critica



31
marzo

1992, LA SERIE: ELOGI ALL’ESTERO, CRITICHE IN ITALIA

1992 La serie

Sono passati vent’anni, eppure il terremoto di Tangentopoli continua a far discutere, a dividere. Ad accendere antiche ed attualissime dispute. Stavolta ad attizzare la dialettica attorno all’anno zero della Seconda Repubblica è stata 1992, la serie tv prodotto da Wilside in onda su Sky Atlantic e Sky Cinema 1 dedicata alla turbolenta fase storica che cambiò la politica e la società italiana. Lanciata in contemporanea in cinque paesi, la fiction – di cui stasera vedremo il terzo e quarto e episodio – ha diviso soprattutto la critica, con un’evidente disparità di opinioni tra i giudizi espressi in Italia e all’estero.

1992 – La serie. I commenti della stampa estera

Fuori dal Belpaese, infatti, la produzione è stata celebrata con elogi. All’indomani del debutto al Festival di Berlino, ad esempio, il Frankfurter Allgemeine Zeitung ha applaudito 1992: “raramente un paese ha il coraggio di guardarsi allo specchio come in questo caso” ha scritto il quotidiano tedesco. Buoni anche i giudizi espressi dal francese M Le Magazine Du Monde e dalla rivista Variety, che ha parlato di “gran bel colpo per l’industria televisiva italiana“. All’estero, insomma, la serie tv è piaciuta ma in Italia – dove i fatti evocati si sono svolti – l’accoglienza non è stata altrettanto unanime.

1992 – La serie.  Le critiche in Italia

Nessuno è profeta in patria, del resto. E, infatti, dalle nostre parti la messa in onda di 1992 ha diviso e innescato critiche, in alcuni casi anche piuttosto taglienti. Lo stesso Antonio Di Pietro, che fu protagonista di Tangentopoli in qualità di magistrato, ha trovato la ricostruzione filmica poco corrispondente alla realtà. “Qui mi sembra che Mani Pulite sia solo uno sfondo, una scusa per raccontare altro” ha affermato l’ex giudice, come riporta Il Secolo XIX, aggiungendo: “fate rigirare Borrelli nella tomba” (gaffe dipietresca, visto che l’ex pm Borrelli è ancora vivo).

Condivi questo articolo:
  • Facebook
  • Twitter
  • Digg
  • Wikio IT
  • del.icio.us
  • Google Bookmarks
  • Netvibes

, ,




20
febbraio

SANREMO 2014: IL FESTIVAL DELL’AUTOREFERENZIALITA’ (E DELLE SCUSE)

Ascolti Sanremo story

Loro lo chiamano Festival delle bellezza, io lo chiamerei Festival dell’autoreferenzialità. Sì, perchè Fazio, Leone & company vanno dritti per la loro strada, convinti di aver fatto bene e soprattutto sicuri che i loro gusti rispecchino in toto le preferenze del pubblico. Non si riesce ad ammettere il fallimento ma si preferisce puntare il dito altrove. Se le performance meno brillanti della prima serata sono state attribuite al tentato suicidio e a Beppe Grillo (nella realtà, perfetti ingredienti per una minestra ricca di ascolti), commentando i dati della seconda serata si è rasentato l’assurdo.

La Champions League ha influito e non poco sulle performance festivaliere, ma di sicuro non è stata determinante. Basta dare un’occhiata ai numeri che mettono la seconda serata del Festival 2014 al secondo posto tra le meno seguite degli ultimi 10 anni. La partita è stata un concorrente della kermesse fino alle 22.37 mentre il Festival è andato avanti per altre 2 ore e mezzo con ampie possibilità di recupero. Difatti, il confronto con altre edizioni è impietoso anche dalle 22.37 in poi. Va ancora peggio se compariamo i risultati di ieri con successi come quello de Il Commissario Montalbano o del “meno ambizioso” Italia’s got talent che esattamente un anno fa (23 febbraio) ha toccato 8.096.000 spettatori fronteggiando un concorrenza ben più spietata di quella di una partita di Champions.

La concorrenza c’era anche negli altri anni. Bonolis contro Amici di Maria de Filippi e il Milan in Uefa

Storicamente, poi, la seconda serata del Festival è sempre stata controprogrammata negli ultimi anni (tranne l’anno scorso). A chi ha la memoria corta ricordiamo che nel 2012, contro il Morandi bis, c’era la partita Milan- Arsenal (che ha sicuramente più appeal rispetto a Milan-Atletico Madrid): il Festival calò ma al 39.28%; nel 2011 c’è la Roma in Champions, mentre la Clerici siglò il 43.87% contro una puntata inedita di Caterina e le Sue Figlie 3 e l’incontro di Champions League  Bayern-Fiorentina. L’ultimo Bonolis toccò addirittura il 42.6% contro Amici (4.234.000 telespettatori con il 18,79%) e Werder Brema-Milan di Coppa Uefa (4.211.000 telespettatori e il 13,89%).

Ascolti Sanremo 2014, seconda serata (Analisi Vivaki)

Fazio rivendica le sue scelte ma…


13
febbraio

L’ULTIMA VOLTA DE LA SAI L’ULTIMA?

La Sai l’Ultima @ Davide Maggio .it

Gli interessanti ascolti delle ennesime repliche estive avranno determinato nella dirigenza del Biscione la volontà di concedere il nulla osta per mettere in piedi una nuova edizione de La Sai l’Ultima.

Una possibilità, forse l’ultima, per soddisfare lo staff del programma che da anni richiedeva a gran voce il ritorno delle barzellette in prima serata, potendo contare su argomentazioni forti e incontrovertibili, per una rete commerciale, come i dati Auditel.

Ma La Sai l’Ultima non ha saputo cogliere e valorizzare la possibilità concessale.

Ci si è più volte dichiarati favorevoli, da queste parti, al “ripescaggio” di programmi tv del passato per rivalorizzare una televisione in caduta libera ma è altrettanto vero che è impossibile farlo senza rinnovare e adattare le trasmissioni ripescate alle indiscutibilmente mutate esigenze degli osservatori del piccolo schermo.

Ma il programma di Gigi Reggi ha fatto di peggio. Non solo la gara di barzellette si è presentata identica a se stessa, autocondannandosi ad una quasi scontata e sonora bocciatura da parte del pubblico, ma è stata foriera di errori talmente grossolani da sembrare quasi surreali.

In primis la conduzione. La coppia Cuccarini – Boldi è stata la scelta meno azzeccata di tutta la produzione. E’ impensabile pensare di poter affidare la conduzione di un programma comico ad una showgirl, relegando al ruolo di spalla un comico di professione.

Lorella Cuccarini, nonostante la professionalità e le doti artistiche universalmente riconosciute, si è trovata a vestire dei panni nei quali non poteva trovarsi a proprio agio e ha conseguentemente dovuto rivestire un ruolo che non le è proprio, quello della conduttrice.

Diverso sarebbe stato il caso in cui ci fosse stata una coppia a co-condurre il programma. Per questo motivo avevo visto con favore i rumors secondi i quali si voleva alla conduzione Enzo Iacchetti e Lorella Cuccarini, coppia già rodata ne La Stangata. In questo caso, la Cuccarini avrebbe mantenuto le sue peculiarità di showgirl senza ”abortire” la propria indole artistica accanto ad un Enzo Iacchetti che non si sarebbe di certo limitato a fare la spalla.

Ma il problema del programma è stata anche la fretta. Fretta di tornare in onda da parte di uno staff che aveva nostalgia del video da sin troppi anni. Quella stessa fretta che ha portato la conduttrice ad accettare una proposta che forse non avrebbe dovuto accettare ma che l’ha restituita al popolo catodico dopo anni di astinenza.

Una fretta che si è rivelata, come da copione, cattiva consigliera. La nuova edizione de La Sai l’Ultima si è presentata agli occhi del pubblico come una fotocopia delle repliche annualmente trasmesse, persino nelle barzellette e nelle battute agghiaccianti che vengono settimanalmente messe in bocca a Boldi e che, se potevano far ridere anni fa, adesso fanno sorridere. Un sorriso amaro.

Ma d’altro canto gli ormai navigati ed esperti telespettatori avevano manifestato da subito un interesse decisamente scarso nei confronti del programma e come scrive Paolo Martini per La Stampa La sai l’ultima? è disastroso e la povera Cuccarini si può giusto consolare con l’attenzione della critica e di un pubblico particolare, soprattutto per quella sigla molto anni Ottanta, Un’onda d’amore, [...] che ha scatenato l’orda di supertifosi di Lorella, nuova icona gay.

Ed in effetti ad essersi interessati alle barzellette in prime time ci sono stati soltanto gli agguerritissimi fans della più amata dagli italiani che lungi dall’essere entusiasti ed interessati al programma si sono preoccupati quasi esclusivamente delle presenza o meno di un corpo di ballo grazie al quale la Cuccarini avrebbe potuto esprimere la propria arte.

Ma neanche loro sono rimasti soddisfatti dalle perfomance della loro beniamina che si è trovata quasi costretta a mettere in piedi una sigla che per quanto d’effetto (la trovate nel video che segue) stona in maniera imbarazzante col programma e risulta come un contentino per tutti coloro che avrebbero voluto vederla nuovamente danzare sperando di  emulare la Lorella Cuccarini che volava sulle note de La Notte Vola.

Ma stavolta si è volato basso!