Radio Belva
Video killed the radio star. Il celebre ritornello ci sembra una chiosa perfetta alla prima puntata di Radio Belva, il nuovo programma d’approfondimento condotto da Giuseppe Cruciani e David Parenzo in prime time su Rete4. Annunciata come il primo anti-talk del piccolo schermo, la trasmissione si è invece rivelata una tragicomica trasposizione televisiva de La Zanzara, lo show radiofonico condotto dai due giornalisti. Ma la tv è una cosa seria, con dinamiche e linguaggi tutti suoi, e l’ambizioso esperimento ha sin da subito mostrato tutti i suoi punti deboli.
Dal principio, Radio Belva si è caratterizzata per la totale mancanza di una scaletta solida, e la diretta conseguenza è stato un esordio confusionario, anche sotto il profilo della regia. Classifiche, imitazioni, interviste, video, sondaggi, botta e risposta serrati, vignette: il format ha cercato di coniugare più elementi all’interno della sua narrazione, ma l’effetto è stato uno show improvvisato e per certi aspetti dilettantistico. Cruciani, da parte sua, è apparso una parodia di se stesso, inadeguato per la prima serata. In tv il suo stile non ha avuto la medesima resa radiofonica. Anche il tandem con Parenzo non ha funzionato e i due sono stati scoordinati, incapaci di imporre un ordine al caos del dibattito.
Nel confronto, più che i contenuti (in verità assenti) Radio Belva ha privilegiato la spettacolarizzazione dei suoi ospiti. In studio c’erano, tra gli altri, anche Mario Borghezio, Ilona Staller, Paolo Villaggio, Vittorio Sgarbi – con sfuriata trash d’ordinanza – e la signora Annarella, nota per le sue invettive sotto Montecitorio: un parterre da vero circo mediatico. Anzi, da circo e basta, vista l’imbarazzante evoluzione del programma. Come prevedibile, infatti, il dibattito è finito in caciara (con Sgarbi che voleva “pisciare in testa” al conduttore) e i momenti più curiosi della serata sono stati i collegamenti con l’inviato speciale Emilio Fede.