Un cognome importante (De Andrè) e una compagna, ormai ex, tutt’altro che sconosciuta (Alba Parietti). Non deve essere stato facile per lui vivere, mediaticamente parlando, di luce altrui. Adesso, però, è il suo momento, perché Cristiano De Andrè fa parlare di sé per essere tra i 14 artisti big in gara al Festival di Sanremo 2014, a distanza di undici anni dalla sua ultima partecipazione.
Da mercoledì 20 febbraio è in vendita “Come in cielo così in guerra (Special Edition)”, la riedizione del suo ultimo album uscito nella scorsa primavera, con i due brani in gara quest’anno al Teatro Ariston: “Il cielo è vuoto” e “Invisibili“. Il secondo è un pezzo molto intimo, personale, attraverso il quale De Andrè ricorda l’amata Genova quando aveva 20 anni.
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Testi Sanremo 2014, Cristiano De Andrè – Invisibili
Invisibili
di F. Ferraboschi – C. De Andrè
Ed. Nuvole Edizioni Musicali – Milano
Tu abitavi in via dell’amore vicendevole
E io qualche volta passeggiavo da quelle parti lì
Il profumo dell’estate a volte era gradevole
E le tue medagliette al merito sul petto brillavano
Brillavano molto più dei miei lividi
Tu camminavi nell’inquietudine
E la mia incudine era un cognome inesorabile
Un deserto di incomunicabilità
Tu eri laureato in danni irreversibili
Che la droga provoca al cervello
Io un po’ di questo un po’ di quello
In fondo niente di veramente utile
Tu eri bravissimo a specchiarti nelle vetrine
Io altrettanto a svuotare le cantine
Per noi amici, pochi amici, pochissimi amici
Tu eri fortissimo a inventarti la realtà
Io liberissimo di crederla o non crederla
E ho sempre sperato che qualcuno un giorno
Potesse parlare male di noi
Ma eravamo invisibili, talmente invisibili che non ci vedevamo mai
Stu ténpu
Ch’u s’è pigiòu a beléssa e u nòstru cantu
Pe ripurtane inderée sénsa ciü un sensu
Ma òua che se vedemmu
Dumàn tüttu u cangiàa
Tu abitavi in via dell’amore vicendevole
E io avevo preso una stanza in affitto
Da quelle parti lì
Io dimostravo fondamentalmente i miei anni
Tu ormai non sapevi più quali fossero i tuoi
Perché a Genova si moriva a vent’anni
Ma senza diventare mai, mai degli eroi
Coi tuoi separati a colpi di calibro trentotto
E i miei tenuti insieme dalla speranza per l’umanità
Noi sempre oltre ogni limite
Quel limite era una scommessa da non perdere mai
Tu eri bravissimo a ballare sulle rovine
Io altrettanto a rubare comprensione
Di noi amici, pochi amici, pochissimi amici
Tu eri fortissimo a inventarti la verità
Io liberissimo di crederla o non crederla
Io ho sempre sperato che qualcuno un giorno
Potesse accorgersi di noi
Ma eravamo invisibili, che non ci vedevamo mai
Stu ténpu
Ch’u s’è pigiòu a beléssa e u nòstru cantu
Pe ripurtane inderée sénsa ciü un sensu
Ma òua che se vedemmu
Dumàn tüttu u cangiàa
Stu ténpu
Ch’u s’è pigiòu a beléssa e u nòstru cantu
Pe ripurtane inderée sénsa ciü un sensu
Ma òua che se vedemmu
Dumàn tüttu u cangiàa
[QUI IL TESTO DELL'ALTRO BRANO DI CRISTIANO DE ANDRE' - INVISIBILI]
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