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Un Alieno in Patria, l’ennesimo talk di cui non avevamo bisogno
di Daniele Lombardi
31/03/2025 - 14:29
© Instagram @instarai3
3 /5
L’access prime time del sabato di Rai 3 ritorna al talk show, ma poteva benissimo evitarlo. In una fascia già presidiata da 4 di Sera Weekend e In Altre Parole, il nuovo Un Alieno in Patria avrà una strada tortuosa perché non costituisce una vera alternativa. Ma, prima di entrare nel merito, vi starete chiedendo il motivo di un titolo così particolare. Ebbene, l’alieno è Peter Gomez, conduttore del programma, che vuole analizzare la realtà con lo stupore di chi è appena sbarcato sulla Terra.
In questa nuova avventura, però, il giornalista non è da solo. Ad accompagnarlo, anche Manuela Moreno (uscita dal TG2) e il comico Paolo Rossi. Un trio che, almeno al debutto, è apparso affiatato ma abbondante: Gomez sarebbe di per sè sufficiente per la conduzione del programma. La Moreno, invece, è poco sfruttata: è relegata al segmento finale di 12 minuti denominato “Gli alieni siamo noi” in confronto con Gomez e a qualche piccola incursione nel dibattito principale. I momenti comico-musicali affidati a Rossi, invece, se da una parte alleggeriscono, dall’altra risultano superflui.
Ma il problema principale di Un Alieno in Patria è il suo genere, un talk show di attualità, in una rete già invasa da programmi simili e in una fascia oraria più che coperta dal punto di vista informativo. Dopo la chiusura di Che Sarà di Serena Bortone lo scorso giugno, l’access del sabato sera di Rai 3 aveva cambiato rotta, puntando su cultura e faccia a faccia. Fino alla scorsa settimana, infatti, è andata in onda La Confessione, il format di interviste dello stesso Peter Gomez. Quella era una vera alternativa che è riuscita a costruirsi una nicchia fedele di pubblico (più del 4% di share).
La prima puntata andata in onda sabato ha trattato temi di stringente attualità: geopolitica, guerre, intercettazioni con un parterre di ospiti di prestigio come l’ex Presidente Gianfranco Fini, la giornalista Rula Jebreal e il costituzionalista Michele Ainis. Fronte contenuti, il programma non fa una piega, è completo ed eterogeneo. Dal punto di vista dell’approccio, vista la fascia oraria (20.15-21.20), sarebbe necessario un ritmo più incalzante.
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vinny dice:
si è vero,tanti talck ma dipende da chi li conduce. Peter va benissimo a differenza dei suoi colleghi sul nove. presuntuosetti soprattutto Scanzi,ha quell'aria di so tutto io.