Articolo 3



23
luglio

TG1: MARIA LUISA BUSI DIMENTICA LE POLEMICHE E TORNA DAL “LUPO” MINZOLINI?

Maria Luisa Busi

Torna indietro, a Saxa Rubra, senza passare dal via. Nel Monopoli sgangherato dell’informazione televisiva Maria Luisa Busi gioca una mossa inaspettata e forse un po’ imbarazzante (per la diretta interessata, s’intende). Ad un anno dalla sua plateale auto-sospensione dal Tg1 in polemica con la linea editoriale del direttore, la giornalista torna sui suoi passi e, zitta zitta, ri-entra nella tana del ‘lupo Minzo’ dalla porta di servizio. Toh, chi si rivede! Come oggi riporta il quotidiano Libero, a partire dal prossimo settembre la fata turchina della libera informazione dovrebbe materalizzarsi nuovamente tra le scrivanie della redazione del notiziario di Rai1. Come se, nel frattempo, nulla fosse accaduto.

In realtà, in questi mesi di resistenza e di lotta contro i mulini a vento della censura, la bionda giornalista ha avuto modo di accorgersi che la dura legge del piccolo schermo non fa sconti a nessuno, nemmeno ai paladini del cosiddetto giornalismo libero. Sbattuta la porta del tanto vituperato Tg1, la Busi ottenne subito di condurre un programma tutto suo nella prima serata di Rai3. Meraviglia delle meraviglie! Tuttavia, vuoi la delusione del pubblico o i contenuti un po’ pesantucci, la trasmissione Articolo Tre si rivelò un clamoroso flop (share intorno al 4%) e la rete di Paolo Ruffini fu costretta a chiuderlo anticipatamente, dopo solo tre settimane.

Ad un anno di distanza Maria Luisa Busi ha fatto tesoro di quella esperienza e infatti, accantonata l’aspirazione di diventare una Michele Santoro in tailleur, sembra aver deciso di ritornare sui suoi passi, al Tg1. Ma non illudetevi di vederla presto alla conduzione dell’edizione serale delle 20: secondo i ben informati, Augusto Minzolini sarebbe disposto a farsi torturare da Di Pietro, Bersani e Vendola in persona piuttosto che assegnarle di nuovo questa mansione. Stando a quanto scrive Libero, per la Busi sarebbe già pronta una scrivania agli speciali, con la particolare competenza per la fascia mattutina.




23
maggio

TELERATTI 2011: PEGGIOR PROGRAMMA DI INFORMAZIONE E CULTURA (INFOTAINMENT E TG INCLUSI)

TeleRatti 2011: Peggior Programma di informazione e cultura

La chiamavano informazione… Quella corretta, puntigliosa, completa, chiamata a rispondere solo alle esigenze del telespettatore. Un servizio gradito ed impeccabile, che nella tv di oggi sembra spesso un lontano ricordo, rimpiazzato da surrogati di infotaiment o da notiziari che neanche il giornalino della parrocchia. Per definizione i TeleRatti seguono l’attualità ed è quindi loro compito individuare, con una categoria ad hoc, il Peggior Programma di Informazione e cultura (infotainment e tg inclusi). Ecco, dunque, a voi l’occasione di votare la trasmissione più sgangherata e inadatta nella divulgazione di notizie. Dopo aver visionato le vostre segnalazioni, la giuria di qualità ha decretato le seguenti nominations.

Numero uno: Articolo3 (Rai3). Il programma condotto da Maria Luisa Busi lo scorso autunno doveva essere la nuova frontiera dell’informazione pubblica, il baluardo dei cittadini contro i poteri forti e all’insegna della Costituzione italiana. Un progetto ambizioso, considerando che il format era stato ereditato dal glorioso Mi manda raitre di Lubrano, Marrazzo e Vianello, nel quale la giornalista auto-epurata dal Tg1 credeva molto. Dalle parti di Rai3 ne erano sicuri: il pubblico rimarrà stregato dalle notizie e dalla narrazione del programma. E invece? Gli ascolti deludenti (poco più del 4%  di share) hanno spezzato l’incantesimo e le speranze della Fata turchina della informazione. Il programma è stato chiuso dopo sole tre settimane.

Numero due: TG1 (Rai1). Il notiziario diretto da Augusto Minzolini è sempre al centro della polemica. Secondo alcuni si tratta di un Tg filogovernativo come ce ne sono sempre stati sulla prima rete, altri invece ritengono sia un caso più unico che raro per la sua inclinazione a difendere strenuamente la politica di Silvio Berlusconi. Come non ricordare i discussi editoriali in cui il responsabile di testata aveva, tra le altre dichiarazioni, definito lo scandalo delle feste a casa premier “solo ipotesi e chiacchiericci“. Poi quelle non-notizie di costume e gossip sparate nei titoli di apertura delle principali edizioni, o anche la prescrizione dell’avvocato Mills diventata, in un servizio, “assoluzione”. Di recente il Tg1 è stato più volte richiamato dall’Agcom perchè avrebbe riservato troppo spazio a Berlusconi, trascurando le voci dell’opposizione. Al Tg del Minzo ne succedono di tutti i colori.

..:: PER VOTARE CLICCATE QUI ::..


29
aprile

TORNA MI MANDA RAITRE. EDOARDO CAMURRI DENUNCIA LE TRUFFE AI CITTADINI

Edoardo Camurri, Mi manda Rai Tre

Per dare voce ai cittadini e per raccontare l’Italia delle persone comuni ci voleva una voce squillante come quella del giornalista Edoardo Camurri. Da stasera sarà lui il megafono di chi ha subito un torto, una truffa, di chi è rimasto imprigionato nel labirinto perfido della burocrazia. Riprende infatti Mi Manda RaiTre, lo storico programma di servizio pubblico della terza rete giunto ormai alla sua quindicesima edizione. Come sempre la trasmissione andrà in diretta, pronta ad accogliere ogni contributo dei telespettatori, e in prima serata, dalle 21.05.

C’è un’Italia disarmata che combatte ogni giorno con truffe e disservizi. La politica se ne disinteressa, noi le daremo voce“. Camurri, oggi all’esordio nello spazio che fu di Antonio Lubrano, Piero Marrazzo e Andrea Vianello, è entrato a pieno nella logica del programma. Anche quest’anno Mi Manda RaiTre starà dalla parte dei cittadini, dei consumatori beffati, portando in video le loro denunce che da mesi arrivano a migliaia nella redazione Rai. Il Belpaese, purtroppo, è fatto anche di sprechi, di affari poco limpidi e ritardi nella pubblica amministrazione: ben venga un programma che ne fa denuncia e si impegna a trovare una soluzione.

Il compito di Edoardo Camurri sarà anche quello di rilanciare e dare un volto nuovo ad un programma che ne ha certamente bisogno, soprattutto dopo l’esperienza poco riuscita di Articolo3 con Maria Luisa Busi, chiuso lo scorso autunno dopo sole quattro puntate per gli ascolti bassi. Per questo il ‘nuovo’ Mi Manda RaiTre accompagnerà il dibattito in studio, tra le parti e le controparti in causa, con inchieste e servizi realizzati come mini-film, così da arricchire il racconto e scandirne il ritmo.





23
marzo

CASO AIAZZONE, LE IENE MORDONO ANCHE I ‘FURBETTI DEL COMODINO’. APERTA INDAGINE PER TRUFFA

Le Iene: caso Aiazzone

Il mobilificio con gli scheletri nell’armadio fa scandalo, così finisce in tv e poi dritto in Procura. Sconti à gogo, pagamenti agevolati senza interessi, offerte mirabolanti, cinque anni a tasso zero signoramia: “provare per credere!“. Dopo anni di chiusura, l’azienda di arredamenti Aiazzone era tornata sul mercato attraverso un’imponente campagna di spot pubblicitari. Rassicurate dall’apparente solidità di quel marchio, migliaia di persone avevano effettuato acquisti e versato caparre in attesa della consegna. Ma col passare dei mesi la mobilia ordinata non si vedeva nemmeno col binocolo e la faccenda assumeva sempre più i contorni della truffa. Che Aiazzone stesse prendendo per il comò i suoi clienti? Il programma di Italia1 Le Iene si è occupato del caso, portandone alla luce i retroscena.

L’inviato della trasmissione, Mauro Casciari, ha raccolto la testimonianza di alcune famiglie che, in attesa di ricevere la merce già acquistata, sono state costrette ad abitare case rimaste spoglie e ad arrangiarsi con fornellini da campeggio, appendiabiti, materassi e frigoriferi improvvisati. “Aiazzone incassava il malloppo, cioè tutti i soldi dei clienti, non pagava fornitori e dipendenti perchè ovviamente anche noi abbiamo sofferto” ha rivelato ai microfoni delle Iene un impiegato del noto mobilificio. Così anche le rischieste di risarcimento cadevano nel vuoto, dopo essere state rimbalzate da un muro di scuse e motivazioni pretestuose. Inutile quindi rincorrere Gian Mauro Borsano e Renato Semeraro (responsabili del gruppo B&S a cui apparteneva il gruppo Aiazzone, rilevato poi dalla società Panmedia, ndDM) per chiedere loro spiegazioni davanti alle telecamere. In questi giorni i “furbetti del comodino“, come sono già stati soprannominati, non hanno intenzione di parlare.

Le Iene hanno così portato nuovamente all’attenzione del pubblico su un caso che ha coinvolto migliaia di famiglie incappate in quella che ormai pare a tutti gli effetti una fregatura senza agevolazioni. Altro che tasso zero. Meritoria dunque l’attenzione riservata al disagio di tanti consumatori da tempo sul piede di guerra contro Aiazzone. Alcuni di loro hanno depositato delle querele in Procura a Torino ed i magistrati hanno aperto un fascicolo d’indagine, chiedendo l’intervento del  Tribunale Fallimentare. Ancora una volta il programma di Italia1 ‘asseconda’ la Giustizia o addirittura la anticipa, come invece era accaduto con il caso di Adelaide Ciotola. In quell’occasione, allertate da una segnalazione anomima, le Iene avevano sollevato alcuni sospetti sulla vicenda, inducendo la Procura di Napoli ad aprire un’inchiesta conclusasi con l’arresto di Luisa Pollaro, madre della bambina (maggiori info qui).


22
febbraio

MI MANDA RAI TRE: EDOARDO CAMURRI SARA’ IL NUOVO CONDUTTORE

Edoardo Camurri

Con una laurea in filosofia teoretica potresti fare di tutto, anche presentare Mi Manda Rai Tre. In fin dei conti, l’importante è fare ascolti e soprattutto evitare che la trasmissione scivoli sotto il 4% di share, che significa flop e chiusura anticipata. E’ la dura ‘ontologia’ dell’auditel. Il direttore della terza rete Paolo Ruffini, che da questo punto di vista appartiene alla corrente del Pragmatismo, avrà fatto i suoi calcoli quando ha deciso di affidare ad Edoardo Camurri la conduzione del programma che fu di Andrea Vianello e prima ancora di Piero Marrazzo. Il giornalista, rampante 36enne, sarà alla guida di Mi manda Rai Tre dal 29 aprile prossimo, giorno d’esordio della nuova stagione.

Camurri non è certo nuovo al piccolo schermo e all’approfondimento giornalistico: nel 2005 e nel 2006 ha condotto “Omnibus Estate” e poi “Omnibus Weekend” su La7. Oltre alla laurea in filosofia teoretica con Gianni Vattimo, di cui si diceva, vanta anche  collaborazioni  con Il Foglio di Giuliano Ferrara, Vanity Fair e con il supplemento culturale della domenica de Il Sole 24 Ore. In radio ha condotto Radio3 Mondo, Prima Pagina e Pagina3, ed è stato anche autore dei programmi televisivi di La7 come “Le vite degli altri”, “Istantanea” e “La Gaia Scienza“. Ora è chiamato ad un’esperienza sulla terza rete Rai, in un programma che attende solo di essere rilanciato e di ritrovare il suo nutrito pubblico di affezionati.

Per la conduzione di Mi Manda Rai Tre si era fatto anche il nome di Maria Luisa Busi, alla fine passato in secondo piano. Forse in Rai qualcuno si sarà ricordato del flop clamoroso di ‘Articolotre‘, presentato dalla giornalista nella scorsa stagione tv, pensando che sarebbe stato meglio non rischiare un infelice bis. Dopo l’auto-epurazione dal Tg1 di Minzolini, la fata turchina dell’informazione era finita in prima serata su Rai3, con un bel programmino sulla Costituzione e il disagio sociale. Un appuntamento rivelatosi subito di nicchia, troppo di nicchia, al punto da essere chiuso dopo sole quattro puntate per scarso rendimento.





9
novembre

ARTICOLO 3, LA RAI SOSPENDE IL PROGRAMMA: FLOP DI ASCOLTI. E IL MINZO GONGOLA…

Maria Luisa Busi

La ‘fata turchina’ resta sospesa, finisce già la favola di Articolo 3. Flop: incantesimo svanito. La Direzione Generale della tv pubblica e  il Direttore di Rai3 Paolo Ruffini hanno infatti deciso di fermare il programma che Maria Luisa Busi conduce da sole quattro settimane nella prima serata del venerdì. La sospensione è stata concordata dopo una valutazione dei dati di ascolto della trasmissione, deludenti rispetto alle aspettative riposte in essa dalla rete. La matematica non è un’opinione e qui i numeri parlano da soli: finora la Busi  ha raccolto poco più del 4%  di share, ben al di sotto della media di Raitre che si aggira attorno al 9%. Come reagire? A Viale Mazzini pare ci abbiano pensato a lungo, ma alla fine si è optato per la soluzione più drastica: staccare la spina, sospendere il tutto.

”La televisione è così” ammette quasi sconsolato Paolo Ruffini. ”Credevo e continuo a credere in una televisione di Servizio Pubblico che si occupi dei diritti dei cittadini e dei consumatori” dice il direttore di Raitre, elogiando la Busi: “E’ una delle migliori risorse professionali della Rai e la ringrazio di aver condiviso con generosità questo progetto di Rai3“. Di fronte al flop di Articolo3 il responsabile della terza rete ammaina mestamente la bandiera corsara della libera informazione e alza il vessillo bianco della resa. “Gli ascolti non ci hanno dato ragione. E’ evidente che nel programma c’è qualcosa che non funziona, che non ha funzionato” dice.

A quanto pare al venerdì sera il telespettatore preferisce gli amarcord di Carlo Conti o i mini-tenori di Gerry Scotti alle inchieste sul pubblico impiego ed il welfare della bionda Maria Luisa. Se poi Quarto Grado torna per l’ennesima volta ad Avetrana, da zio Michele e Sabrina, non c’è più confronto. Articolo3 non se lo fila quasi nessuno.  ”E’ difficile fare un programma che affronti i temi dei diritti e delle disuguaglianze in questo paese e in questo momento, coniugando qualità e ascolto in una serata con una controprogrammazione feroce, in una rete sotto assedio costante ha commentato a riguardo la stessa Busi. Le ha fatto eco Ruffini, ammettendo che se un programma non incontra il pubblico, non si può prendersela con quest’ultimo “ma la regola, anche se fa male, è che ci si fermi“.


5
novembre

VICTOR VICTORIA E ARTICOLO 3 RISCHIANO LA CHIUSURA. COLPA DI MENTANA E SOTTILE?

Victoria Cabello, rischio chiusura per Victor Victoria e Articolotre

Clamoroso al Cibali: sembra, come anticipato da Marco Castoro su Italia Oggi, che il programma di punta della seconda serata de La7, Victor Victoria, rischi la chiusura anticipata. Nonostante qualche sporadico exploit, infatti, il programma condotto da Victoria Cabello, in questo scorcio di stagione, ha ottenuto risultati davvero deludenti. Persino l’approdo della cantante – personaggio Arisa sembra non aver fatto la differenza.

Secondo l’agente della conduttrice Beppe Caschetto la colpa, strano a dirlo, sarebbe della new-entry Enrico Mentana che avrebbe stravolto la liturgia e la convenzione degli orari ritardando l’inizio dell’appuntamento di La 7 con un’edizione in seconda serata del suo telegiornale. Qualcuno sosterrà che un piccolo gioiello della programmazione rischia di scomparire, qualcun altro malizioso dirà che la Cabello sia stata eccessivamente sovrastimata nelle ultime annate.

Come abbiamo già avuto modo di osservare, questa stagione verrà ricordata per l’atipico numero di insuccessi in seconda serata tra una Tv Mania chiusa immediatamente e un Chiambretti Night che ha dovuto adeguarsi ai cambiamenti di palinsesto salva – share.  E’ pur vero che il periodo non renda giustizia alla comicità: l’omicidio soap di Sarah Scazzi ha fagocitato tutte le altre proposte differenti riuscendo a risvegliare dallo stato comatoso persino appuntamenti catodici prima ignorati dai più. Ne sa bene Maria Luisa Busi che ha visto il suo Articolo 3 messo in seria difficoltà da un inaspettato exploit del Quarto Grado di Salvo Sottile. 


15
ottobre

ARTICOLO 3, MARIA LUISA BUSI TORNA IN PRIMA SERATA COME PALADINA DEI DIRITTI NEGATI

Maria Luisa Busi al timone di Articolo 3

In molti la ricorderanno come la ‘fata turchina’ del Tg1, presenza stabile nell’edizione delle 20. Altri tempi, oggi Maria Luisa Busi ha cambiato favola. Da quando a Saxa Rubra è arrivato il lupo cattivo Augusto Minzolini, la giornalista ha deciso di abbandonare la conduzione del notiziario per contestare una nuova linea editoriale ritenuta “parziale e di parte“. Un’auto-epurazione in piena regola, una scelta professionale ai limiti del martirio televisivo che alla fine le ha portato bene. Ora la conduttrice ha un programma tutto suo in prima serata che si chiama Articolotre e andrà in onda ogni venerdì sulla terza rete, a partire da oggi.

La trasmissione, come si intuisce dal titolo, si ispira all’articolo terzo della Costituzione Italiana, quello che sancisce l’uguaglianza formale e sostanziale tra tutti i cittadini. Per questo i suoi protagonisti saranno i giovani, le donne, gli immigrati, i lavoratori, gli anziani, i pazienti e chiunque abbia subito la negazione di un diritto. Dalla parte dei consumatori e di chi vede calpestate le proprie prerogative, Articolotre denuncerà le ingiustizie tutelando la parte lesa, mettendo in guardia il pubblico dalle truffe e da chi le mette in atto a danno dei più deboli, di coloro che non hanno gli strumenti intellettuali e giuridici per difendersi. Maria Luisa Busi fa come il Gabibbo stana magagne, ma dandosi un tono di serietà.

C’è un’Italia che non conosciamo, ma che esiste e che non viene raccontata. Con articolotre, andremo a scoprire le radici delle ingiustizie partendo proprio dalle persone e dai luoghi dove i loro diritti sono stati offesi” afferma la conduttrice, spiegando “Faremo inchieste nel mondo della sanità, parleremo del diritto ad essere curati bene, dell’assenza del welfare, delle mortificazioni subite dalla ricerca“. La Busi per il sociale porterà in onda tre storie a puntata, per cercare di raccontare la società da un altro punto di vista.

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