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Shared Custody, tragicomica ed intelligente parabola della separazione
di Stefania Stefanelli
13/03/2025 - 18:21
© US Disney+
3.2 /5
A volte le spiegazioni più chiare arrivano dove e quando meno te le aspetti. Così come su Paramount+ Curfew ha affrontato a 360 gradi il tema della violenza sulle donne, su Disney+ Shared Custody ci racconta tutte le insidie di una separazione quando ci sono di mezzo i figli. E lo fa con il sorriso, benchè inevitabilmente amaro.
Cris (Lorena Lòpez) e Diego (Ricard Farrè) decidono di separarsi perchè non vanno più d’accordo e vogliono un affidamento condiviso per la piccola Cloe (Lucía de Gracia), che ha cinque anni. Partono armati di tutte le migliori intenzioni, vogliono restare buoni amici, ma ogni progetto si schianta: l’intromissione dei genitori, le recriminazioni, i problemi economici, la difficoltà di trovare una nuova casa per entrambi e il sentimento che continua a legarli li trasformano ben presto in nemici, incapaci di gestire la situazione.
Shared Custody: dalla Spagna un piccolo gioiello di onestà
La storia funziona perchè non c’è nessun buono e nessun cattivo, le motivazioni di entrambi vengono accolte e immediatamente rigettate in un equilibrio perfetto che apre grandi spunti di riflessione sul tema della separazione, dalla necessità di rivedere le priorità lavorative all’egoismo che la sofferenza fa venir fuori. E finisce per abbattersi sul più debole di tutti, ovvero la bambina.
Questa tragicommedia è spagnola, dunque ad arginare ulteriormente la serietà dell’argomento trattato ci pensa la recitazione molto caricata degli interpreti, che in alcuni momenti finiscono per essere quasi grotteschi. Ma la sceneggiatura è un piccolo gioiello di onestà, che non fa sconti a nessuno e riesce a mantenere viva la cosa più importante in certi frangenti: la speranza di riuscire a fare la cosa giusta.
Una nota: nel finale c’è un cliffhanger che potrebbe far spazio ad una seconda stagione, ma a nostro avviso sarebbe superflua, perchè la parabola di questa coppia è più che esaustiva.
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