a Milano ma in una città di fantasia. Hanno fatto un’operazione orribile che ci ha ferito. Il bar degli anarchici a Milano non è mai esistito. Ma l’operazione è sottile: lo spettatore ha l’impressione di entrare in un bar di malviventi. Se alla fine si fa capire che non hanno messo la bomba, restano lo stesso delinquenti e drogati”.

Altrettanto critico Guido Crainz, docente di Storia contemporanea nella Facoltà di Scienze della comunicazione dell’Università di Teramo che, sempre sulle pagine de La Repubblica, boccia la serie:

“Nel momento in cui scompare il clima dell’autunno caldo, quello che accade dopo resta incomprensibile. Questo per me è l’aspetto centrale. Non se ne fa cenno e risulta incomprensibile, nella seconda puntata, l’emergere della pista nera. All’inizio del racconto non si spiega mai che la stragrande parte degli atti violenti sono fascisti: penso alle bombe dell’aprile e dell’agosto ‘69. La responsabilità principale è far scomparire le offensive di quei mesi, ignorare la pista nera, che era battibile da subito”.

Pur criticando gli autori, rei di non essere riusciti a restituire l’immagine autentica dell’Italia di quegli anni, Crainz salva alcuni punti della fiction.





14
novembre

LA FARFALLA GRANATA: FAMILIARI, AMICI E FAN DI GIGI MERONI CRITICANO LA FICTION RAI

La Farfalla Granata

La Farfalla Granata non ha spiccato il volo. A pochi giorni dalla messa in onda del film tv di Rai1 incentrato sulla vita del calciatore del Torino Gigi Meroni, morto a soli 24 anni nel 1967, le polemiche non sembrano placarsi. La fiction con protagonista Alessandro Roja, nei panni dello sfortunato giocatore, non è piaciuta alla famiglia Meroni, alle tante persone che conobbero Gigi nella sua breve esistenza, e ai tanti estimatori che ancora oggi, a distanza di 46 anni dalla sua morte, ricordano l’eclettico giocatore. Maria Meroni, sorella del calciatore, che da mesi aveva preso le distanze dalla produzione del film, realizzato senza alcuna consultazione della famiglia, ha espresso la propria delusione al quotidiano La Stampa:

“Gigi non era così, si è visto solo un romanzo rosa. La sua personalità era oltre la gallina al guinzaglio e la Balilla. Hanno fatto qualsiasi cosa, come usare le sue immagini nella bara”.

Grande delusione anche da parte dei responsabili dell’associazione “Amici di Gigi Meroni” che ha diffuso sul sito www.gigimeroni.com un lungo comunicato nel quale si boccia la scelta di incentrare le due ore di film sulla storia d’amore tra Gigi e Kriss (Alexandra Dinu),  e si accusa la fiction di aver distorto la realtà.

“Nino non aver paura / di tirare un calcio di rigore, / non è mica da questi particolari / che si giudica un giocatore”. Gli sceneggiatori de “La Farfalla Granata”, andata in onda su RaiUno lunedì sera, probabilmente non hanno mai ascoltato la canzone di Francesco De Gregori. Non conta tirare un calcio di rigore per essere un campione, un leader. Per loro, evidentemente, sì, e quindi Gigi Meroni calcia un penalty che, nella vita vera, non ci fu mai. Per la cronaca, quella partita finì 4-2 per il Toro, con tripletta di Combin e gol di Moschino. Meroni non segnò nella sua ultima partita (sarebbe morto da lì a qualche ora). Evidentemente un finale così non era sufficientemente ‘romantico’ o ‘drammatico’ per gli autori (come se la morte a 24 anni di uno dei più grandi campioni dello sport italiano non fosse un dramma di per sé…)

Il gol mai esistito è solo uno degli elementi della fiction che non è piaciuto all’Associazione Amici di Gigi Meroni, che ha contato nel film tv un’infinità di errori storici e grossolane ricostruzioni.

La Farfalla Granata – Le Foto


26
marzo

MILLY CARLUCCI SI ARRABBIA SUL SERIO: FACCIO PROGRAMMI E NON RACCOLTE DI DENARO

Milly Carlucci

“Pensa. Prima di sparare, pensa” cantava qualche anno fa Fabrizio Moro. E questo, in tutt’altro campo, è un po’ anche il monito di Milly Carlucci, che invita a pensare (ed informarsi) prima di “spararle grosse”. Ancora una volta nell’occhio del ciclone ci finiscono i cachet dei vip che ruotano attorno alla conduttrice, impegnata (dal 6 aprile) con Altrimenti ci Arrabbiamo, il nuovo talent targato Rai 1.

Dieci concorrenti famosi a lezione da altrettanti piccoli maestri, in uno scambio di ruoli dove l’adulto impara dal bambino. L’idea originale è inglese e il format è Born to Shine; trasmesso dal canale ITV, il talent ha avuto il merito di schierarsi a favore di Save the Children, aiutando (e aumentando) la raccolta fondi. In Italia, invece, a pochi giorni dal debutto, siamo già alle polemiche, con le prime cifre che iniziano a circolare: 25 mila euro a puntata sarebbe il compenso per Tania Cagnotto, addirittura 100 mila quello per Lino Banfi (in giuria?). E la Carlucci va su tutte le furie:

Ancora bufale su internet per screditare il nostro lavoro – scrive su twitter – Cachet inventati, polemiche pretestuose e giornalisti disinformati. Il nostro programma darà la possibilità ad un giovane di approfondire i propri studi, io e i miei autori abbiamo chiesto anche un omaggio per gli altri partecipanti. Oltre a un contributo da dare a Save the Children per le proprie campagne umanitarie. Senza chiedere altri soldi alla gente. Per la cronaca, prima di cominciare abbiamo già tutti gli spazi pubblicitari pieni. Mi sa che stavolta ci arrabbiamo davvero!”.


10
marzo

KASPAR CAPPARONI: “AVETE BUTTATO NEL CESSO PIU’ DI 800 MILA EURO DEI CONTRIBUENTI ITALIANI”

Rex - L'uscita di scena di Lorenzo Fabbri alias Kaspar Capparoni

Kaspar Capparoni non ci sta. Il taglio da parte della Rai dei due episodi nei quali veniva raccontata la drammatica uscita di scena del suo personaggio (il Commissario Lorenzo Fabbri) dalla serie Rex non gli va proprio giù e dalla sua pagina Facebook continua ad esprimere la propria rabbia per quanto accaduto.

“800 mila euro tanto costa una puntata di Rex! E ora rai2 butta nel cesso due puntate come se nulla fosse. Poveri soldi dei contribuenti! Altro che mani pulite ci vorrebbe nel mondo dello spettacolo!! Qui tutto è lecito perché i soldi non sono i loro!! Vergogna!”

Nell’era dei social network, dove non c’è ufficio stampa che possa anche solo tenere il passo con il potere e il tempismo di Facebook, l’attore coglie inoltre l’occasione per smentire alcune dichiarazioni rilasciate da Rai2. Dichiarazioni nelle quali il taglio dei due episodi veniva giustificato sostenendo che le puntate incriminate erano le ultime della terza serie e non le prime della quarta.

“FALSOOOOOO! Come giuda. Ve lo spiego io allora come sono andate le cose: dopo che ho finito di fare la terza serie, abbiamo deciso in comune accordo di finire li la nostra collaborazione. Così si è deciso successivamente di trovare una formula per la mia uscita dalla serie. Dopo tante discussioni si è arrivati alla conclusione di effettuare due episodi con la mia morte che sarebbe avvenuta nella 4 serie per fare anche da apri pista al nuovo protagonista. Per certificare quello che sto dicendo facemmo un contratto e quello esiste ancora, per sfortuna di Rai 2 e se ne accorgeranno!! Quindi quello che affermano non solo è falso ma blasfemo perché certifica la presa per il c.. ei confronti di voi telespettatori. Vi prego fatela finita e assumetevi le vostre responsabilità:avete buttato nel cesso più di 800 mila euro dei contribuenti italiani, VERGOGNATEVI!”