Crisi



19
aprile

FICTION ITALIANA IN CRISI: POCO APPEAL ALL’ESTERO E MERCATO CONCENTRATO

Terence Hill in Don Matteo

Riduzione degli investimenti pubblicitari, contenimento dei costi, tagli ai budget sulle produzione originali, mancata concorrenzialità, la crisi della fiction italiana ha origini di varia natura. Il Rapporto Fiction presentato dall’Istituto di Economia dei Media della Fondazione Rosselli per conto dell’APT (Associazione produttori televisivi), Sviluppo Lazio e RomaFictionFest, mostra dei dati allarmanti.

Dal 2008 al 2012 il fatturato della produzione della fiction in Italia, oggi attestato su 650 miliardi di euro, ha subito una perdita del 24%. Un crollo dovuto in parte alla crisi economico-finanziaria del Paese, ma anche e soprattutto all’incapacità di trovare storie e produzioni che abbiano maggiore appeal all’estero. Un problema quest’ultimo non da poco, che impedisce all’Italia non solo di vendere le proprie produzioni all’estero, ma anche di rafforzare la presenza in altri paesi recuperando le risorse sui mercati internazionali attraverso eventuali coproduzioni.

Altro problema da non sottovalutare è la sempre più crescente corsa all’acquisto di serie tv straniere. I palinsesti italiani, in particolar modo quelli delle reti cadette, accolgono sempre più serial stranieri, riducendo lo spazio per la fiction made in Italy. Il nostro è il paese europeo che importa il maggior numero di ore di serie tv. Da settembre 2011 ad agosto 2012 solo il 33% della fiction trasmessa sulle reti italiane era di nostra produzione, a fronte del 51% di realizzazione americana, e del 16% proveniente dal resto d’Europa (Germania, Francia e Gran Bretagna). In 5 anni, dal 2006 al 2011, le importazioni di fiction sono cresciute del 67%, mentre le esportazioni sono crollate del 58%.

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27
aprile

DM LIVE24: 27 APRILE 2012. PRIME TIME USA IN CRISI, ELENA RUSSO VS LORENA BIANCHETTI, OLANDA VS UCRAINA PER SPOT TV, VENDUTA LA CASA DI CARRIE DI SEX AND THE CITY

Diario della Televisione Italiana del 27 aprile 2012

>>> Dal Diario di ieri…

  • Prime Time USA in crisi

Giuseppe ha scritto alle 05:36

Il prime time negli USA è in crisi. In fuga è soprattutto l’audience dai 18 ai 49 anni, la fascia più importante per gli inserzionisti. Nelle quattro settimane dal 19 marzo al 15 aprile il fuggi-fuggi tra gli under 49 è stato tanto generalizzato quanto devastante: -20% la FOX, -3% la NBC, -8% la CBS e -21% l’ABC. Anche le tv via cavo hanno perso cumulativamente 409.000 spettatori in sole quattro settimane. Ovvero il 2% del totale. Come si spiega la crisi? Gli americani hanno cambiato il modo di guardare la tv. Invece di seguire gli show in diretta preferisce registrarli, guardandoseli con calma più tardi senza le interruzioni pubblicitarie. Il boom di servizi internet di video e show televisivi a richiesta come Netflix, iTunes e Hulu ha fatto il resto. Ma a mettere in fuga i telespettatori sono anche le scelte dei network che, senza preavviso, spesso modificano la programmazione alternando in onda vecchi e nuovi episodi delle serie tv. Passano anche settimane prima che la nuova puntata della serie tv preferita venga trasmessa. Tuttavia la tv resta il passatempo numero uno degli americani, che le dedicano in media 33 ore la settimana. (fonte Corriere della Sera)

  • Elena Russo VS Lorena Bianchetti

tinina ha scritto alle 11:08

“Mi ha voluto ridicolizzare”. E’ infuriata Elena Russo: la showgirl era stata invitata a “Italia sul Due”, condotto da Lorena Bianchetti, per parlare della Dieta Dunkan. La presentatrice l’ha però introdotta con un “Lei non la conosco, ma pare abbia fatto una dieta particolare” e naturalmente Elena non è per nulla felice: “Ma si – ha dichiarato ad “A” – ora invece voglio le scuse di Lorena Bianchetti”. Il nome della Russo era nelle ormai famose intercettazioni Saccà-Berlusconi: “Credo che lei sia poco professionale. Non voglio pensare che faccia questi calcoli”. La situazione poteva essere evitata (“Se non mi voleva non doveva invitarmi”) e lei avrebbe voluto rispondere con maggiore incisività: “E invece sono rimasta muta. Mannaggia a me”.

  • Venduta la casa di Sex and the City

Giuseppe ha scritto alle 11:23

Venduta a 9,85 milioni di dollari la casa di Carrie di Sex and the City. E’ il prezzo con cui è stata venduta la famosissima casa dove abitava Carrie Bradshaw (interpretata da Sarah Jessica Parker), protagonista e voce narrante della serie tv Sex and the City. Si tratta di una tipica casa a tre piani in mattoni rossi costruita nel 1866, con una superficie di 380 metri quadrati, dieci stanze e sei camini. L’abitazione si trova al 64 di Perry Street, nel cuore del West Village, una delle zone più chic di New York City. Non è ancora noto il nome dell’acquirente. (fonte VanityFair.it)

  • Olanda VS Ucraina per spot tv

Giuseppe ha scritto alle 16:56


19
dicembre

CRISI DEGLI ASCOLTI: NEL 2012 RACCOLTA PUBBLICITARIA SOTTO GLI 8 MILIARDI. IN CRESCITA SOLO LA7

La7, unica emittente a non accusare un calo nella raccolta pubblicitaria

Crisi degli ascolti, un 20% di oggi che va considerato un successo per le ammiraglie, frammentazione a vantaggio dei canali digitali terrestri. E’ un po’ la tiritera di quest’ultimo periodo, nel post Auditel che pubblichiamo ogni giorno non c’è commentatore che non sottolinei l’oblio numerico in cui sta precipitando la tv generalista. Ma questa fase di “vacche magre” cosa comporta, in termini economici, per i grandi network italiani?

L’analisi divulgata quest’oggi da Piazza Affari non conforta Rai, Mediaset e Sky. Rispetto al 2010 infatti la raccolta pubblicitaria subirà un calo stimato intorno al 3.5% con gli investimenti che passeranno dagli 8,6 miliardi di euro agli 8,3 dell’anno in corso. Il raffronto deve comunque tenere presente che sulla raccolta di dodici mesi fa hanno influito (non poco) i Mondiali di Calcio disputati in Sud Africa.

Se, comunque, quello del 2011 riesce ancora ad essere un bilancio tutto sommato accettabile, il futuro degli investimenti pubblicitari si preannuncia tutt’altro che roseo. Il 2012, in base al trend in corso nell’ultimo trimestre che coincide con i periodi di garanzia e l’inizio della stagione televisiva vera e propria, potrebbe essere infatti l’anno in cui l’ammontare complessivo della raccolta pubblicitaria potrebbe scendere sotto gli 8mld di euro.

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31
ottobre

TGCOM24: IMPOSSIBILITATA AD ASSUMERE NUOVI GIORNALISTI, MEDIASET CHIUDE LE SEDI DECENTRATE DEI TG

TgCom24

TgCom24

Tutto bello, tutto pronto, ma a pochi giorni dalla partenza ufficiale, fissata per il 28 novembre, iniziano a sentirsi i primi scricchiolii sul progetto all-news targato Mediaset. Il motivo è presto detto: l’azienda di Cologno, visto il periodo non proprio roseo, non ha intenzione di assumere nell’immediato nuovi giornalisti per la testata News Mediaset, che curerà appunto TgCom24, come si legge nel verbale di incontro tra la Direzione Generale Informazione, la Direzione del Personale e l’Assemblea del CdR delle testate del gruppo. 

Quindi? “Facile”: fuori tutte le sedi decentrate, come quella di Milano, cosicchè tutte le attività delle testate principali – Tg5, Tg4 e Studio Aperto – possano essere accentrate presso le rispettive sedi centrali. Tutti i giornalisti pertanto passeranno sotto la nuova testata diretta da Mario Giordano “con garanzia di tutela dell’esperienza e professionalità maturate nella testata di provenienza, in coerenza con quanto già previsto dal Protocollo di intesa dell’8 febbraio 2010″

Viene spontaneo chiedersi quindi per quale motivo non si sia optato per un rinvio del lancio del canale all news se non si hanno le risorse necessarie per portarlo avanti visto appunto il “particolare momento congiunturale e le prospettive di crescita” (leggasi crisi) che non consentono di soddisfare la necessità di potenziare gli organici di News Mediaset. D’altro canto, però, far partire a breve TgCom24, il cui obiettivo in termini di share è anche piuttosto elevato (media fissata allo 0,40%), significa arginare la crescita dei temibili competitor, Sky TG24 (che presto potrebbe sbarcare sul digitale terrestre) diventato ormai un punto di riferimento per molti anche grazie alla credibilità che si è conquistato nel tempo con tanta fatica, e RaiNews, che nonostante le poche risorse a disposizione si è creato una buona fetta di fedelissimi telespettatori.

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15
ottobre

ROMA A FERRO E FUOCO, LA PROTESTA DEGLI INDIGNADOS DEGENERA. NICHI VENDOLA A SKYTG24: I BLACK BLOCK ‘ALLEATI’ DEL PALAZZO

Roma, guerriglia urbana

Alla faccia dell’invasione pacifica. Qui più che gli indignados si vedono i delinquentes. La città di Roma sta vivendo ore di tensione, dopo che la manifestazione di protesta contro la crisi e le misure del Governo è degenerata in una vera e propria guerriglia. Dal corteo principale, sono infatti spuntati i temuti black block ed è iniziata l’okkupazione violenta della Capitale. Auto date alle fiamme, vetrine di negozi sfondate, banche assaltate e lancio di bombe carta contro un’agenzia interinale e una sede del Ministero della Difesa: ecco lo scenario da incubo nel quale è piombata questo pomeriggio la Città Eterna. E pensare che doveva essere solo una protesta pacifica e colorata. Sì, col piffero (e con le molotov).

Le tv, per quanto possibile, stanno raccontando in diretta la guerriglia. In particolare, seguiamo le immagini sui canali all news RaiNews 24 e SkyTg24. Da apprezzare il loro lavoro giornalistico in tempo reale e in condizioni non proprio favorevoli. A vedere le riprese, infatti, sembra di stare in trincea. A conferma di questa sensazione, arriva la notizia che proprio due troupe di Sky sono state aggredite da un gruppo di teppisti. Ferito al volto un 60enne che si trovava su via Cavour e tentava di fermare un lancio di bottiglie contro i vigili del fuoco che spegnevano un rogo appena appiccato.

Grazie alle riprese televisive e al commento giornalistico, il telespettatore riesce a farsi un’idea più chiara di quello che esattamente sta accadendo. Si apprende così che ormai i cortei di Roma sono due: uno violento e uno pacifico, che condanna gli atti di guerriglia messi in atto dal primo. E i semplici indignados si sono più volte smarcati dai black block, respingendoli. Tuttavia, questo non ha impedito agli incappucciati di mettere a ferro e fuoco la Capitale, catturando l’attenzione mediatica e lasciando in secondo piano i reali motivi della protesta. A piazza San Giovanni la Polizia attiva gli idranti. La situazione – dicono su Sky – si sta facendo pericolosa.





14
aprile

UN MEDICO IN FAMIGLIA: E’ ARRIVATA LA CRISI DEL SETTIMO ANNO?

Un Medico in Famiglia 7

Tornano questa sera con due nuovi episodi le avventure della famiglia Martini, partite lo scorso 27 marzo nella prima serata della domenica e in seguito trasferite al prime time del giovedì. Una scelta azzardata da parte dei vertici di Rai 1 che nella serata domenicale hanno preferito puntare sulla nuova fiction Un passo dal cielo con protagonista Terence Hill. Se da una parte la serie tv, ambientata in Alta Val Pusteria, ha pienamente raggiunto le aspettative portando a casa oltre 6 milioni di spettatori, dall’altra Un medico in famiglia sembra aver sofferto lo spostamento alla giornata infrasettimanale.

I due episodi della scorsa settimana sono stati rispettivamente seguiti da 5.322.000 spettatori (18,62% di share) e 4.697.000 spettatori (18,81% di share). Ascolti in linea con molte altre fiction trasmesse dalla stessa Rai1 ma decisamente inferiori ai risultati delle precedenti edizioni, per una serie considerata da sempre fiore all’occhiello della tv pubblica. Già nel 2007, la quinta stagione abbandonò la storica collocazione domenicale per la serata del giovedì. Gli ascolti calarono, ma all’epoca si preferì attribuire le colpe del mancato interesse alla svolta indiana presa dalla sceneggiatura. La nuova famiglia capitana da Kabir Bedi, in effetti, ben poca attrattiva suscitò nel pubblico, al punto da sparire nel nulla nella stagione successiva.

Nel 2009, invece, la messa in onda della fiction al martedì non sembrò risentire del cambiamento portando a casa ascolti record che, negli episodi finali, riuscirono ad abbattere persino il muro degli 8 milioni. Il passaggio dal giorno festivo a quello feriale, in realtà, non sembrerebbe l’unica causa del calo d’ascolti che andrebbe ricercato altrove. Un grande handicap è indubbiamente rappresentato dall’assenza di una figura storica come quella di Nonno Libero, vera colonna portante della serie: un’assenza pesante, quella del personaggio interpretato da Lino Banfi, che non può essere in alcun modo sostituita dal neo-nonno Lele, ancora troppo legato al ruolo di padre e soprattutto di fidanzato.


6
marzo

DM LIVE24: 6 MARZO 2011. LA MASTRONARDI SPERA, SIGNORINI LANCIA IL TOTO-CORNA, TRA BELEN E CORONA E’ CRISI.

Diario della Televisione Italiana del 6 Marzo 2011

>>> Dal Diario di ieri…

  • Ne devi fare di gavetta!

lauretta ha scritto alle 15:31

La Mastronardi a Tv Talk: “Ho 25 anni, spero di non essere già stata etichettata con i Cesaroni”.

  • Toto-corna!

Phaeton ha scritto alle 16:23

A Verissimo Alfonso Signroini dice che una famosissima conduttrice molto amata dal pubblico italiano è stata tradita dal compagno. Le foto su Chi, ma lui prima chiamerà la conduttrice. Chi è?

  • Belen-Corona: è crisi


20
dicembre

DAHLIA TV IN REGIME DI AUSTERITY: INGRESSO DI NUOVI SOCI O FARA’ LA FINE DI GIOCO CALCIO?

Logo di Dahlia tv

Non è facile fare una pay tv in Italia, in un sistema fagocitato da colossi (Sky e Mediaset Premium) chiunque tenti l’avventura della trasmissione di contenuti a pagamento deve fare i conti le dure leggi di un mercato che non ammette la crescita di nuovi soggetti. E’ successo con Gioco Calcio (piattaforma satellitare nata agli albori del campionato di Serie A 2003/04) che, al fine di rosicchiare abbonamenti a Sky, si era accaparrata i diritti di squadre prestigiose e con un grande seguito di pubblico come Ancona, Chievo, Modena, Empoli e Perugia.

L’esito dell’esperimento fu disastroso: Gioco Calcio non pagò i club con i quali si era accordato e chiuse i battenti dopo un anno di vita e soltanto un paio di mesi di programmazione effettiva. A quel punto intervenne lo squalo Murdoch a “salvare” il campionato e portare tutta la Serie A su Sky. In casa Dahlia, pay tv digitale terrestre – che punta sulla trasmissione di partite di calcio di Serie A e B e di film a luci rosse – di proprietà degli svedesi di Air Plus, si teme di fare la stessa fine: proprio ieri, i giornalisti dell’emittente hanno comunicato che la programmazione e la produzione andrà in onda in forma ridotta fino a data da destinarsi.

Il motivo del contendere è relativo al fatto che FilmMaster, la società che si occupa della gestione della programmazione di Dahlia, pur avendo sino ad oggi garantito la corresponsione degli stipendi, ritiene di non poter più garantire un servizio adeguato, a causa dei mancati pagamenti, che avrebbe dovuto ricevere da Air Plus, per cui opera in outsourcing (in sostanza, effettua un servizio di sub-appalto, per conto degli svedesi).


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