Cala il sipario su Ma anche no e per Antonello Piroso si apre lo spazio per un’(ultima?)avvertenza per i telespettatori. Oggi più che mai il contenitore era sembrato molto, troppo, sbilanciato sulla linea de Il Fatto Quotidiano. Già dalla scelta della concessione di un intero e lungo monologo concesso ad Andrea Scanzi, molto ’sponsorizzato’ dal programma, con un estratto della lezione-spettacolo su Giorgio Gaber portata in giro in tournée.
Se aggiungiamo il fatto che due delle tre firme invitate a puntellare le interviste con i vari ospiti rispondono alla testata di Marco Travaglio a qualcuno, lecitamente, poteva baluginare il sospetto che la scelta di campo di Piroso potesse essere una netta presa di posizione politica. Piroso schierato sulla linea emergente della politica esterna alle grandi biforcazioni? Ma anche no.
Sul finire di puntata è proprio il volto ormai navigato di La 7, ora in procinto di grande promozione in Rai, a rivendicare la libertà di scelta dei suoi interlocutori, a prescindere dal mero calcolo dei pesi di rappresentanza. Che ci sia un netto sbilanciamento verso il giornale forse più d’inchiesta del panorama attuale quindi è da interpretare semplicemente alla luce del fatto che vi scrivano molte delle penne più pungenti in circolazione.