Un’intervista che ha fatto molto ”rumore” al settimo piano di Viale Mazzini. Un’intervista in cui i conduttori de l’Italia sul 2 si sono raccontati a DM senza filtri e senza maschere; un’intervista fiume che si conclude quest’oggi con una dichiarazione importante, rilasciata in anteprima a DM dal giornalista milanese, che – stando ai “si dice” – potrebbe essere la prima di una serie di novità che potrebbe riguardare la seconda rete della TV di Stato. Dopo la prima parte (potete leggerla qui), dunque, continua quest’oggi il racconto di Milo Infante e Lorena Bianchetti su davidemaggio.it…
Lorena, al pubblico molto spesso piace trovare del marcio in ciò che guarda, quasi si diverte. Non immagini quanto si divertano con i Teleratti… anzi quest’anno che non c’è la Perego, tocca a te!
Lorena: ma che bastardi!
Si si, ti riempiremo di Teratti, te li porterò direttamente in studio soprattutto per l’abito col fiore indossato alcuni giorni fa!
Milo: Siiii.
L: Ma pigliatevelo voi il Teleratto. Io non lo voglio, datelo ad Infante!
Se fossi rimasta a RaiUno avresti pagato il 12% fatto con Domenica In su RaiUno?
L: No, perché facevo il 17%; non mi va di parlare male di Pippo, però nella sua fascia (che era la mia) io ho chiuso al 17 e qualcosa, Pippo non credo faccia gli stessi risultati. E non avevo le disponibilità di Pippo Baudo, costavo pochissimo. Comunque si tratta di un fascia difficile, con la fine delle partite. Sono soddisfatta del lavoro che ho fatto.
Quanto conta il format rispetto ad un conduttore?
L: Sai il mio un format era semplicissimo, non c’eravamo inventati nulla. Io cerco di portare me stessa, nel mio piccolo, con pregi e difetti. Il pubblico mi ha voluto bene.
Milo, come si lavora, invece, con Guardi?
M: Con Michele si lavora molto bene, è un maestro della televisione, impari a vedere i dettagli delle cose; la sua non è una visione monoscopica, riesce a cogliere dettagli in uno studio che tu non puoi immaginare.
Ma ad un conduttore non dà fastidio il suo essere sempre in mezzo?
M: Nel nostro mestiere si deve sempre crescere. E da Michele, ma anche da Giovanna e Rory (Giovanna Flora e Rory Zamponi, le sue due autrici storiche, ndDM) c’è sempre da imparare. Detto questo è inevitabile che tutti i conduttori soffrano chi più chi meno la sua forte personalità. Devo dire che sono sicuramente tra i conduttori che non si possono lamentare. Con me Michele interveniva molto poco, forse perché si parlava di politica, e lui diceva che pur amandola non l’aveva mai trattata in televisione.
E non si stanca mai?
M: Di lavorare mai. Purtroppo con Michele ho lavorato un solo anno, e ti assicuro che è per me è stato come arruolarmi nella legione straniera. Ho imparato di più in quei mesi che negli ultimi anni. Lavoravamo 12 ore al giorno, e il sabato e la domenica la trascorrevamo tutti insieme con le nostre famiglie. Per mio figlio Daniele lui e sua moglie Rita sono stati i nonni che non ha mai avuto. Mi correggo: nonno Michele, zia Rita!
L’Italia sul 2 è stato il primo dei contenitori/talk pomeridiani, un modello che adesso impazza dappertutto…
M: Cani e porci.
Tipo?