15
luglio

GIANLUIGI PARAGONE A DM: RAI INCAPACE DI METABOLIZZARE VENATURE DI ANTIPOLITICA. IL MIO RACCONTO CONTRO LE BANCHE FA PIU’ PAURA DELL’ATTACCO AL PALAZZO. A LA7 PAGATO IN BASE AGLI ASCOLTI

Gianluigi Paragone

Gianluigi Paragone

E’ uno dei passaggi più rumorosi dell’ultimo “tv-mercato”. Un ‘cambio di casacca’ che ricorda quello della collega di rete Simona Ventura che, alla stessa maniera, dopo aver visto il suo programma riconfermato, ha dato il benservito alla tv pubblica, approdando ad un’altra azienda televisiva. Percorso simile per Gianluigi Paragone che, orecchino e chitarra alla mano, lascia la Rai e la sua Ultima Parola per approdare a La7, dove proporrà un programma del tutto simile. Il giornalista racconta in esclusiva per il web a DavideMaggio.it il suo passaggio alla rete di Urbano Cairo.

Mi spieghi com’è avvenuto questo passaggio?

Nel momento in cui ti accorgi che certi spazi in Rai non sono valorizzati come vorresti, a fronte di una richiesta che ti arriva dal mercato, nel caso specifico da Cairo, preferisci un editore molto più entusiasta verso il tuo mondo.

Si percepiva un po’ di maretta…

Maretta ce n’era tanta. Era un prodotto che aveva delle forti venature di anti-politica e la Rai non era in grado di metabolizzarle.

Cairo ha detto che la tua connotazione politica è cambiata e forse proprio questo è stato il motivo delle incomprensioni…

Conosce bene l’avversario e mi ha confidato di guardare il programma. Mi ha detto: “continua a fare quello che stai facendo e continua a divertirti”.

E infatti da contratto potrai portare chitarra e orecchino senza problemi…

Assolutamente! So che a Gubitosi non piaceva l’orecchino così come il giubbino in pelle. Qui non ho vincoli: libertà assoluta.

Ma che ci sei andato a fare alla presentazione dei palinsesti Rai?

Innanzitutto, la trattativa con Cairo è partita dopo…

Mi dovevi rispondere per forza così, ma non ci credo neanche un po!

Invece è vero. Ai palinsesti andavo a vedere una cosa che sapevo benissimo che non sarebbe accaduta. Purtroppo, al di là delle dichiarazioni, l’aver presentato L’Ultima Parola rappresentava una mezza sconfitta: non la volevano. Strano, perchè, quando un programma fa stabilmente la doppia cifra e fa diventare Rai2 la prima rete Rai, normalmente lo si tutela e lo si valorizza. Invece non c’era alcuna intenzione.

E ti sei rotto…

Più che rotto, ci sono rimasto male. La politica mi aveva messo e la politica mi ha tolto; allora mi sono detto “siamo pari, palla al centro”.

Palla a Cairo, non palla al centro…

Per la verità, io mi ero già dimesso da Vice Direttore e posso rivendicare un altro punto a mio favore: il mercato aveva detto che il mio programma funzionava. Bisognerebbe spiegare il motivo di tanta allergia verso il mio tipo di conduzione.

Anche nella Rai dei tecnici la politica la fa da padrona…

Nella Rai dei tecnici il mio racconto contro le banche fa più paura del mio attacco al Palazzo.

Il tuo percorso mi ricorda un po’ quello di Simona Ventura. Come lei, ti sei fatto riconfermare un programma e poi il colpo dell’ultimo minuto…

Non faccio mai questioni di puntiglio. Alla presentazione dei palinsesti ci sono andato perchè era doveroso che andassi, ma non ho fatto nessun doppio gioco.

Adesso che progetto c’è su La7?

Il progetto è quello di fare L’Ultima Parola e lavorare eventualmente a nuove scritture.

Cosa ha infastidito di più in Rai del tuo programma?

Il lessico spettinato, le continue sporcature, il fatto che lasciassi il microfono agli imprenditori e ai lavoratori più che ai politici, il fatto che dicessi che le banche -oggi- sono uno dei più gravi problemi della crisi.

Sino a qualche tempo fa il linguaggio spettinato non era il tuo punto di forza. C’è stata una prima e una seconda era Paragone…

E’ sotto gli occhi di tutti. E il pubblico mi ha ritenuto più credibile con orecchino e chitarra rispetto a quando ero in giacca e cravatta.

Cairo ha dichiarato di averti scelto per la capacità di fare un talk innovativo…

Non lo so che cosa voglia dire. So che mi vide molto spontaneo e per questo più credibile. Forse c’è anche una dose d’incoscienza: difficilmente mi sarei messo a nudo con chitarra e orecchino. Ma il messaggio voleva essere preciso: ‘zero pregiudizi’. C’è stata una stagione in cui abbiamo abusato dei pregiudizi e della tifoseria cieca, e abbiamo visto che non ha portato ad alcun risultato. E in più abbiamo combinato qualche danno. Quel percorso lì mi vede come uno sconfitto e in quanto sconfitto non ho altre verità: sostituisco il microfono che veniva dato a me come interprete di una società e faccio soltanto il cronista, colui che quel microfono lo fa girare.

Porterai con te lo staff de L’Ultima Parola?

Si. Da Sergio Bertolini al registra Rinaldo Gaspari.

Quanto è conveniente per un giornalista andare controcorrente e dare voce alla piazza?

Da un punto di vista economico non so. Dal punto di vista dell’ascolto conviene. Ma il discorso è un altro: credo che i politici abbiano parlato tanto e abbiano decisamente tante vetrine. Viene concesso loro un eccesso di potere all’interno delle trasmissioni. A fronte di un abuso di presenza dei politici, un po’ più di voce agli imprenditori e ai lavoratori, che hanno a che fare con le difficoltà vere, non penso sia tempo sprecato. Non posso dimenticarmi la protesta dei minatori che per difendere il loro posto di lavoro andarono sotto terra. Il dibattito si aprì con “Lo stato non può mantenere le miniere” e io dissi “Quando uno entra nel buco del culo del Mondo e rischia la propria vita e difende un posto di lavoro di merda ha molti più diritti rispetto alla casta quando vieta i tagli alle province etc etc”. Questo viene chiamato antipolitica o populismo, invece è la realtà di questo Paese: ci sono delle situazioni di grande disagio e degli operai che lottano per il proprio posto di lavoro.

Avrai un contratto a progetto a La7. Verrai pagato anche in base agli ascolti?

C’è una parte di stipendio variabile che rende la sfida ancora più stimolante.

Condivi questo articolo:
  • Facebook
  • Twitter
  • Digg
  • Wikio IT
  • del.icio.us
  • Google Bookmarks
  • Netvibes

,



Articoli che potrebbero interessarti


Gianluigi Paragone
La Gabbia chiude, Gianluigi Paragone a DM: «Scelta del Direttore, non c’entrano gli ascolti. Nessuno fa i miei risultati con 90 mila euro a puntata»


diodato
Intervista a Diodato: «La mia canzone di Sanremo ‘c’est moi’. Scommetto su me stesso e sui Negramaro»


Mr.rain
Intervista a Mr. Rain: «Sanremo mi ha fatto crescere e non sentire più solo. Non ritorno per la gara ma per un messaggio»


Angelina Mango
Intervista ad Angelina Mango: «Sono una bimba incasinata con i traumi. Vado a Sanremo per amore»

8 Commenti dei lettori »

1. lele ha scritto:

15 luglio 2013 alle 17:10

l’ultima parola: grandi ascolti, zero contenuti



2. lele ha scritto:

15 luglio 2013 alle 17:12

speriamo in qualcosa di diverso su la7



3. Pippi ha scritto:

15 luglio 2013 alle 17:52

A me il suo passaggio da rai2 a la7 riproponendo lo stesso identico programma non mi è sembrata una cosa che possa fare tanto rumore. Non mi pare che sia passato da un estremo all’altro. Mi fa molta più impressione Nuzzi che passa su rete4, e non per la rete, ma per il programma che ha deciso di condurre, robaccia, quando io lo ritenevo un giornalista da inchiesta serio.
In ogni caso Paragone non direi che faccia anti-politica, mi pare proprio effettiva politica la sua.
E questo suo cambio di look improvviso, che lo rende simpatico e anche gi dona, sinceramente non capisco però da dove nasce. Dalla ricerca di acchiappo di pubblico o da un suo tardivo cambiamento di orientamento??



4. Luna90 ha scritto:

15 luglio 2013 alle 18:15

Sputano sempre nel piatto dove hanno mangiato!



5. pollon87 ha scritto:

15 luglio 2013 alle 19:21

x 3. Pippi
Semplicemente il conduttore Paragone aveva iniziato L’Ultima Parola (gennaio 2010) grazie alla Lega che poi lo ha espulso (ottobre 2011) e quindi Paragone ovviamente “è andato per la sua strada”. Tu cosa avresti fatto al suo posto? Saresti rimasto fedele al Bossi che ti aveva espulso “perchè non è allineato con la Lega” che lo aveva nominato?

Sentiamo, perchè Quarto Grado sarebbe robaccia? Uhm… scommetto che tu hai guardato ZERO puntate di quel programma: poi, non so se lo sai, ma da circa un mese la direzione di Videonews è passata da Brachino a Giordano, quindi il nuovo direttore vuole “più serietà e competenza” per Rete4, da qui l’arrivo di Nuzzi (che in tre ore di trasmissione potrà fare sia la cronaca nera che le inchieste), e “più intrattenimento” per la D’Urso.

Poi, colgo l’occasione per dire una cosa: Videonews l’11 ottobre 2007, giorno di nomina di Brachino come direttore, gestiva IL NULLA e quindi Brachino pensò di puntare inizialmente sul trash e sul “pop-popolare” (cioè “agganciare” i fatti di attualità) per aumentare gli ascolti, quindi di virare sulla serietà per consolidare il pubblico: la strategia per Quarto Grado è funzionata alla perfezione…



6. pollon87 ha scritto:

15 luglio 2013 alle 19:23

x lele e Luna90
Quindi se un programma fa il doppio rispetto alla media della rete… va chiuso? Poi, se la Lega aveva messo Paragone per poi “scomunicarlo”, ti pare che Paragone… cosa doveva fare? Rimanere fedele alla Lega che lo ha espulso, secondo voi? Aggiungete il fatto che Rai Due doveva portare Paragone in prima serata e quindi mettere Porro in seconda serata… ma Gubitosi (nominato da Monti e PD) ha detto di no alla promozione di Paragone in prima serata.



7. Pippi ha scritto:

15 luglio 2013 alle 20:01

@Pollon il cambio di look non credo abbia niente a che fare con la sua situazione con la lega…..e la mia domanda si riferiva a questo, al look.

Lascia fuori le tue ipotesi, le tue scommesse su cosa guardo e le tue dietrologie politiche quando e se decidi di parlare con me.
Il mio è un semplice giudizio sulla trasmissione che trovo brutta e speculativa sul dolore e sulla cronaca gialla e nera. Manca di qualsiasi serietà giornalistica e di indagine. Che Giordano possa essere più serio di Brachino è solo un tuo parere. Per me se la giocano alla pari.
Nuzzi fino adesso ha dimostrato di essere un giornalista di inchiesta credibile. Perderà la sua credibilità nel momento stesso in cui si occuperà di questo tipo di programma con questo modo di investigare sulla cronaca. Poi se cambierà totalmente il taglio del programma, se non ci saranno in studio opinionisti risibili, se non porterà psicologi e giornaliste che dicono cose imbarazzanti, se non speculerà per ore sulla morte agghiacciante delle persone, allora ne riparleremo. Non mi interessa se le strategie funzionano o meno, mi interessa se si fanno buoni programmi giornalistici o no. Quarto Grado fino ad oggi era solo robaccia.



8. Pippi ha scritto:

16 luglio 2013 alle 17:25

@Pollon Basta.
Non mi interessa su quale canale lo fa, se fa giornalismo di inchiesta serio mi va bene su qualsiasi canale, se fa robaccia come Quarto Grado no. Ok?
Non devi spiegarmi niente, perchè non ho bisogno di te che mi spieghi, chiaro anche questo? E tantomeno ti puoi permettere di dire agli altri che i loro discorsi sono sbagliatissimi, quando per la maggior parte del giorno vaneggi. Basta.



RSS feed per i commenti di questo post

Lascia un commento


Se sei registrato fai il login oppure Connetti con Facebook

Per commentare non è necessaria la registrazione, tuttavia per riservare il tuo nickname e per non inserire i dati per ciascun commento è possibile registrarsi o identificarsi con il proprio account di Facebook.