“Corinne Clery, Corinne Clery. Farebbe paura persino a un leon. E’ più letale lei d’uno scorpion. Corinne, Corinne Sclery”. Chissà se lo scanzonato Rudy della Carica dei 101 avrebbe rivisitato la sua hit più famosa una volta sintonizzatosi il lunedì sera su Rai2 e imbattendosi nelle incandescenti sfuriate della concorrente più controversa di Pechino Express, capace di risarcire, in appena quattro puntate, una categoria da sempre mal digerita dai poeti cortesi e dalle donne sognatrici: quella del toy boy.
Si perché quelle cinquanta sfumature rintracciate dalla scrittrice E.L. James per definire l’enigmatico Christian Grey, in Corinne Clery si riducono a malapena a due: irascibilità ed “educazione”. E’ stata questa la parola d’ordine della quarta puntata di Pechino Express e pescata da Corinne in tutti i battibecchi che l’hanno vista protagonista in appena centoventitrè minuti di programma: dallo scontro verbale con Francesca Fioretti al mancato “grazie” del suo Angelo Costabile. “L’educazione dice che le persone più grandi vanno salutate” rammenta la Sclery alla modella, ma anche scaraventare un ventaglio addosso al proprio ragazzo e urlare a squarciagola in mezzo alla strada non dovrebbero rientrare fra i precetti citati da Giovanni Della Casa nel suo Galateo, ma questa è un’altra storia. Eh già, proprio quando la Fioretti e la Clery stavano per salire sul ring, supportate dalle rispettive coach, Antonella Elia e Aida Yespica, ecco una voce irrompere dal banchetto e gridare giustizia. E’ quella di Angelo che, malgrado cerchi disperatamente di difendere la sua “signora”, riesce a essere meno temibile di Peppa Pig.
Chissà se il buon Angelo custode non si sia pentito di essere uscito dai ranghi poco dopo, quando l‘handicap della prova immunità finisce nelle loro mani e si materializza in un contapassi che, a fine puntata, dovrà recare il valore di 15 km percorsi. E, proprio quando il tenero toy boy cammina avanti e indietro per aumentare il conteggio dei passi e risparmiare la faticaccia alla sua Corinne, ecco Crudelia ribollire di rabbia e trasformarsi nella Malefica della Bella Addormentata del Bosco. “Ma cosa fai? Non vedi che stai facendo dei passettini?”, e ancora “Alzi la voce con me? L’educazione prima di tutto” e, per finire “Se lo rifà, lo appiccico al muro”. Mahatma Gandhi non avrebbe saputo dirlo meglio. Ma la vera sorpresa giunge poco dopo, quando la statua di San Giuseppe si materializza nel cortile della casa in cui i Fidanzati hanno trovato rifugio per la notte.
E’ qui che Corinne abbandona i suoi atavici istinti barbarici per tornare umana e ricordare il marito Giuseppe, scomparso qualche anno prima. Eppure, quei pochi, intensi minuti in cui la Sclery rammenta il suo ex consorte non bastano a risarcirla delle ingiustizie subite dal suo Angelo che avrebbe potuto benissimo chiedere un consiglio al Santo sul vero utilizzo di bagaglio e pala. E credeteci, se gliel’avesse chiesto, forse si sarebbe risparmiato il ventaglio di legno in testa la mattina dopo.
La domanda è una: perché una donna d’una certa età dovrebbe avventarsi contro un ragazzo più giovane e perdutamente innamorato di lei? Perché trattarlo con sufficienza, farlo piangere davanti alle telecamere e umiliarlo calpestando ripetutamente i suoi attributi? Non sappiamo certo quale rapporto intercorresse fra Demi Moore e Ashton Kutcher, ma siamo certi che, qualora l’attrice si fosse permessa di schiaffeggiarlo, sarebbe stata colpita dalla rivoltella di Spencer Aimes, interpretato da Ashton in Killers. Lanciamo un appello affinché questo ragazzo abbandoni la versione sadomaso di Narnia per tornare fra i comuni mortali, quelli che riconoscono la vera “educazione” con il rispetto e, soprattutto, il dialogo fra i partner.
1. Andrea ha scritto:
24 settembre 2013 alle 17:15