Allora cominciamo con il fare un po’ di ordine. La prima puntata è andata in onda di lunedì, la seconda di giovedi, ieri 5 settembre, la terza andrà invece in onda venerdi 13 settembre (anticipazioni qui). Insomma, se Baciamo le Mani non vi ha confuso abbastanza con lo scambio di identità della protagonista e di suo figlio scaturita dalla necessità degli autori di spedirli in qualche modo in America, potete recuperare con la confusione temporale scaturita, invece, dalla necessità di quelli della rete di contrastare nell’ordine, il concerto di Jovanotti, Beppe Fiorello e una a caso delle sue fiction in replica e infine Tale e Quale Show. Che l’hanno accesa. E’ la loro scelta definitiva.
Per riassumervi la puntata di ieri useremo una frase che sarebbe potuta essere una delle frasi cult della nostra amatissima Pupetta. “Scart’frusc e pigl’ primera“. Preferite dire “dalla padella alla brace“? Va bene lo stesso. Il risultato non cambia. C’è una povera donna che scappa dalla Sicilia per sfuggire alla mafia. Arriva a New York e…. indovinate un po’? C’è la mafia pure lì. Insomma, questa è peggio di Roberto Saviano. Si finisce sempre a parlare di infiltrazioni della criminalità organizzata.
Ora non staremo qui a raccontarvi tutto quello che è successo durante la puntata. Per intuire lo sviluppo della storia, non è necessario essere delle aquile. Basta essere dei passerotti. Vogliamo però segnalarvi i 5 passaggi chiave, quelli rappresentativi della seconda puntata di una fiction che, sebbene sullo spirito del telespettatore non abbia le stesse conseguenze di un calcolo sul rene, contiene comunque le sue banalità e forzature. Nella giusta quantità, però, quella sufficiente a farci rinunciare al cambio canale. Meglio non correre rischi, dovesse arrivare Don Cesare.