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CHE TEMPO CHE FA DEL LUNEDI: BERTOLUCCI EMOZIONA NON SOLO QUELLI CHE SI SENTONO INTELLETTUALI

di Valeria Carola

24/10/2012 - 11:59

CHE TEMPO CHE FA DEL LUNEDI: BERTOLUCCI EMOZIONA NON SOLO QUELLI CHE SI SENTONO INTELLETTUALI

Fabio Fazio e Bernardo Bertolucci

L’intervista di Bernardo Bertolucci a Che tempo che fa del lunedì e’ stato un gran bel momento di televisione. E non lo diciamo a prescindere. Lo abbiamo ascoltato e guardato attentamente, perché basta con “l’intellettualismo” a ogni costo, che Bertolucci fa il cinema serio e quindi le sue parole acquistano un valore aggiunto, cosi, acriticamente. Diciamoci la verità, e’ pieno di persone che si crogiolano nell’ottusita’ che è più importante il “chi lo dice” del “cosa dice”.  Un modo come un altro per risparmiare il tempo della comprensione dei contenuti. Classico italian style. In Italia, infatti, la capacità di creare  miti è seconda solo a quella di creare debito pubblico.

Saviano e Benigni sono solo due degli esempi più’ attuali. Loro sono quelli che guai a criticarli, quelli che ogni intervento che fanno produce un numero di citazioni secondo solo a quelle della buonanima di Oscar Wilde. Quelli che se Saviano facesse un monologo sulla differenza tra scamorza e mozzarella, il giorno dopo servire in tavola una buona caprese diventerebbe un dovere civile, oltre che morale. Bernardo Bertolucci rientra nella categoria. Quindi, possibile che, se lunedì fosse andato da Fazio a dire che la parmigiana di melanzane si fa con i carciofi, oggi tutti a bruciare i libri della Parodi, che, imbrogliona, ha sempre detto si faceva con le melanzane.

E invece Bertolucci e’ arrivato in studio emozionato dalla standing ovation che il pubblico gli ha riservato. Aveva gli occhi vivi e profondi. E’stato subito evidente il suo essere uomo di cultura che non ha bisogno di affrontare questioni metafisiche per dimostrarlo. Ha raccontato della difficoltà di vivere a Roma e stare su una sedia a rotelle, di un episodio imbarazzante accaduto al Campidoglio che pare non possa essere rovinato da una rampa per disabili, dei sampietrini dissestati.

Bertolucci ha raccontato commosso della sottile “follia” del padre poeta, del suo primo incontro con Pasolini, dell’accusa di pansessualismo in seguito all’uscita di “Ultimo Tango a Parigi”, che, dopo la fine del processo, gli fece addirittura perdere il diritto di voto, della casa dei mezzadri che frequentava, dei comunisti, dei casting, delle emozioni che trasmettono gli attori, del ballo, presenza costante nei suoi film, come momento in cui tutto sembra possibile.

Ha risposto con eleganza a una domanda inutile di Fazio sulle autocitazioni nei suoi film. Bertolucci non si autocita attraverso gli oggetti o altro e, no, il cappotto che Tea Falco indossa nel suo ultimo film non è lo stesso che indossava Maria Sneyder in Ultimo Tango a Parigi . Però l’ha dovuto ripetere due volte, perché  alla prima non è che a Fazio lo avesse poi tanto convinto. Un’altra standing ovation saluta l’uscita di Bertolucci. A questo punto bisogna vedere quanti andranno a vedere “Io e te”, il suo ultimo film tratto dall’omonimo romanzo di Niccolò Ammaniti, e soprattutto quanti riusciranno ad arrivare alla fine senza che un cascamento di palpebra diventi fatale per tagliare il traguardo dei titoli di coda.

Si, lo abbiamo detto. Anzi lo ribadiamo. Potrebbe capitare che le inquadrature piene e lente, la storia impegnata, le scene girate in una cantina procurino un certo intorpidimento dei sensi! E adesso quelli che si sentono intellettuali ci regaleranno la collezione dei film di Natale dei fratelli Vanzina.

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49 commenti su "CHE TEMPO CHE FA DEL LUNEDI: BERTOLUCCI EMOZIONA NON SOLO QUELLI CHE SI SENTONO INTELLETTUALI"

  1. Valeria Carola: concordo sulla volgarità del commento di Fabio. Con riferimento al tuo commento 22: non so a chi tu ti riferisca nello specifico. Io ritengo di non essere confusa, né di aver offeso. Ho espresso un concetto e ho argomentato ampiamente. Sono comunque pronta a rispiegarlo se non è chiaro al punto tale da risultare offensivo.

  2. Valeria Carola dice:

    Senti Fabio, mi vergogno più a rispondere a uno che parla di stormo di meridionali che a dire che mi piacciono i tronisti, cosa, che se avessi letto bene, sapresti che non è vera.

  3. il cattivo gusto di dire che ad una blogger che scrive i post qui possa piacere i tronisti palestrati!

  4. Critico Tritatutto dice:

    Valerio: [come vedi uso nomi e non numeri come fai tu,schifato dallo scrivere il mio o come se non mi "conoscessi"],non ho parlato di flop. Se leggi bene e non in malafede come tuo solito [si è visto anche nel "Diario" di oggi] ,ho anche scritto che non è detto che il film di Bertolucci sia visto da pochi. Facevo un discorso generale,non mi considero un tuttologo [carica che lascio volentieri a te],a differenza tua non accecato dalla tifoseria politica [ho dato ragione a Valeria,mamma mia!Al rogo,al rogo!!!] . Guarda caso,David che ha spiegato bene cosa sono i film di Bertolucci,non lo contesti,perché sei uno di quelli che ne parla bene a prescindere,ma in tv cambi canale o al cinema corre a vedere altro,probabilmente. Quanto al "disturbare il manovratore", "i sinistrosi",ecc. ti commenti da solo. "Tutto il resto è noiaaaaa".... [cit.]

  5. Valeria, quale cattivo gusto? In cosa?

  6. @ Valeria. Io, invece, ho visto sempre più spesso negli ultimi tempi una certa stanchezza in Fazio. Sia chiaro: un Fazio non in forma per me è sempre meglio di tutto il palinsesto di interi canali, ma la cosa un po' mi preoccupa. Spero che sia solo un suo "risparmiarsi" in vista di Sanremo

  7. @Nina: in realtà, amando la televisione ne ho fin troppi di "guilty pleasures". E di certo non me ne vergogno. Quanto alle conclusioni, io rispondo solo delle mie, non del "non detto" che spesso mi attribuisci.

  8. Valeria Carola dice:

    Fabio, il tuo commento vince il premio del cattivo gusto, senza offesa.

  9. Valeria Carola dice:

    @Vince non ho visto l'intervista a Nicolas Cage, quindi soprassiedo. l'ingresso in studio di Bertolucci credo sia stato concordato per tributargli la standing ovation. per il resto pensare che il ricordo del padre, la lettura della poesia, ecc. siano degli escamotage per commuovere il pubblico rientra nella considerazione che hai tu di Fazio e dei suoi autori. Per me Fazio è sempre lo stesso. Lo trovo competente, mi piace anche se gli critico l'atteggiamento a volte eccessivamente da fintotonto.