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Billionaire Island, la Dynasty norvegese di Netflix
di Stefania Stefanelli
18/09/2024 - 12:56
© Courtesy of Netflix 2023
3.5 /5
Se cercate una serie diversa dalle solite, la trovate su Netflix. Si intitola Billionaire Island e, per quanto l’ossatura narrativa sia quella delle lotte di potere e dei sempiterni conflitti familiari, il contesto in cui è calata è talmente originale da farla sembrare un pesce fuor d’acqua. Anzi, per l’esattezza un salmone.
La serie, composta da sei episodi ed ambientata sulla costa norvegese, racconta infatti il mercato dell’itticoltura in modo irriverente ma drammatico allo stesso tempo. Due famiglie competono senza esclusione di colpi nell’industria globale della pesca ai salmoni, l’una decisa a diventare leader assoluta, l’altra costretta a tentare di sopravvivere.
Billionaire Island racconta il mercato dell’itticoltura tra tradizioni e spietata modernità
Ciò che rende unico il prodotto sono i contrasti. In primis quello tra la geniale donna in carriera Julie Lange (Trine Wiggen), leader sia in azienda che in famiglia, e l’antiquato Gjert Meyer (Svein Roger Karlsen), il suo rivale. In secondo luogo quello tra le tradizioni e i costumi a cui i personaggi si mostrano molto fedeli in determinati momenti e la spregiudicata modernità delle loro azioni che porterà i figli a tentare di spodestare i genitori a costo di alleanze inaspettate.
Poi c’è il contrasto tra la quiete idilliaca della scenografia naturale ed architettonica della zona e il mondo che bussa alla porta dei Lange e dei Meyer, con l’arrivo ad esempio di una band k-pop durante una cresima e dello star stystem di Los Angeles, con le sue lusinghe e i suoi intrighi.
Infine spiazza l’alternanza tra scene splatter con protagonisti poveri animali indifesi, momenti hot, dialoghi infarciti della tipica ed ingenua comicità nordica e consigli d’amministrazione non privi di inattesi colpi di scena.
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