Estero



11
ottobre

Serie A all’estero: i diritti TV volano a 371 mln di euro, contro i 190 del precedente accordo. Ma Liga e Premier sono ancora lontane

Poderoso balzo in avanti della Serie A di calcio all’estero. I diritti tv relativi al triennio 2018/2021 sono stati venduti a 371 milioni di euro, quasi 200 milioni in più rispetto al precedente triennio. Ad aggiudicarseli non più MP&Silva ma l’americana IMG.

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15
febbraio

FICTION MEDIASET: LE PRODUZIONI DEL BISCIONE CONQUISTANO (SOLO) L’EUROPA DELL’EST

Fiction Mediaset all'estero

Complice la crisi economica generale e il relativo calo d’investimenti, la fiction italiana appare sempre meno appetibile ai mercati esteri, almeno stando a quanto rivelato da Italia Oggi, che ha fatto il punto della situazione sulle produzioni Mediaset esportate all’estero negli ultimi anni. Se Matilde Bernabei e la sua Lux Vide (in forza principalmente in Rai) in una recente intervista allo stesso quotidiano riescono con le proprie fiction a conquistare mercati difficili come la Cina e il Giappone, altrettanto non si può dire delle serie tv del “Biscione”. Mediaset Distribution, divisione dedicata allo sviluppo del business estero, con oltre 500 titoli in catalogo riesce, infatti, ad avere sbocchi oltreconfine quasi esclusivamente nell’Europa dell’Est.

Garko e Farnesi seducono polacche, turche e rumene

E’ il caso ad esempio de Le tre rose di Eva, la serie con Anna Safroncik e Roberto Farnesi, ribattezzata Tuscan Passion e venduta nei territori dell’Ex Unione Sovietica, in Bulgaria, Romania, Slovacchia, Polonia, Turchia, Ungheria e Vietnam. Mercato simile anche per Gabriel Garko che con L’onore e il rispetto 3 ha sedotto il pubblico femminile dell’Albania, della Bulgaria, della Serbia e della ex Urss. Il tv movie Il delitto di via Poma, incentrato sulla morte di Simonetta Cesaroni, e oggetto di numerose polemiche nel nostro paese, è piaciuto invece curiosamente in Arabia, Emirati Arabi Uniti e Malaysia.

Il Clan dei Camorristi arriva in Finlandia e Norvegia

Maggiori opportunità, ma vista l’immagine piuttosto stereotipata e grondante di luoghi comuni che ne veniva data dell’Italia, non sapremmo se considerarlo un bene, l’ha avuta la serie Taodue Il Clan dei camorristi, venduta anche in Finlandia, Norvegia, Benelux e Georgia. Il mercato di punta rimane però l’Est Europa dove hanno trovato fortuna anche le serie Un amore e una vendetta, Il Peccato e la Vergogna, e Il Tredicesimo Apostolo – Il Prescelto.

Fiction Mediaset – Locandine Estero


4
agosto

FICTION RAI: LA DELOCALIZZAZIONE DELLE SERIE TV FA PERDERE OGNI ANNO MILIONI DI EURO AL NOSTRO PAESE

Tipica piazza romana ricostruita in Serbia per Il Restauratore

La missione di Viale Mazzini è molto chiara, tagliare le spese e cercare di rimettere in sesto le casse della Rai. Il nuovo presidente Anna Maria Tarantola, che si è recentemente tagliata lo stipendio, e il D.G. Luigi Gubitosi, costretto a rinunciare al contratto a tempo indeterminato (ma non all’ottima remunerazione di 650 mila euro l’anno), hanno già sfoderato le forbici e sono pronti a sfoltire i rami secchi dell’azienda.

Tagli e risparmi su tutti i fronti, compresa l’offerta televisiva in materia di fiction, genere in grado di garantire grandi ascolti, ma allo stesso tempo tra i più costosi per quanto concerne la realizzazione. Per arginare gli enormi costi, seguendo la moda di altre aziende italiane, da alcuni anni anche la Tv di stato ha scelto di trasferire buona parte delle proprie produzioni all’estero, o meglio ancora, trattandosi di fiction realizzate da società esterne, di finanziare serie e miniserie da realizzare interamente o in parte fuori dall’Italia.

Una scelta in parte comprensibile ma che lascia l’amaro in bocca se si pensa alle enormi somme di denaro pubblico che anziché finire nelle mani delle maestranze italiane escono dai confini nazionali. Il Clic (Coordinamento Lavoratori Industria Cineaudiovisivo) attraverso petizioni e manifestazioni sotto il palazzo di Viale Mazzini, da tempo denuncia la situazione, criticando la realizzazione di progetti finanziati dall’ente pubblico (quindi con investimento e relativo rischio d’impresa quasi nulli), che servono solo a trasferire risorse e garantire occupazione estera.

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28
marzo

ELISABETTA CANALIS VUOLE FARE L’AMERICANA: ‘GLI ITALIANI NON MI APPOGGIANO’

Elisabetta Canalis con Belen Rodriguez

Mentre la sua coinquilina del Festival, Belen Rodriguez, spadroneggia a destra e a manca con camei, interviste fiume, spot e premi per Elisabetta Canalis sembra essere il momento del bilancio. Un calcolo di costi e benefici che, secondo quanto dichiarato dalla stessa Eli, sulle colonne di Dt starebbero per portarla alla decisione definitiva di far carriera all’estero, al di là non solo delle Alpi ma anche dell’Oceano, nell’America del suo George.

‘Può sembrare un clichè, ma è vero: gli italiani non appoggiano i compatrioti che si guadagnano nuove opportunità all’estero‘. A qualcuno potrebbe sembrare un contagio della sindrome di Carla Bruni, ad altri semplicemente la modernizzazione del detto latino nemo profeta in patria est. In buona sostanza però la Canalis è come se facesse passare gli italiani e le italiane per rosiconi, se non per ingrati verso una portabandiera di cotante grazie. Lei si dice amareggiata per la freddezza dell’italico popolo, ma i suoi ultimi atteggiamenti sembrano più che altro quelli di una che non vuole più abbassarsi a standard molto poco internazionali. Il titolo di Lady Clooney prima o poi lo deve pure far pesare d’altronde.

Da quando passeggia beata nei giardini della villa su quel ramo del lago di Como Elisabetta ha dato mostra di sé molto poco, concedendosi in pratica come grande evento solo Sanremo. Non si sa se sono mancate le offerte per farle conquistare quel ruolo di peso che forse cercava nelle nostre trasmissioni o se è stato il suo alto standard di glamour a permetterle di bypassare proposte magari poco allettanti. Certo che il suo presunto respiro internazionale nelle interviste festivaliere proprio non si è visto, e forse è proprio in quei frangenti che Eli si è attirata quell’antipatia che lamenta.

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