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GAZEBO: ZORO REINVENTA IL RETROSCENA POLITICO. MA RISCHIA COI SOCIAL
di Marco Leardi
23/10/2013 - 10:52

L’hanno confermato su Rai3, ed è andato in Rete: uno a zoro per lui. Diego Bianchi, in arte Zoro, è riuscito a portare in tv un interessante esperimento multimediale. Il suo programma, Gazebo, è caratterizzato dalla continua interazione tra il linguaggio televisivo e i social network, con l’obiettivo di creare un racconto d’attualità parallelo e complementare a quello dei tradizionali spazi d’approfondimento. Ed è questo l’aspetto dello show che più apprezziamo per la sua originalità rispetto ad altri tentativi di “social tv”.
Gazebo: Zoro e il retroscena politico
Il pezzo forte di Gazebo sono i filmati realizzati dallo stesso conduttore. Dalle manifestazioni di piazza alle conferenze stampa istituzionali, il videomaker riprende tutto secondo una prospettiva Zoro-centrica, cioè inquadrando contemporaneamente se stesso e ciò che gli accade attorno. Qui sta l’originalità: Diego, infatti, cattura ciò che gli altri cineoperatori trascurano, cioè il retroscena, l’attimo fuggente. Ne scaturisce un racconto spesso più interessante dei pastoni politici o delle discussioni da talk show.
In studio, ad aiutare il conduttore nel racconto d’attualità, c’è un puntuale Marco Damilano. Altri personaggi, come il vigenttista Makkox e il tassinaro Mirko-Missouri4 ed i musicisti Roberto Angelini e Giovanni Di Cosimo, contribuiscono poi a creare un clima – spesso autoreferenziale – da salottino del disimpegno, dove sembra d’obbligo vestirsi in modo casual (lo stesso Zoro indossa una t-shirt d’ordinanza) ed alternare la lingua italiana all’idioma romanesco. Aridaje co ‘sto vizio. In tale contesto, Twitter assume un valore sociologico assoluto, secondo una concezione che può rivelarsi rischiosa.
Gazebo: Zoro e Twitter
Da una parte, infatti, Gazebo interagisce in modo intelligente con la rete, accompagnando i filmati con il lancio di hashtag che animino il dibattito su Twitter. Dall’altra, però, c’è il rischio che il popolare social network venga sopravvalutato nella sua effettiva valenza. Nella puntata di ieri (quella corta del martedì), il conduttore ha commentato 10 tweet, soffermandosi ad esempio su un “Buongiornissssimo” cinguettato da Lara Comi del Pdl e su un intervento di Paolo Cirino Pomicino. Tutto molto simpatico… ma a che scopo?
E’ sembrato quasi che mancassero argomenti per riempire la puntata, e in questo senso ci domandiamo se la scelta di triplicare gli appuntamenti con Gazebo sia stata azzeccata. Cinguettare è bello (e a volte superfluo), ma non si vive di soli Tweet: e allora, lunga vita alla telecamerina di Zoro.
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marcourli dice:
Secondo me Zoro è sprecato a quell'ora su Raitre. Lo vedrei meglio ancora su Youdem assieme magari ad Andrea Rivera e Serena Dandini così oltretutto non si porrebbe il problema dell' "idioma romanesco", come detto da Marco Leardi.
Marco Leardi dice:
@livia guglielmi. I tweet sono divertenti, ma rappresentano poco o nulla di chi li scrive. E' noto che la comunicazione virtuale sia viziata dalle caratteristiche del medium: Zoro è bravo a riderci sopra (in tv è il migliore a farlo) ma attenzione a non sopravvalutare quei 140 caratteri.
gianna dice:
La puntata del martedì, grazie allo sgradevole puntuale sforamento di Floris, dura, se va bene, 20 minuti. Ieri ci è stata proposto: video informazione politica dell'ultim'ora (incontro Marino e Lupi con alternativi), esilarante video sondaggio Missouri alla Lipu, top ten twitter e due strepitose vignette di Makkox. Tutto in 20 minuti. Cos'altro chiedere? Forse una maggiore considerazione da parte della rete.
livia gugliemi dice:
Il buongiornisssimo è banalotto e un pò lezioso, ma nessuno pensa di inquadrare un politico o chiunque altro, da un risveglio esagerato. In effetti il materiale in circolazione è notevole, la produzione continua e va dai saluti del mattino a quelli della notte. La questione non è usare twitter alla perfezione o in modo maldestro, è la qualità dell' intervento che incide. :)
livia guglielmi dice:
I social, la rete in generale, sono una perfetta riproduzione delle categorie umane in circolazione, classe politica compresa. Diego Bianchi ne ha individuato da sempre l'aspetto tragi-comico. La parte relativa ai tweet è forse la più divertente: quei 140 caratteri stigmatizzano più di un' auto-biografia.
Marco Leardi dice:
Come ho scritto, la classifica dei tweet va bene ed è divertente; non metto in dubbio che possa piacere. Ma di certo non è la parte migliore del programma, né quella più innovativa. I filmati di Zoro rivelano qualcosa di inedito mentre i tweet no: sono solo un bel cazzeggio. @cecilia. I tweet fanno comprendere ben poco, a meno che si attribuisca loro un'eccessiva importanza. Un buon politico è quello che sa governare bene, e chissenefrega se poi usa Twitter in modo maldestro o se scrive "Buongiornisssssimo".
cecilia dice:
Gazebo senza la classifica twitter non è Gazebo, è una parte divertente che fa comprendere la banalità e a volte ignoranza della nostra classe politica!!! La scelta di incentrare la puntata del martedì tutta su twitter è giusta, la puntata è già corta, inoltre Ballarò sfora sempre di 15 minuti è ovvio che sprecare i filmati in così poco tempo non conviene e vengono riservate per le altre due serate!!! A me piace ogni parte del programma e ogni parte la trovo innovativa, dai filmati, a missouri4 e ovviamente anche i tweet Evviva Zoro
elisa dice:
La social Top Ten di twitter a Gazebo è un must, è presente sin dalla prima puntata dell'anno scorso, quindi non è assolutamente fatta per riempiere la trasmissione in mancanza di argomenti, proprio a causa di puntate più corte e quindi mancanza di tempo nelle precedenti puntate non fu mandata la classifica twitter scatenando le lamentele del pubblico di Gazebo quindi la social top ten funziona ed è richiesta!!!
simplemay dice:
A mio avviso è l'esatto contrario. Non è che mancasse il materiale per riempire una puntata, anzi! Semmai il martedì è proprio la puntata che manca rispetto al materiale. Cosa può essere messo in onda in 20 minuti di trasmissione interrotti anche dalla pubblicità verso la fine? Qui sta alla rete capire che il martedì sera va riorganizzato, che Ballarò non può cominciare alle 9 e un quarto e finire alle 11 e 35, altrimenti è inevitabile che il mini-programma di seconda serata sia costretto a minimizzarsi ulteriormente. La puntata di ieri sera ne è stato il classico esempio: gli autori si sono limitati a mandare in onda solo 4 cose (la Social-TopTen, due racconti di Makkox e il Taxi-Poll di Missouri 4) con due brevissimi accenni di filmati, eppure a un certo punto Zoro si è trovato a dover triplicare la velocità delle sue parole perché bisognava mandare in onda la pubblicità! Quelli di Gazebo stanno compiendo un autentico miracolo ogni martedì, ma se Vianello non corre ai ripari rischieranno tutti di beccarsi un infarto in diretta tv.
Tommi dice:
Zoro forse si è trovato costretto a riempire così la puntata del martedì, d'altronde Ballarò sfora sempre e non rispetta il palinsesto e sicuramente Zoro non vuole bruciare il materiale, conservandolo per serate più sicure (come mercoledì e giovedì) dove l'orario è definito. Lunga vita a Zoro e missouri4! Daje!