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Apple Cider Vinegar: con le bugie sui social anche il miglior vino diventa aceto
di Stefania Stefanelli
18/02/2025 - 15:44
© US Netflix
4 /5
“Noi essere umani siamo capaci di qualsiasi cosa“; “Ho fatto di tutto, davvero qualsiasi cosa perchè la gente mi apprezzasse… e alla fine non è servito a nulla“. Basterebbero queste due frasi, pronunciate dalla protagonista all’inizio e alla fine del primo episodio, per spiegare il messaggio più profondo della nuova serie Netflix Apple Cider Vinegar. Ma c’è un mondo dentro e dietro questo racconto, il mondo marcio dei social network e di chi quotidianamente mente ai follower per ottenere consensi, denaro e approvazione.
Un tema più che mai attuale, declinato qui nella sua forma più pericolosa: quella che riguarda la salute, i consigli dati da non esperti del settore che finiscono per danneggiare chi li segue e si aggrappa ad essi nella speranza di guarire da malattie che la scienza non sempre può curare.
Apple Cider Vinegar è tratto dalla storia di Annabelle Natalie Gibson
Ispirato ad una storia vera – la cui reale protagonista, come viene ripetuto più volte, non avrebbe intascato nulla per la sua realizzazione – la serie racconta la colossale truffa messa in atto da Belle Gibson (Kaitlyn Dever), creatrice di un’app dedicata al benessere e all’alimentazione: agli albori di Instagram, facendo credere ai suoi follower di aver curato con metodi naturali un (finto) cancro al cervello, spinge in tanti ad imitarla, raccogliendo anche fondi mai realmente andati in beneficenza e creandosi una carriera sul nulla.
I sei episodi scavano nella mente di Belle, analizzando il suo bisogno compulsivo di attenzione e approvazione, nonchè le sue doti di affabulatrice seriale, capace di trarre in inganno chiunque ed ottenere sempre vantaggi per se stessa senza preoccuparsi delle conseguenze.
Le sue deliberate e spudorate menzogne viaggiano di pari passo con quelle inconsapevoli di Milla Blake (Alycia Debnam-Carey), realmente malata di cancro, che sponsorizza un approccio alternativo alla malattia perchè lo crede davvero funzionale, salvo poi dover fare i conti personalmente con la sua inefficacia.
La serie riesce a coinvolgere emotivamente lo spettatore trasmettendo tutta l’angoscia e la pericolosità di un sistema basato solo sull’apparenza e sulla fiducia incondizionata, e lo fa mostrando diversi punti di vista, quelli dei personaggi coinvolti a vario titolo nelle truffe.
Un’analisi affascinante sul potere dei social e sulla loro capacità di manipolare la realtà, benché solo fino ad un certo punto: quello del risveglio della coscienza di massa, quello in cui le gambe troppo corte delle bugie non riescono più a sostenerle.
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