Ha parlato di tutto, dal caso-Santoro alla trasparenza nei compensi, ma stringi stringi ha chiarito ben poco. Anche stavolta Mauro Masi ha deluso quanti si aspettavano risposte definitive sui temi caldi che infiammano il dibattito interno alla tv pubblica. Durante la due giorni di audizione in Commissione di Vigilanza, il Direttore Generale della Rai ha affrontato vari aspetti, anche quelli più spinosi, senza però mettere un punto fermo, senza dare conferme o smentite. Saviano e Fazio, il futuro di Rai News, ma soprattutto un botta e risposta con il presidente della Vigilanza Sergio Zavoli sul tg1, di questo si è discusso nel corso dell’audizione.
Che ne pensa il Direttore Generale dei contenuti effimeri della seconda parte del TG1? Sergio Zavoli ha inoltrato la domanda a bruciapelo a Masi, invitandolo pure a dare una risposta concreta, senza rimanere sulla linea teorica. Il dirigente ha affermato che il telegiornale di Minzolini “è vivo, segue i trend della società e fa contaminazione di generi, che è il futuro della televisione”. E ancora: “Il Tg1 soffre meno del Tg5 la crisi. Nei primi cinque mesi dell’anno ha perso l’1,3%, mentre il Tg5 ha perso l’1,8%. Il vantaggio sul telegiornale concorrente è cresciuto dal 3,8% al 4,1%”. Sulla difesa di Masi, fatta dati alla mano, è stato severo il capogruppo dell’Idv in Vigilanza Pancho Pardi: “Il dg fa luccicare come oro vere patacche d’ottone”.
Ancora niente di certo sull’infinito caso-Santoro. Sul futuro del conduttore di Annozero Mauro Masi ha rimandato tutto, spiegando che “il Cda ha votato un’ipotesi di accordo consensuale tra la dg e il giornalista e poi ci sono stati dei passaggi di comunicazione. Ma la questione attuale deve essere definita in termini formali in Consiglio d’amministrazione”. Insomma, Michele dovrà aspettare ancora un po’ per sapere se davvero il suo talk potrà cominciare. E sulla possibilità di rendere pubblici i compensi di conduttori e ospiti dei programmi Rai, il Direttore Generale ha detto che le risposte definitive devono arrivare dalle Authority competenti, per essere “sicuri di operare secondo la normativa esistente”.