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Hanno ucciso l’Uomo Ragno, rendendolo immortale
di Stefania Stefanelli
23/10/2024 - 12:17
© US Sky
4.5 /5
C’è un’intera generazione che non potrà restare indifferente guardando la nuova serie Sky Hanno Ucciso l’Uomo Ragno – La Leggendaria Storia degli 883. E’ quella di chi è stato giovane negli anni ’90, cresciuto ascoltando canzoni come Come mai e Sei un Mito, e che a distanza di trent’anni si emoziona ancora sulle note de Gli Anni. Un brano capace di raccontare un’epoca e un periodo della vita che è uguale un po’ per tutti, proprio come cerca di fare questa serie.
Sydney Sibilia ha preso un simbolo di quella generazione e ci ha costruito sopra otto episodi altamente empatici per chi ha amato il gruppo musicale. Un racconto divertente, nerd, di provincia, infarcito di aneddoti assurdi che però sappiamo essere (quasi tutti) veri. Un coming of age che parla a tutti ma che i giovani d’oggi potrebbero far fatica a comprendere, in un’epoca in cui per diventare famosi basta un video su TikTok.
Hanno ucciso l’Uomo Ragno: un coming of age che racconta un’epoca
Hanno ucciso l’Uomo Ragno racconta invece come si costruisce un sogno, da dove parte – nello specifico dalla tavernetta di casa Pezzali nella Pavia di fine anni ’80 – e come diventa immortale. Spiega che le cose più belle accadono dove e quando meno te le aspetti: perchè Albert Einstein gettò le basi della teoria della relatività mentre era in punizione a Pavia per essere stato bocciato; perchè due compagni di scuola con mille grilli per la testa possono trasformarsi in idoli del pop; e perchè si può avere il folle coraggio di rifiutare il successo per continuare a cercare se stessi altrove.
Il più grande pregio della serie, che punta molto sulla ricostruzione scenografica e, ovviamente, sulla musica, è quello di svelare un mistero che per anni ha fatto interrogare la generazione di cui sopra: ma chi era davvero Mauro Repetto? E nel raccontarne l’anima visionaria, generosa, entusiasta ma anche molto fragile attraverso l’attore Matteo Oscar Giuggioli, lo restituisce al suo pubblico, che pur conoscendolo appena se n’era sentito orfano.
Chi invece è sempre rimasto, incrollabile nella sua semplicità e con la sua capacità di cantare le emozioni in modo diretto, è Max Pezzali. Una figura autentica nel panorama dello spettacolo, che il giovane Elia Nuzzolo riesce ad interpretare bene, rendendolo, se possibile, ancora più simpatico e più vicino a tutti noi.
Tanti i personaggi che ruotano loro attorno, alcuni destinati a diventare famosissimi, come Maria De Filippi (Carolina D’Alatri), e altri che hanno contribuito alla leggenda. Come il mitico Cisco (Davide Calgaro), citato in alcuni brani degli 883 e amico storico di Pezzali.
Hanno ucciso l’Uomo Ragno non racconta l’uscita di scena di Mauro Repetto
Il difetto di questo progetto, che resta di nicchia pur parlando al cuore di tutti, è invece quello di tirarla troppo per le lunghe. Come ci ha spiegato Sibilia, gli otto episodi andranno a coprire solo l’ascesa degli 883 non arrivando al momento clou, quello dell’abbandono da parte di Repetto. Che è anche quello che lo spettatore aspetta con ansia di vedere, per capire. Una scelta fatta in vista della seconda stagione, ma che provoca un moto di delusione.