Siamo talmente abituati agli screzi dei salotti tv, alla sigla ridondante dei telegiornali e alla retorica dietro la crisi economica che, una chitarra acustica in prima serata davanti a 20.000 persone ci appare come qualcosa di mistico, di caldo e straordinariamente emozionante. E questo il buon Gianni Morandi deve saperlo bene, dato che il suo Gianni Morandi Live In Arena è riuscito lì dove molti avevano fallito: rendere la musica la vera ospite d’onore di un evento sensazionale.
Stavolta non ci sono ingombranti gobbi elettronici da leggere; non ci sono cantanti da presentare o un televoto da lanciare. C’è solo Gianni Morandi, pronto a regalare al pubblico plaudente dell’Arena uno spettacolo tutto dal vivo e con un’orchestra straordinaria alle spalle. Lì dove Britney Spears sarebbe morta e attaccata al respiratore, il cantante di Monghidoro aveva già cantato cinque canzoni, fra cui l’intramontabile “Un mondo d’amore”, colonna sonora, fra l’altro, del suo primo Sanremo. Tutto è talmente pulito, incontaminato e vero che nemmeno il twerking compulsivo di Miley Cyrus potrebbe rovinarlo, così come l’entusiasmo dell’Arena e l’energia prorompente di Morandi. A condividere con lui la scena e ad aiutarlo a far sì che la musica possa sopportarsi all’esperienza e alla risata ci pensano i suoi ospiti. Dapprima un timido Riccardo Cocciante, rannicchiato nella sua seggiola come se temesse un attacco di Corinne Clery, e poi assoluto protagonista con un sicuro cavallo di battaglia: “Margherita”.
Si prosegue con lo showman che calza la televisione come un guanto. Dopo un tira e molla più compromettente di quello fra Dawson e Joy di Dawson’s Creek, Fiorello arriva finalmente all’Arena di Verona ed è subito show. E’ show quando si fa beffe di Borghezio e del sindaco di Verona sul palco dell’Arena della sua città con il gioco “Acchiappa il terrone”; è show quando imita Adriano Celentano invitandolo a una telefonata in diretta; è show quando duetta con Gianni Morandi dimostrando, oltre alla sua sagacia, anche un buon talento canoro. Persino quando – su invito di Morandi – rientra sul palco dopo essersi congedato, il “vaffanculo” – pronunziato credendo di non essere in onda – fa sorridere e il pubblico non può che perdonarglielo.
Ma c’è spazio anche per la commozione: è durante il sentito tributo a Lucio Dalla che scopriamo come l’eterno ragazzo nasconda anche una profonda fragilità, svelata da una lacrima caduta dopo l’esecuzione di “Piazza Grande”. Si sa, però, che “the show must go on” e, dall’intervento da brividi di Amii Stuart nel bel mezzo di “C’era un ragazzo”, si passa subito al ritmo dance e alle luci psichedeliche di “Replay”, l’ultima hit di Raffaella Carrà.
La Raffa rivede Morandi dopo la collaborazione alle audizioni di The Voice e si direbbe che per loro gli anni non siano passati. Danzano, zompettano e si divertono come una coppia qualunque al primo appuntamento e, dopo aver incoraggiato le nuove generazioni a credere in loro stesse e a non arrendersi mai, il Morandi Show continua imperterrito la sua missione: quella di emozionare e commuovere. E così che, dalla dionisiaca Carrà si arriva all’apollineo Ennio Morricone. Un professionista, un’icona, tanto timido sul palco dell’Arena quanto su quello degli Oscar nel 2007, quando ricevette la statuetta alla carriera. E’ sulle note di “I knew I loved you”, canzone originale di C’era una volta in America, che il Maestro entra in punta di piedi, facendo drizzare i peli agli ascoltatori. Ma l’emozione più grande rimane una: il sorriso e la grinta di Gianni Morandi con l’”In ginocchio da te” di congedo, chiusa perfetta per una televisione che, stasera, ha avuto una preziosa lezione di buon gusto e garbo. Che si meritava. E che mancava da tempo.
1. MaicolGarba ha scritto:
8 ottobre 2013 alle 02:09