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Il Patriarca e il fascino del male

Stefania Stefanelli

di Stefania Stefanelli

22/11/2024 - 16:41

Il Patriarca e il fascino del male

© US Mediaset

4 /5

Una storia si può raccontare in tanti modi, e a seconda di come la si racconta cambia il punto di vista di chi la ascolta o, nel caso delle serie tv, di chi la guarda. Il Patriarca fin dall’inizio ha raccontato il male con un’astuzia e una delicatezza notevoli, portando il pubblico a fare il tifo per un criminale incallito e senza speranza.

Nemo Bandera è un patriarca ma soprattutto un delinquente, che vive di contrabbando, impone la sua volontà nella piccola città marittima di Levante e, quando lo ritiene necessario, non esita a premere il grilletto e uccidere. Ancora più facilmente, poi, invita altri ad agire per suo conto, ordinando omicidi e raid con estrema tranquillità.

Il Patriarca: un doppio ottimo lavoro di Claudio Amendola

Nonostante ciò, è umano e si riesce a comprendere il suo punto di vista. Un risultato pericolosissimo in linea generale, ma trattandosi di un’opera di finzione è sinonimo di maestria. Ad ammorbidire il personaggio sono due elementi in particolare: la malattia, ovvero l’Alzheimer che lo sta indebolendo lentamente e il grande e spassionato amore per la sua famiglia.

Nella prima stagione la sua apertura nei confronti dell’omosessualità del figlio Carlo (Carmine Buschini) aveva sorpreso, e la morte del ragazzo gli ha poi permesso di tirare fuori tutta la sua fragilità. Ma è soprattutto il travagliato rapporto con la prima figlia Lara (Neva Leoni) ad emozionare, perchè lui rivede in lei la madre, il suo unico vero amore. Un amore che non gli impedisce, però, di rispettare e sostenere la moglie Serena (Antonia Liskova). Toccante anche il legame con l’amico Ferro (Michele De Virgilio), in grado di restituire la semplicità dell’uomo dietro il patriarca.

La forza di questo personaggio viene dalla sceneggiatura ma anche da Claudio Amendola, che lo interpreta dirigendo al contempo la serie: la meticolosità e l’attenzione posta su Nemo sono evidenti e, unite al ritmo della narrazione, al suo calore e ai colpi di scena – come lo spiazzante omicidio di Carlo ad opera di Mario (Raniero Monaco di Lapio) – rendono questa serie diversa da tutte le altre nel panorama nostrano.

La prima puntata della scorsa settimana ha registrato un calo rispetto alla prima stagione, andata in onda ad aprile 2023. Chissà se con gli altri appuntamenti – qui le anticipazioni di questa sera – il pubblico tornerà ad appassionarsi alla storia come un tempo, soprattutto considerato l’innesto dei nuovi personaggi, forti soprattutto perchè anch’essi legati alla famiglia Bandera.

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