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SkyTg24, Paolo Becchi: «La Repubblica? Il giornale dell’orfano». Il canale si scusa
di Marco Leardi
08/06/2018 - 10:40

La Repubblica? “Il giornale dell’orfano“. Hanno suscitato polemiche e indignazione le parole pronunciate ieri dal professor Paolo Becchi a SkyTg24. Nel corso della diretta, l’accademico – noto per aver simpatizzato in passato per i Cinquestelle – si è lasciato sfuggire un’infelice definizione riferita al direttore di Repubblica Mario Calabresi, figlio del Commissario assassinato a Milano il 17 maggio 1972.
Su SkyTg24, le parole di Becchi hanno istantaneamente provocato il biasimo da parte di Daniele Bellasio, caporedattore della sezione Esteri di Repubblica, che partecipava al dibattito. “Spero di aver sentito male” ha sbottato il giornalista, chiedendo al conduttore Renato Coen – che in un primo momento non aveva colto la frase incriminata – di verificare cosa fosse stato appena detto.
“La rete semmai potrà chiedere scusa in un altro momento, è difficile andare avanti quando si sentono queste cose“
ha aggiunto Bellasio, mentre il conduttore – dopo un ragguaglio dalla regia – si apprestava a chiedere scusa per la frase “particolarmente offensiva” andata in onda. Invitato a scusarsi per le sue affermazioni, tuttavia, il professore genovese si è negato:
“Ma non ci penso nemmeno! Ho detto la verità“.
A stretto giro, anche la direttrice del canale all news Sarah Varetto ha preso le distanze da quanto avvenuto in diretta.
Ci dissociamo completamente dalle orribili parole del professor #Becchi, come fatto in diretta da @RenatoCoen. Inaccettabili. @SkyTG24 non tollera simili affermazioni. @repubblica @mariocalabresi
— Sarah Varetto (@sarahvaretto) 7 giugno 2018
Non è la prima volta che il professore genovese fa parlare di sé a seguito di un’ospitata televisiva. In realtà, come sottolineato dal giornalista Giuseppe Cruciani su Twitter, pare che Becchi avesse usato espressioni simili anche altre volte, senza che vi fosse stata tuttavia alcuna levata di scudi.
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RoXy dice:
Contro Berlusconi sono stati utilizzati epiteti di ogni tipo e allusioni ben peggiori di questa. Cè chi, come Travaglio, ha perfino rivendicato il diritto ad odiarlo. E non cè stata mai nessuna levata di scudi, anzi, al contrario, si è in tutti i casi rivendicata la libertà di parola e di opinione su di lui. L'Italia è definitivamente il paese dei due pesi e due misure.
luca_parma dice:
Il problema è di semplice soluzione: basterebbe non invitarlo mai più. Invece, purtroppo, ho il vago sospetto che in certi talk (in qualsiasi canale televisivo), coloro che si irritano facilmente o coloro che dicono cose "grosse" vengano appositamente invitati, così si parlerà del programma. E questa, a mio avviso, è una cosa becera e triste.