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EMANUELE FILIBERTO DALLA BISLACCA: PIU’ GIOVENTU’ BRUCIATA CHE MEGLIO GIOVENTU’
di Eugenio Viterbo
12/10/2009 - 14:53

A guardarlo sembra tutto composto e compito. Modi garbati, sguardo dolce, voce suadente, causa anche quel suo accento francese che lo rende molto charmante. Ma anche un principe ha i suoi scheletri nell’armadio.
Il suo armadio Emanuele Filiberto lo ha aperto ieri pomeriggio a Domenica Cinque, in quello “spazio da fossa dei leoni” che la Bislacca ha inaugurato con un certo successo in coda al suo contenitore festivo. A differenza, però, della débacle di Fabrizio Corona (qui tutti i dettagli), il principe di casa Savoia non ha perso la sua corona. Ha saputo rispondere a tono, seppur i toni siano stati ovviamente più dimessi, e ha preferito confessarsi in maniera spontanea ed in prima persona, senza attendere colpi bassi: in sostanza, giocando al contrattacco piuttosto che in difesa. Ma sempre col garbo che lo contraddistingue.
In realtà, la ragione della bislacca intervista non è stata propriamente quella di darsi in pasto all’affamato pubblico di Canale 5, quanto quella di farsi una “marchetta”, dato una sua biografia fresca di uscita alle stampe. In verità, però, seppur il libro sia stato citato a più riprese, le dichiarazioni sono risultate, comunque, spontanee e veriterie. E sorprendenti visto che, come un qualsiasi Dr. Jekyll e Mr. Hyde, Emanuele Filiberto ci ha fornito particolari davvero inediti della sua vita.
Prima, fa un mea culpa sulla sua breve e sfortunata parentesi politica; poi, si racconta nelle vesti di padre e marito, tutto diviso tra famiglia ed il suo voler essere “uomo di spettacolo”, come ora ama definirsi. Ma, soprattutto, ci racconta la sua gioventù, bruciata come un qualunque ragazzotto di periferia, come anche i ragazzotti di sangue blu possono avere.
Scopriamo, infatti, che l’adolescenza è stata molto più turbolenata e meno oxfordiana di quanto avevamo potuto fin ora immaginare: “Ho conosciuto la droga, ho conosciuto chi si drogava, ho conosciuto i miei migliori amici che sono morti di questa vera merda” racconta l’erede maschio di casa Savoia. “Mentre lo stai facendo – ha rivelato sempre alla D’Urso – non ti rendi conto di dove ti può portare questa cosa. Io non sono mai stato dentro; ho frequentato persone che prendevano droga. L’ho provata, ma quello che mi ha salvato è il grande rispetto che ho per la mia famiglia, che mi ha impedito di cadere da questo grande marciapiede da cui ti puoi fare davvero molto male“.
Dobbiamo ammetterlo: la simpatia sarà pure un’altra cosa, ma Emanuele Filiberto ha la capacità di stupire e apparire reale. Più di ogni reality al quale avrebbe dovuto e potrebbe ancora partecipare. Più dei suoi regali natali. Più di qualche altro suo collega: più verace, ma meno vero di un principe. Emanuele, chapeau.
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lariano dice:
... ma il principe perchè non apre una scuola di ballo? Salsa, rumba, cha cha cha,
Eugenio Viterbo dice:
@ Mari: Io, invece, trovo che ci provi e che non gli riesca di esser simpatico. Per cui, encomiabile il tentativo, scarso il risultato. Ripeto, antipatico non mi sta; forse all'inizio, ora no. P.S. Il principe, comunque, sul gentil sesso vedo che acchiappa come e più di un tronista ... ! :D
Mari 611 dice:
Per me è una persona simpatica e alla mano. Trovo anche che abbia una buona dose di autoironia e che si prenda in giro volentieri. Dovremmo finirla di attribuirgli inconsciamente e no, delle colpe non sue e di confondere il garbo con l'aria di superiorità. Poi ragazzi, de gustibus...Eugenio, il tuo commento: "la simpatia sarà pure un'altra cosa" è del tutto soggettivo e rispettabilissimo, ma ovviamente non condivisibile da tutti.
luigino dice:
a me questo Emanuele Filberto non sta affatto simpatico, anzi.... e non per un qualche pregiudizio (anche perché so ben poco di lui e della sua balorda famiglia), ma proprio per lui come persona. mi suscita antipatia epidermica e trovo che si comporti spesso in modo molto ruffiano. non l'ho visto ieri però penso che anche ieri, più che promuovere il libro, era l'ennesima occasione per accattivarsi il pubblico, o meglio, arruffianarsi... probabilmetne sente e sa di essere poco amato dal pubblico e tenta di rendersi simpatico. detto questo, la simpatia nel significato originario viene considerata come "patire insieme" o "provare emozioni con..." (cultura di wikipedia :D ). adesso, pensandoci bene, potrebbe essere interessante questa considerazione. chissà, forse lui ha un vissuto particolarmente diverso dagli altri (insomma non capita a tutti di essere figlio di esiliati ecc.) e quindi, avendo dei retaggi totalmente diversi dal suo, non riesco a farmelo simpatico. anche i "nobili" sono "diversi" :D
giulia dice:
Io comunque difendo strenuamente la mia categoria, quella dei non simpatici ( tendenti fortemente all' antipatia ) . :) E al grido di : meglio un antipatico vero che un simpatico sotto sforzo, chiudo i miei 20 minuti di difesa dell' imputato Emanuele Filiberto di Savoia .
Eugenio Viterbo dice:
@ giulia: La differenza è che l'essere antipatici è un difetto, il non essere simpatici un mancato pregio. In sostanza, io non gliene faccio una colpa. Poi, non lo trovo rigido (quando balla sì!): lo trovo poco empatico e incapace a prendersi poco sul serio. P.S. I colleghi uomini di Ballando di quest'anno li ricordo più che bene. Forse, quando non era impegnati a specchiarsi avranno fatto anche amicizia con gli altri Fred Astaire del caso. Io ne dubito fortemente.
giulia dice:
Eugenio Viterbo : Io per esperienza personale posso dire d'aver incrociato più puzzettoni fra coloro che hanno fatto fortuna ( nuovi ricchi o vecchi pezzenti che dir si voglia ) che fra i fortunati di rango. Poi è ovvio, non si può mai generalizzare ed io probabilmente sono stata fortunata ( per l'appunto ). Più che di mancanza d' ironia e di auto-ironia, io parlerei di rigidità. I Savoia sono tra i reali ( ex ) più imbalsamati in circolazione, persino Marina Doria che non è di sangue bleu, lo è ( non solo per via del botox ). Probabilmente questo ragazzo è stato cresciuto come un soldatino. Non so quale sia la sottile differenza fra l'essere antipatici e il non essere simpatici , comunque i colleghi di Ballando hanno sempre riconosciuto ad Emanuele Filiberto una grande semplicità.
Eugenio Viterbo dice:
@ giulia: Il problema quando qualcuno è privilegiato è che spesso puzzetta sotto al naso si vede. E, così facendo, è quel dato pesronaggio a ricordarci i supoi natali. Inoltre, per Emanuele Filiberto il problema non è propriamente l'esser antipatico quanto il non essere simpatico. Lo trovo sì sorridente e gradevole, ma poco ironico ed autoironico.
giulia dice:
Se in televisione dovessero apparire solo quelli costantemente sfigati la televisione si spopolerebbe e lo stesso accadrebbe se quelli che hanno fatto un giro ( o più di uno ) super-fortunato, fossero invitati a scendere. Potrebbe essere una proposta, ma temo che troverebbe adepti solo pescando nel pubblico a casa. Inoltre bisogna dire che si può essere uomini di spettacolo anche in ufficio : la gente fuori luogo si trova ovunque e l'inter-scambio non mi sorprende più o perlomeno non mi fa gridare allo scandalo nel caso di Emanuele Filiberto. Io credo che nascere fortunati non sia una colpa. Certo i privilegi devono in qualche modo essere restituiti ( perchè quando sei scevro di difficoltà e preoccupazioni devi rendere al massimo ) ma non detesto mai qualcuno solo perchè è ricco, nobile e privilegato. O le discriminazioni saranno di segno contrario.
giulia dice:
Quelli che lo trovano antipatico credo che si basino su giudizi pregiudizievoli. Molti non gli perdonano la discendenza reale e fanno ricadere su di lui le colpe del padre, del nonno, di un'intera dinastia a volte nobile soltanto all'anagrafe. In una televisione di mostri, io non lo trovo così sgradevole e se in questi giorni sponsorizza nei vari programmi il suo libro, beh, nessuno può erigersi a giudice anche in questo caso. In televisione tutti vendono qualcosa, nessuno speri di apparire disinteressato al mezzo e ai suoi benefici. ;)
Davide Maggio dice:
Io non gli perdono di essersi ridicolizzato diventando un "uomo di spettacolo". Il motivo è semplice, nella vita si può avere fortuna. E che ben venga. Ma quando la fortuna è costante, al punto tale da risultare quasi stucchevole... inizia a sembrarmi tutto un po' fuoriluogo. Oltre che eccessivo.