Marco Bocci
Lo abbiamo rincorso sul set di Squadra Antimafia 6 come se fossimo dei mafiosi e alla fine lo abbiamo preso senza nemmeno bisogno di sparargli. Parliamo di Marco Bocci, che ogni lunedi sera ritroviamo nei panni, e a volte nella canottiera, del vice questore Calcaterra in Squadra Antimafia 5. Durante l’intervista ha scattato più foto lui con i fan che Belen in una settimana di attività su Instagram, ma questo non ci ha impedito di chiedergli tutto ciò che volevamo sapere.
Sei impegnato sul set di Squadra Antimafia 6, intanto però già si parla della tua presenza (o assenza) nella settima serie.
È veramente molto molto prematuro. Abbiamo cominciato le riprese del 6 nemmeno da un mese. Poi, tutto può essere, ma io non ne so nulla.
Come sei arrivato a diventare il vice questore Calcaterra?
A seguito di un incontro con il regista che, quando ho cominciato, era Beniamino Catena con il quale fin dal primo incontro c’è stato un feeling incredibile, sono stato convocato dal produttore e mi è stata consegnata la sceneggiatura. L’ho trovata molto interessante. Seppure fossi stato chiamato per interpretare la figura di un vice questore, era comunque molto distante da qualsiasi cosa avessi fatto prima e, soprattutto, le dieci puntate di sceneggiature le ho divorate. Non riuscivo a smettere. Questo è il primo sintomo di quanto un progetto sia interessante.
Determinante quindi la sceneggiatura nella scelta di accettare.
E’ sempre determinante. Se come base c’è una sceneggiatura buona lo valuti, altrimenti no, non approfondisci nemmeno il dialogo. In più, per Squadra Antimafia, c’era una produzione con cui non avevo mai lavorato e con cui mi faceva piacere instaurare un rapporto, una regia che mi piaceva moltissimo. Sono già tre elementi fondamentali.
Scialoja e Calcaterra. Tutti e due un po’ tormentati e passionali?
Sono due persone che fanno lo stesso lavoro, ma poi per il resto sono completamente diverse tra loro. Scialoja non ha mai preso una pistola in mano, era assolutamente cervellotico. Calcaterra invece è l’esatto opposto. E’ un dinamico, uno iperattivo, che cerca prima di tutto lo scontro fisico e non ci pensa due volte a tirar fuori la pistola o qualsiasi altra arma. E’ uno che la passionalità ce l’ha proprio nel metodo di lavoro. E’ un estroverso. Poi si, magari è tormentato pure lui, ma in maniera diversa rispetto a Scialoja.
E invece, tra Calcaterra e Rosy, la storia infinita?