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Storia della mia famiglia lascia con l’amaro in bocca

Stefania Stefanelli

di Stefania Stefanelli

21/02/2025 - 16:00

Storia della mia famiglia lascia con l’amaro in bocca

© Netflix / Marco Bellucci

3.8 /5

Prima di analizzare i motivi per i quali la nuova serie Netflix Storia della mia Famiglia lascia un senso di scontento, è bene chiarire che la visione è consigliata. Prove attoriali di questo calibro sono rare: Eduardo Scarpetta, Vanessa Scalera, Massimiliano Caiazzo, Cristiana Dell’Anna e gli altri interpreti risultano talmente intensi, forti ed emozionanti, da valere da soli il prezzo del biglietto. Detto ciò, la scrittura non convince del tutto.

I sei episodi raccontano la formazione di una famiglia, composta dalle persone più care a Fausto (Scarpetta): affetto da un male incurabile, chiede a sua madre, a suo fratello e ai suoi due migliori amici di prendersi cura dei suoi due figli, dal momento che la madre dei ragazzi è stata allontanata da loro per non precisati problemi mentali.

Storia della mia famiglia: ottimo il cast, poco chiara la scrittura

Fausto è un vulcano, viene presentato come un uomo positivo e meraviglioso, ma durante la narrazione e nei ricordi di chi lo amava vengono fuori le sue spigolosità, che ne sottolineano l’egoismo in qualche modo dichiarato fin da subito. Ovvero da quando ha preteso di cambiare le vite degli altri in funzione della fine della sua.

L’amore enorme che lui sente per tutti, però, lo assolve. Ed enorme è anche l’amore che gli altri hanno per lui, ognuno con i propri limiti e con la propria complessa ed insicura personalità, che verrà fuori man mano. I rapporti interpersonali, con le loro costrizioni e con le gioie che sono in grado di dare, vengono sviscerati a dovere, ma non basta.

A fronte di enorme spazio dato ad alcuni momenti che hanno segnato questi rapporti, altri non vengono affrontati: ad esempio i primi cinque episodi sono dedicati ognuno ad un personaggio e l’ultimo a tutti, ma nessuno alla moglie di Fausto, da lui tenuta fuori ingiustamente da questa famiglia. Un torto che i parenti, in parte colpevoli, cercano di riparare, ma troppo tardi.

Il finale, poi, non è chiaro, lascia quasi intendere che possa esserci una seconda stagione. Ma per una storia così intimista non se ne sente la necessità, perchè il rischio sarebbe quello di arrovellarsi sempre sugli stessi punti come in parte è stato già fatto.

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