‘ndrangheta



1
ottobre

‘World Wide Mafia’, Disney+ racconta la lotta alla ‘Ndrangheta in una docuserie

Nicola Gratteri

La storia dell’organizzazione criminale più potente al mondo e quella di chi la combatte colpo su colpo si intrecceranno in una docuserie originale per ,. La piattaforma ha annunciato infatti la realizzazione di ‘Ndrangheta, World Wide Mafia, una produzione in quattro puntate basata su eventi reali e incentrata sulla lotta al crimine organizzato portata avanti dal Procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri.




21
marzo

Lo Squadrone: su Rai2 la guerra anti-crimine dei Cacciatori di Calabria

Cacciatori di Calabria (repertorio)

Lunghe ore di appostamenti e di silenzioso controllo, in attesa che i criminali facciano un passo falso. Poi l’azione. E che azione: dal 1991, anno del loro ingresso in servizio, gli uomini dello Squadrone Eliportato Carabinieri Cacciatori di Calabria hanno eseguito oltre 8000 arresti, catturato 282 latitanti di ‘ndrangheta, scovato oltre 400 bunker. Numeri da brivido, propri di una guerra che è ancora in corso. L’attività dello speciale reparto verrà raccontata in una serie factual in quattro puntate in onda da stasera in seconda serata su Rai2.


8
luglio

SPECIALE COSE NOSTRE: IL PROGRAMMA D’INCHIESTA SULLE MAFIE IN PRIMA SERATA SU RAI1

Cose nostre

Rai1 porta in prime time le storie di imprenditori, amministratori e semplici cittadini che si sono opposti sul territorio alla violenza della ‘ndrangheta. Questa sera, 8 luglio, la rete ammiraglia del servizio pubblico proporrà una puntata speciale di Cose Nostre, la trasmissione che lo scorso inverno in seconda serata ha acceso i riflettori sui giornalisti costretti a vivere sotto scorta per aver denunciato gli affari delle mafie. Anche stavolta l’obiettivo è quello di promuovere i valori della legalità e di mostrare alcune vicende forse sconosciute ai più.

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9
gennaio

COSE NOSTRE: RAI1 RACCONTA IL GIORNALISMO ANTIMAFIA SCONOSCIUTO AI PIU’

Cose Nostre

Automobili date alle fiamme, aggressioni, minacce, lettere intimidatorie. Pallottole inviate per posta, incursioni dentro casa, querele temerarie. Sono questi i modi con cui le mafie tentano di condizionare la stampa italiana, per mettere a tacere le voci scomode di chi denuncia il malaffare. A partire da stasera – 9 gennaio – Rai1 racconta la vita e l’attività dei giornalisti antimafia con Cose Nostre, una serie di cinque documentari inchiesta.


6
marzo

CHE TEMPO CHE FA, STASERA ROBERTO SAVIANO FA FUOCO SUL CASO RUBY: EMERGE LA SOLITUDINE DI UN NONNO

Fabio Fazio, Roberto Saviano

L’ostensione mediatica avverrà stasera, a Che tempo che fa. Per definizione sarà un evento straordinario, di quelli che le personcine per bene dovrebbero aspettare con zelo, in ginocchio. Il programma di Rai3 condotto da Fabio Fazio dedicherà un’intera puntata a Roberto Saviano, il giornalista antimafia già autore del libro Gomorra. Dopo mesi l’Italia migliore si troverà ancora davanti all’altare aureo della “tv di cultura” ad accogliere il verbo del divin scrittore. Assisteremo ad una serata monografica, pensata su misura per “fare il punto della situazione” dopo Vieni via con me, il grande successo televisivo targato Fazio e Saviano andato in onda lo scorso novembre.

Ora, a quattro mesi di distanza da quella esperienza, è tempo di amarcord, di aggiornamenti. E di puntualissime réclame.  Lo scorso 2 marzo, infatti, è uscito nelle librerie il volume Vieni via con me, che raccoglie i monologhi pronunciati da Saviano nelle quattro puntate del suo programma in Rai. Ci sono proprio tutti: il sermone sull’Unità d’Italia non condivisa, la denuncia contro la macchina del fango, la disquisizione sull’emergenza rifiuti a Napoli o l’allarme sull’espansione della criminalità organizzata al Nord, che aveva fatto infuriare il Ministro leghista Roberto Maroni. Non mancano pagine toccanti dedicate alla lotta di don Giacomo Panizza contro la la’ndrangheta o alla vicenda di Piergiorgio e Mina Welby. Quale occasione migliore di un’ospitata a Che tempo che fa per pubblicizzare il libro?

Per una sera tornarà a vivere in tv la Repubblica dell’Elenco fondata in diretta a Vieni via con me. Saviano parlerà della sua esperienza televisiva e del suo rapporto con la politica ci aggiornerà su alcune vicende già trattate. Secondo indiscrezioni, durante la registrazione del programma in onda stasera, Robertino ha parlato ancora della “macchina del fango” che ”produce narconotizie e può essere fermata solo dalle persone (…) la delegittimazione prende un solo elemento e lo utilizza contro“. Lo scrittore ha poi fatto riferimenti espliciti al caso Ruby, spiegando che un conto e’ il privato, che e’ sacro e va difeso, un conto e’ un reato. Non solo, secondo Saviano i documenti dell’inchiesta che coinvolge Silvio Berlusconi sono “carte di solitudine” che riguardano “una persona anziana, un uomo solo, un nonno che si trova in quella situazione“.





3
dicembre

VERSACE UCCISO DALLA ‘NDRANGHETA? A STRISCIA LA NOTIZIA LE DICHIARAZIONI SHOCK DI UN PENTITO.

Striscia - Rivelazioni del pentito su Gianni Versace

Omicidi, vendette, traffici illegali, sequestri. E poi quelle dichiarazioni sconvolgenti rese dal Buscetta della ‘ndrangheta sulla morte di Gianni Versace. Fanno tremare i polsi i contenuti shock di Metastasi, il nuovo libro-inchiesta di Gianluigi Nuzzi e Claudio Antonelli. Ieri sera se n’è occupata anche Striscia la notizia, mandando in onda un servizio che conteneva alcune dichiarazioni esclusive sull’assassinio dello stilista ucciso nel 1997 a Miami Beach. Il programma di Antonio Ricci ha trasmesso l’audio dell’intervista realizzata da Nuzzi a Filippo Barreca, pentito di spicco della malavita calabrese. Un dialogo nel quale il testimone è arrivato a sostenere che la famiglia Versace avrebbe avuto rapporti con la criminalità organizzata.

Si trattava di rapporti finanziari;  ”prestavano i soldi un po’ a tutti” secondo il Buscetta della ‘ndrangheta. Il ’Santista’ ha  anche chiamato in causa il boss Paolo De Stefano: “mi ha detto che, in sostanza, lui aveva Gianni Versace nelle mani: lo gestivano sotto il profilo economico. Loro ce l’avevano in pugno, questo lo so per certo. Avere in pugno, significa fare tutto ciò che uno vuole“. Nel documento mandato in onda ieri da Striscia il teste ha riferito che ”Coco Trovato, rappresentante della famiglia De Stefano a Milano, forniva la droga alla famiglia Versace” e che forse gli prestava pure del denaro. Da qui l’affermazione shock: ”Sulla base di questi elementi che sono a mia conoscenza posso immaginare che Gianni Versace sia stato ucciso per un problema di debiti“.

Dichiarazioni molto forti quelle proposte dalla trasmissione di Ricci e contenute interamente nel saggio Metastasi. Non a caso la prima copia del libro è finita sulla scrivania del procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo che sulla base di queste e altre testimonianze ha deciso di avviare le indagini. La famiglia Versace, intanto, ha giudicato “false e vergognose” le parole del pentito. L’inchiesta di Gianluigi Nuzzi sta già facendo discutere in tv e in questi giorni anche il TgLa7 di Enrico Mentana le ha dedicato dei servizi. L’attenzione del notiziario si è concentrata soprattutto sui legami che secondo un collaboratore di giustizia ci sarebbero stati tra un esponente della Lega e la ‘ndrangheta, già negli anni ‘90.