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IL MIO GROSSO GRASSO MATRIMONIO GYPSY

Redazione

di Redazione

01/11/2011 - 11:33

IL MIO GROSSO GRASSO MATRIMONIO GYPSY

Il mio grosso grasso matrimonio Gypsy
Il mio grosso grasso matrimonio Gypsy

di Gianluca Da Siena

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Per centinaia di anni, i nomadi hanno condotto una vita fatta di tradizioni e semplicità. Poi, il loro mondo si è scontrato con il ventunesimo secolo…”. Questo è l’incipit di ogni puntata di “Il mio grosso grasso matrimonio gypsy” (My big fat gypsy wedding, nella versione originale inglese), in onda su Real Time (canale 31 del DTT) il venerdì alle 22.10 e, in replica, la domenica alle 23.10.

Un programma-documentario che ci mostra la realtà dei nomadi dal loro punto di vista e ne racconta da una parte le tradizioni che ancora si conservano, come il matrimonio in giovanissima età preceduto da un fidanzamento dai metodi molto bruti (“la cattura” da parte degli adolescenti gypsy) o l’estremo maschilismo che governa questa particolare “società” (alle donne è solo concesso partorire e accudire marito e roulotte), e dall’altra tutte le novità dovute all’influenza della nostra cultura.

Il matrimonio è proprio una di quelle particolari tradizioni ancora ben radicata in questa etnia che ha subìto la nostra influenza. Le nozze rappresentano prima di tutto un traguardo a cui tutte le giovanissime (spesso minorenni) nomadi devono puntare e non solo deve risultare perfetto ma anche il più bello e sfarzoso possibile, cosicché si parli bene della ragazza e le si dia il giusto rispetto. Assistiamo così a dei matrimoni talmente “spettacolari” che i nostri sembrano delle cene informali: strabilianti limousine, elicotteri e vestiti pacchiani dal peso abnorme. Un grande party hoolywoodiano che sfocia poi in sensuali balli le cui protagoniste, bambine e ragazze in tenera età dall’abbigliamento da cubiste in erba, fanno di tutto per mostrarsi e imitare i loro idoli (da Beyonce a Shakira). Una grande festa, l’unico giorno di festa al cui cardine vi è la figura della donna, costretta dal matrimonio a subìre gli ordini dall’altrettanto giovane marito e a convivervi in una sgangherata roulotte.

Non solo tradizioni però, ne Il mio Grasso Grosso Matrimonio Gypsy viene anche sollevato l’importante problema della discriminazione che i nomadi subiscono da parte della locale popolazione inglese, un problema che tanto tiene banco anche in Italia. Tanti sono gli esempi di isolamento portati all’attenzione del telespettatore: dagli sguardi stizziti degli inglesi nei locali pubblici in presenza dei rom, all’impossibilità di questi di parcheggiare carri e roulotte, senza dimenticare lo “sfratto obbligato” e conseguente distruzione del campo.

Il mio Grasso Grosso Matrimonio Gypsy offre al telespettatore la possibilità di conoscere vizi e virtù di un mondo a noi in parte ancora estraneo.

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18 commenti su "IL MIO GROSSO GRASSO MATRIMONIO GYPSY"

  1. Buon esordio, MisterGrr. Aspetto altri tuoi articoli.

  2. mattia buonocore: davvero?? ma te pensa...sinceramente non l'avrei mai detto! Sono proprio curioso di vedere l'altro doc allora...

  3. Pasquini: sì è mio :D! ...ti è piaciuto? :) (io su ste cose sono iperautocritico)

  4. Mister Non sapevo fosse tuo :D Be' ti dico solo che il pezzo è passato sotto le mie grinfie ;)

  5. mattia davvero? Mio dio, io lo vedo un po' di parte verso i gypsy, se è quello che intendono sono abbastanza d'accordo...

    1. @MisterGrr al contrario... Dicono che l'immagine è stereotipata o qualcosa del genere tant'è che su un altro canale hanno realizzato un documentario sulla vera vita dei gipsy.

  6. comare hai ragione...la storia dei matrimoni senza invitati ufficiali e gli abiti allucinanti (ahah quelli con le luci...) sono incredibili! Grazie mille!

  7. Bravo, MisterGrr. :) Ma la cosa allucinante è vedere queste ragazzine adeguarsi a tradizioni così punitive, andando incontro a infelicità quasi certa con una leggerezza raccapricciante... E poi gli abiti nuziali che pesano fino a 170 chili che lasciano cicatrici a vita? E i matrimoni organizzati non si sa dove, dove la gente arriva su passaparola? Incredibili, davvero. I gypsy irlandesi sono diverissimi dalle comunità nomadi che ad esempio vivono in Italia. Trasecolo tutte le volte, ma che curiosità...

    1. Cmq in Uk hanno attaccato il programma dicendo che non descrive la vera realtà Gipsy.

  8. comare: condivido ogni parola. Io lo seguo soprattutto di domenica sera, e, non posso smettere di guardarlo anche se certe cose mi lasciano letteralmente stupefatto.

  9. oddio, non pensavo lo pubblicaste davvero, sinceramente non mi convinceva al 100%...grazie mille ragazzi, è un'emozione smisurata quello che sto provando! Sicuramente vi manderò altri c'è post! (sì sono io quello che ha scritto l'articolo)

  10. Lo seguo, davvero molto interessante. Ogni volta mi stupisco e mi arrabbio, ma non riesco a non seguire il documentario accurato e fatto con sensibilità e rispetto. Incredibile il lavaggio del cervello a cui vengono sottoposte queste ragazze, che da quando sono bambine sognano solo di sposarsi (per adeguarsi alla comunità) e per anni disegnano personalmente l'abito da sposa. Anche quelle che si sposano tardi, ai limiti concessi dalle tradizioni gypsy (non oltre i 22 anni) e che vivono con i genitori in una bella casa, magari anche svolgendo un buon lavoro, non esitano a mollare tutto per un futuro ignoto accanto a un quasi sconosciuto in una roulotte. Un mondo a parte, sfarzoso e colorato, ma che io trovo drammatico.