La storia di Capogiro – programma sottotitolabile come “una serie di documentari targati Italia 1″ - è lunga quanto insolita. La prima apparizione si ha nel febbraio di quest’anno nella prima mattinata della rete giovane di Mediaset dove, insieme a Polpette e a Jekyll, componeva “il trittico della sperimentazione”. I tre programmi insieme ebbero vita breve, perché sia Polpette che Jekyll furono cancellati di lì a poco, mentre Capogiro riuscì a sopravvivere alla “mattanza mattutina” con risultati d’ascolto soddisfacenti.
Un riscontro giudicato talmente positivo da valere al programma una sorta di spin off pomeridiano per i più piccoli: Capogiro Junior in onda tutti i giorni, puntale alle 17.30 per un’ora. Cosa è cambiato dalla versione del mattino a quella del pomeriggio? Praticamente nulla, parliamo ugualmente di documentari triti e ritriti. Per capirlo non ci vuole un QI al di fuori della media, ma aver visto una qualsiasi puntata.
Prendiamo, a titolo d’esempio, quanto trasmesso ieri. La puntata ha inizio con un documentario intitolato “L’uomo con le ali“: dove uno stuntman, non si sa per quale motivo, si è svegliato con la voglia di lanciarsi con dei propulsori ai piedi giù da un elicottero. Il tutto sembra avere l’effetto di un Real Tv, ma senza le tette e il lesbo chic della Toniolo e della Fico. Si prosegue, poi, con un documentario sugli elefanti. “Stanno sempre insieme formando una banda invincibile” annuncia una voce femminile enfatica come quella di una Dj. Nulla di nuovo si apprende da questo filmato: ci viene detto che la loro gestazione dura 2 anni, che hanno un’ottima memoria, che hanno due zanne, due orecchie e, udite udite, una proboscide.